Campania,  Italia

La gravità del caso-De Luca non è solo giudiziaria…

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De Luca
De Luca

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Mastursi e De Luca

La conferenza stampa del Presidente della Giunta Regionale della Campania, l’On. Vincenzo De Luca, oltre a fornire tanto materiale a Crozza per le sue performance umoristiche, ha portato alla luce un aspetto molto grave di questa vicenda che, a nostro avviso, addirittura travalica l’inchiesta stessa promossa dalla Procura di Roma contro la giudice di Napoli Anna Scognamiglio, il marito l’avv. Manna, l’ormai ex capo della segreteria politica del governatore Nello Mastursi e due dipendenti ospedalieri. Ci riferiamo alle dichiarazioni rilasciate da De Luca e che chiunque può rivedere su qualunque sito web o in televisione e cioè di non essere assolutamente a conoscenza dei fatti contestatigli oltre che delle persone coinvolte. Poi è lo stesso Governatore a pubblicare sul sito web della Regione Campania la lettera a firma del suo legale indirizzata al Procuratore della Repubblica di Roma con la quale, dichiarando la propria estraneità ai fatti oggetto dell’inchiesta, chiede di essere ascoltato dai magistrati. In bell’evidenza risaltano il numero del procedimento penale (Proc. Pen. N°37961/15/21/RGNR c/Scognamiglio + altri) e la data: 29 ottobre 2015. La domanda che ci dobbiamo porre è la sseguente: come si fa, da parte di un Presidente di Giunta Regionale, a mentire così sfacciatamente sotto i riflettori dei media nazionali ben sapendo di essere indagato e di aver dato mandato al proprio legale, evidentemente a seguito dell’informativa di garanzia, di formalizzare una nota all’indirizzo del Procuratore della Repubblica che indaga sull’accaduto già vecchia di dieci giorni?

Questo comportamento allunga più di un’ombra di inaffidabilità sull’uomo che regge le sorti della Regione Campania e che, insieme al suo staff di segreteria e di comunicazione, ha messo su un siparietto meschino e ridicolo, preoccupante per la disinvoltura con cui ha esposto sè stesso e l’istituzione che rappresenta, oltre ai gravi problemi giudiziari, al ridicolo e all’infamia di una politica spudoratamente menzognera. Il PD regionale e nazionale sa benissimo che questa storia può rappresentare per il partito il de profundis in vista delle elezioni comunali di Napoli e non solo. Qui però sul banco degli imputati non ci finisce solo De Luca, ma anche il leader nazionale di un partito che, ovunque nel Paese, quotidianamente si sta rivelando una consorteria dove affari, interessi e collusioni criminali sono all’ordine del giorno e inquinano pesantemente la pubblica amministrazione. Il problema è molto più serio di quanto possa apparire o di quanto si voglia lasciar credere e c’è davvero poco da ridere per quello che è diventato oggi il PD renziano nelle cui mani sono affidate le sorti dell’Italia.

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