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Speciale BLSD, all’Hilton Sorrento Palace il primo corso per sanitari del GIEC

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Maurizio Santomauro
Maurizio Santomauro

SORRENTO – Nei giorni 4 e 5 luglio si svolgerà in Sorrento il primo corso per istruttori Basic Life Support Defibrillator per sanitari con il supporto di docenti dell’American Heart Association di Dallas. Formare nuovi 21 sanitari come istruttori servirà ad alimentare la cascata formativa che in Italia è ancora all’inizio rispetto agli Stati Uniti e servirà a realizzare l’ambizioso progetto 2020 anche in Italia. Lo scopo del progetto è quello di ridurre entro il 2020 del 20% il numero di attacchi cardiaci e del 20% quello degli ictus.
Alla inaugurazione saranno presenti il Coordinatore dell’AHA Glenn M Vanden Houten, il Presidente del GIEC Maurizio Santomauro, il Sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo, il Governatore del Distretto Rotary Giancarlo Spezie, il Direttore della Cardiochirurgia della Federico II Carlo Vosa, Il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti Vincenzo Santagada.

L’obiettivo che ha caratterizzato l’Associazione GIEC (Gruppo per l’intervento nelle emergenze cardiologiche) in questi anni è stata quello di creare un’osmosi culturale sui più importanti argomenti dell’emergenza cardiocircolatoria con le altre Società e Associazioni Scientifiche Italiane per ridurre in Italia i 60.000 casi all’anno di morte improvvisa cardiaca e i 200.000 casi di ictus. Le iniziative prodotte hanno coinvolto cardiologi, rianimatori, medici di emergenza, medici sportivi, specializzandi in formazione, operatori del 118, infermieri, tecnici e volontari. Parallelamente una Commissione di esperti da anni ha lavorato in qualità di consulenti per Camera e Senato al fine di licenziare una legge sull’obbligo dell’uso extraospedaliero dei defibrillatori. Cio’ ha prodotto nel mese di aprile dello scorso anno nell’ambito sportivo il Decreto Balduzzi che ha promulgato l’obbligo dei defibrillatori per tutte le Società sportive anche amatoriali e dilettantistiche. Il decreto, approvato lo scorso 24 aprile, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 169 del 20 luglio 2013.

IL DECRETO PER LE ATTIVITA’ SPORTIVE SCOLASTICHE

In relazione ai certificati per l’attività sportiva non agonistica, il decreto ha introdotto l’obbligo per gli studenti che svolgono attività fisico-sportive organizzate dalle scuole nell’ambito delle attività parascolastiche, i partecipanti ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale e le persone che svolgono attività organizzate dal Coni o da società affiliate alle Federazioni o agli Enti di promozione sportiva che non siano considerati atleti agonisti a un controllo medico annuale effettuato da un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport. La visita prevedeva la misurazione della pressione arteriosa e un elettrocardiogramma a riposo. Regole più stringenti erano previste per chi partecipa ad attività ad elevato impegno cardiovascolare come manifestazioni podistiche oltre i 20 km o le gran fondo di ciclismo, nuoto o sci: in questo caso erano previsti anche accertamenti supplementari. Il Decreto in definitiva prevedeva prevedeva tre classi di soggetti per l’attività ludico motoria con conseguente rilascio di tre modelli di certificato: certificato di idoneità alla pratica di attività ludico-motoria, certificato di idoneità alla pratica sportiva di tipo non agonistico e certificato di idoneità alla pratica di attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare ex art 4 DM.

DOTAZIONE OBBLIGATORIA DEI DEFIBRILLATORI NEGLI AMBIENTI SPORTIVI

Inoltre il Decreto, per quanto concerne l’incremento della sicurezza negli ambienti sportivi, ha reso obbligatoria la dotazione di defibrillatori semiautomatici sia per le società sportive dilettantistiche che per quelle sportive professionistiche. Sono state escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. Le società dilettantistiche hanno 30 mesi di tempo per adeguarsi, quelle professionistiche 6. Gli oneri sono a carico delle società, ma queste possono associarsi se operano nello stesso impianto sportivo, oppure possono accordarsi con i gestori degli impianti purché siano questi a farsene carico. Dovrà essere presente personale formato e pronto a intervenire e il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante. I corsi di formazione saranno effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni. Successivamente il 7 agosto il decreto del fare con un emendamento dei senatori Puglisi e StefanoVaccari è stato abrogato l’obbligo di certificazione per l’attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall’art.7, comma 11, del DL 158 del 2012. Rimane così l’obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l’attività sportiva non agonistica previsto dal 1982. La certificazione attuale per queste attività non ha mai previsto l’elettrocardiogramma a riposo. Questo ritorno alla vecchia certificazione ha riportato tutto come prima, riservandolo solo alle attività agonistiche. Con cio’ è stato vanificato tutto il lavoro della Commissione che aveva invece messo in evidenza la necessità di eseguire un elettrocardiogramma a riposo anche per coloro che si apprestavano a svolgere una attività motoria di tipo ludico-dilettantistico.

LE MORTI IMPROVVISE ELETTRICHE

Proprio in questo ambito dello sport si verifica il maggior numero di morti improvvise elettriche che spesso passano del tutto sotto silenzio. Il caso piu’ recente si è verificato sabato 28 settembre a Bari dove Pierpaolo Dentico di 30 anni è morto mentre giocava a calcetto con degli amici nell’impianto di Santa Caterina.
L’elettrocardiogramma rappresenta tuttora il primo approccio strumentale a disposizione del cardiologo clinico, sia che operi in strutture ambulatoriali che in ospedale. Negli anni ’50 l’elettrocardiogramma era in pratica l’unico strumento tecnologico a disposizione del clinico e in quegli anni fiorirono gli studi per comprenderne la sensibilità e la specificità clinica. Negli ultimi 30 anni sono comparse altre e più complesse tecnologie che hanno affinato le nostre capacità diagnostiche. Ciononostante l’elettrocardiogramma non ha perso di importanza ma al contrario grazie alle correlazioni ottenute con le nuove metodiche ha migliorato la sua performance e utilità clinica. L’elettrocardiogramma (ECG) è la registrazione grafica dell’attività elettrica del cuore. Di facile esecuzione rappresenta l’esame più comune che offre al medico preziose indicazioni sullo stato attuale del cuore. È l’esame con cui si valutano le variazioni elettriche che si verificano durante l’attività cardiaca. Serve per vedere se il cuore è sofferente e se il ritmo cardiaco è regolare oppure no. In particolare è in grado di svelate per tempo delle patologie presenti anche nei giovani che sono ancora asintomatiche ma ad alto rischio di morte improvvisa elettrica.

LO STUDIO DEL PROF. DOMENICO CORRADO

Secondo uno studio condotto dal prof Domenico Corrado dell’Università di Padova i giovani che praticano sport agonistico presentano un rischio di morte improvvisa 2,5 volte superiore rispetto ai coetanei meno sportivi. In Italia, ogni anno 2 atleti ogni 100.000 muoiono improvvisamente. La causa è quasi sempre una malattia silente ma pericolosa come la cardiomiopatia ipertrofica non rilevata che puo’ essere presente sia in atleti che svolgono attività agonistica sia in quelli che svolgono attività amatoriale. Da oltre 30 anni in Italia le visite medico sportive per l’idoneità alla pratica agonistica si basano sulla raccolta della storia clinica, sull’esame obiettivo e in aggiunta un elettrocardiogramma a 12 derivazioni a riposo e dopo test di Master. Al contrario negli Stati Uniti si ritiene che il bilancio tra costi e benefici non sia vantaggioso. Secondo i medici statunitensi l’esame non sarebbe abbastanza specifico da permettere di individuare un numero di persone che effettivamente corrono pericoli abbastanza grandi da giustificare l’esecuzione del test in tutti gli aspiranti sportivi.
I cardiologi del GIEC, in accordo con altre associazioni di cardiologia italiane, infatti, ritengono che ci siano ottime prove per consigliare l’esecuzione dell’elettrocardiogramma a riposo in tutti i casi e per almeno due buoni motivi. Il primo è che con questo esame relativamente semplice si possono identificare i casi di ipertrofia del miocardio, che sono la causa più frequente di morte cardiovascolare negli sportivi; il secondo è che possono essere intercettate anche altre malattie cardiologiche potenzialmente fatali come le canalopatie eredo-familiari (ad esempio la sindrome del Q-T lungo, la sindrome di Brugada). Per dimezzare le morti in campo l’elettrocardiogramma dovrebbe dunque diventare lo standard in Italia per tutti gli sportivi come aveva previsto il Decreto Balduzzi. In questo modo si potrebbero ridurre del 50-70% le morti cardiache anche tra gli sportivi non agonisti.

LO SCREENING NEONATALE A CARICO DEL SSN

Un’altra proposta presentata nei lavori congressuali è stata quella di promuovere uno Screening cardiaco neonatale a carico del Servizio Sanitario Nazionale con l’introduzione dell’elettrocardiogramma nel primo mese di vita tra gli esami di routine per la prevenzione della morte in culla. La morte in culla o SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) è un evento che avviene con incidenza variabile in ogni paese del mondo in particolar modo nei paesi più industrializzati, dove è considerata la prima causa di morte nel primo anno di vita esclusa l’età neonatale. Tale incidenza è valutata fra lo 0,5 e 1,5 per mille nati vivi. In Italia non sono disponibili dati che comprendano tutto il territorio nazionale ma le ricerche condotte in particolari aree geografiche (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Trieste e Torino) indicano un’incidenza compresa fra 0,4 e 0,7 per mille nati vivi. Nel 90% dei casi la SIDS avviene fra il primo ed il terzo mese di vita; un restante 5% entro il sesto e un 5% dei casi fra il sesto e il dodicesimo mese. Pertanto l’età di maggior rischio è nei primi mesi. Oggi sappiamo che l’evento SIDS è multifattoriale ossia concorrono svariati fattori (malformazioni non rilevabili clinicamente del sistema nervoso centrale, alterazione del sistema nervoso cardiaco, difetti di controllo sul sistema respiratorio e cardiaco, iperattività del sistema vagale associata a malattia da reflusso gastro-esofageo) che, in situazioni limite, possono causare il decesso. Nella maggior parte dei casi la SIDS può essere legata ad una alterazione dell’elettrocardiogramma consistente in un allungamento patologico dell’intervallo Q-T. Il Q-T lungo è una alterazione dell’ECG che si puo’ associare ad alterazioni del ritmo cardiaco e può portare in alcuni casi a morte improvvisa. La “sindrome del QT lungo” deve il suo nome all’allungamento della distanza tra l’onda Q e l’onda T dell’elettrocardiogramma. E’ pertanto facilmente riscontrabile con questo esame. La prevalenza della Sindrome del QT lungo è di 1 su 2000 nati.

LOTS RESPONSABILE DI SINCOPI E MORTE CARDIACA IMPROVVISA

Questo è stato dimostrato da uno studio prospettico su oltre 44000 neonati condotto dal Prof. Schwartz dell’Università di Pavia. La LQTS è una patologia responsabile di sincopi e morte cardiaca improvvisa, soprattutto in bambini o giovani, in assenza di anomalie strutturali del cuore. Essa è caratterizzata da un prolungamento dell’intervallo QT sull’ECG di superficie e dal rischio di aritmie ventricolari tipo torsione di punta, scatenate da situazioni di stress fisico o psicologico. La sindrome è una malattia genetica trasmessa come carattere autosomico dominante, dovuta a mutazioni su almeno sei geni, tutti codificanti per canali ionici responsabili del controllo dell’attività elettrica delle cellule cardiache. Dal punto di vista funzionale, il prolungamento dell’intervallo QT, segno elettrocardiografico tipico della sindrome, corrisponde, a livello cellulare, ad un prolungamento della durata del potenziale d’azione cardiaco. Dopo aver eseguito l’elettrocardiogramma e aver dimostrato che l’intervallo Q-T e quello Q-T corretto per la frequenza è patologico (supera i limiti massimi previsti per le femmine e i maschi) è conveniente sottoporre il neonato ad una indagine genetica per la ricerca di uno dei geni trasmettitori della malattia. L’esame genetico si esegue su un prelievo di sangue. In caso di positività si potrà estendere anche ai genitori. Il controllo elettrocardiografico precoce, dopo la terza settimana dalla nascita, può consentire l’identificazione dei neonati a rischio e la loro cura.

LA TERAPIA CON I BETA-BLOCCANTI

Basta, infatti, dare loro nei primi sei mesi di vita terapie beta-bloccanti per ridurre drasticamente l’incidenza di quella che fino ad oggi è la prima causa di morte nei neonati e che continua a mietere vittime anche tra i bambini, gli adolescenti e i ragazzi fino ai 20 anni. In considerazione del fatto che la maggior parte degli eventi fatali capitano durante il sonno e a casa e considerando le oggettive difficoltà a somministrare una terapia antiaritmica nei primi mesi di vita si propone di addestrare i genitori ad usare a casa un defibrillatore semiautomatico che in caso di arresto cardiaco puo’ riportare in vita il neonato in attesa dei soccorritori istituzionali del Sistema 118. I principali benefici clinici dello screening elettrocardiografico, che andrebbe eseguito dopo la terza settimana dalla nascita, consistono nel fatto che i bambini possono essere curati e quindi protetti dai rischi dovuti alle aritmie riducendo le possibilità di decesso durante la fanciullezza e la gioventù e possono essere identificati anche altri membri della famiglia affetti dalla LQTS o da altre canalopatie ereditarie e quindi a rischio di morte improvvisa
Le iniziative presentate solo solo una piccola parte di quelle varate dal GIEC negli ultimi anni e speriamo possano consentire di ridurre drasticamente nei prossimi anni i casi di morte improvvisa aritmica.

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