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Terremoto: vulnerabilità degli edifici, monitoraggio e interventi

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Ettore Mastrogiacomodi Ettore Mastrogiacomo*

Il terremoto del 24 agosto 2016 verificatosi alle ore 3,36 che ha colpito il centro Italia ci fa rendere conto ancora una volta come non si possa assolutamente sottovalutare il rischio sismico, al quale è particolarmente esposto anche il territorio della nostra regione. Questa volta un evento luttuoso di grande portata ha colpito alcuni comuni delle aree appenniniche dell’Italia centrale tra il Lazio, l’Umbria e le Marche. La prevenzione è il primo passo per convivere con il terremoto e limitarne i danni. Naturalmente bisogna costruire nel rispetto della normativa antisismica, ma soprattutto adeguare e migliorare simicamente le costruzioni già esistenti che caratterizzano gran parte dei centri storici, ove sono generalmente concentrate le strutture più vecchie e antiche, progettate senza criteri antisismici, prive di uno studio geologico-tecnico.

Necessita il censimento e lo studio puntuale di questi edifici, per valutarne il grado di vulnerabilità. È bene ricordare che gran parte degli edifici esistenti sono stati realizzati precedentemente all’entrata in vigore della legge antisismica del 1974 (L. 64/74), quindi progettati senza alcun criterio antisismico, tra cui migliaia di edifici scolastici, ospedali, municipi, cioè quelle strutture pubbliche strategiche che dovranno continuare la loro attività. A tal riguardo da diverso tempo l’Ordine dei Geologi suggerisce l’istituzione del “fascicolo del fabbricato“: una specie di libretto di manutenzione come per l’automobile) finalizzato a valutarne attraverso uno studio multidisciplinare le reali condizioni sismiche, statiche, strutturali e geologiche del sito ove esso sorge. Ciò al fine di avere piena e concreta conoscenza della vulnerabilità sismica della costruzione. E’ necessario accelerare e finanziare maggiormente la redazione degli studi di “Microzonazione sismica“, che individuano gli effetti locali di un sisma sul territorio.

La legge n. 77/2009 stabilisce la possibilità di contributi finanziari ai Comuni anche per interventi strutturali per il rafforzamento locale o il miglioramento sismico degli edifici. Tuttavia si tratta di sforzi incoraggianti ma certamente non sufficienti per via delle sempre esigue risorse finanziarie disponibili. La politica deve necessariamente sforzarsi per una maggiore incentivazione di queste iniziative. È fondamentale che vengano adeguati ed aggiornati i Piani di Emergenza Comunali, strumenti indispensabili per la prevenzione dei rischi su scala comunale – e che questi vengano realmente utilizzati dai Comuni e divulgati tra la popolazione. I Piani di Emergenza raccolgono l’insieme delle procedure operative d’intervento per fronteggiare le calamità attese in un determinato territorio. Al riguardo, la legge n. 100/2012 stabilisce che i Comuni si devono dotare di un Piano di Emergenza costantemente aggiornato. Tuttavia, attualmente, nonostante l’obbligo dettato dal disposto normativo, soltanto pochi Comuni della Campania si sono dotati di tale Piano e la Campania rappresenta il fanalino di coda rispetto ad altre regioni: anche in questo caso è un problema di risorse finanziarie che non permettono ai Comuni di realizzare un piano di sicurezza adeguato.

La legge sismica regionale attualmente prevede procedure di verifiche rigorose sui progetti di una certa importanza per volumetria e dimensione, per cui una buona parte dei progetti viene verificata. Tuttavia, al fine di un maggiore controllo degli interventi sul territorio, è auspicabile che tali verifiche vengano estese alla totalità dei progetti. All’uopo necessita il potenziamento delle strutture tecniche regionali attualmente ancora fortemente carenti soprattutto per la componente geologica: bisogna potenziare la presenza di geologi nelle strutture tecniche per la verifica degli elaborati geologici a corredo delle progettazioni. L’Ordine dei Geologi della Campania da molto tempo evidenzia tale criticità. E’ fondamentale altresì, istruire la popolazione nelle attività di protezione civile. Il territorio campano è particolarmente esposto al rischio sismico, per cui bisogna essere sempre pronti a fronteggiare l’eventualità che un “forte” terremoto si possa verificare da un momento all’altro. L’educazione della popolazione rispetto ai rischi del territorio rappresenta il primo passo verso la strategia della prevenzione.
* geologo

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