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WWF: cronaca di una tragedia annunciata, manca una politica di tutela territoriale

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di Claudio D’Esposito*

Claudio D'Esposito
Claudio D’Esposito

E’ sotto gli occhi di tutti quello che è avvenuto negli ultimi giorni in Sardegna, e non solo. Inutile l’allerta meteo … la natura si è sfogata con violenza… e ha fatto vittime… purtroppo anche bambini innocenti. Il sindaco di Olbia, in un’intervista, si è difeso partendo da lontano: “dai tre condoni edilizi degli ultimi 30 anni, che hanno sanato situazioni di palese e pericolosa illegalità in una città che si era ampliata in modo selvaggio, a rimorchio del successo della Costa Smeralda. Con case costruite nell’alveo dei fiumi, perché quei 16 rivoli che attraversano Olbia sembrano piccoli e innocui. Per dare una frettolosa risposta alle esigenze abitative delle persone, la città si è popolata senza criteri urbanistici: quei condoni hanno legittimato lo sfregio del territorio… a Olbia il territorio è stato violentato!!!” Da noi, nella fragile Terra delle Sirene la situazione non è certo migliore… anzi!!!

Loc. Cancello (Foto WWF)
Loc. Cancello (Foto WWF)

Che la nostra penisola sia una zona a grave rischio idrogeologico (nonché sismico) e a forte franosità e instabilità di versante tutti lo sanno, ma stranamente se ne ricordano solo a “catastrofe” avvenuta. “Il nostro… – scriveva Antonio Cederna – è ormai un paese dalla topografia provvisoria, anzi, un paese a termine … un’antica e radicata malformazione mentale induce a considerare il territorio una terra di conquista da manomettere, nell’assoluta ignoranza delle sue caratteristiche!”

Sentire parlare di emergenza e calamità naturale, puntualmente e ogni volta dopo le prime piogge autunnali, con precisione svizzera, appare quantomeno risibile se non grave e criminoso. E dopo la tragedia appaiono, come da copione, le parole chiave, che rendono possibile ogni successivo investimento e intervento: somma urgenza… ad horas… pericolo per la pubblica e privata incolumità. E spesso la soluzione è peggiore del male stesso, e la medicina finisce per condannare definitivamente il malato.

Partendo da una delle ultime (solo in ordine di tempo) battaglie ambientaliste fatta dalla nostra associazione porgiamo uno sguardo alla Marina della Lobra di Massa Lubrense dove, in questi giorni, si sono verificate pericolose frane e smottamenti da uno dei costoni a strapiombo sulla strada carrabile.
La strada conduce al borgo marinaro, interessato da un mega-progetto di “ristrutturazione” e “riqualificazione” dell’area portuale che ha trovato la ferrea opposizione, oltre che del WWF, anche di Italia Nostra e del Comitato in Difesa di Marina Lobra che (nel denunciare come dietro alle solite belle parole si celi l’ennesima colata di cemento con tanto di megaparcheggio interrato) hanno sottolineato come il progetto sia previsto proprio in un’area definita a rischio dal Piano di Stralcio dell’Autorità di Bacino del Sarno.

Via Campanella (Foto WWF)
Via Campanella (Foto WWF)

Ad opporsi, stavolta, è stata anche l’Autorità di Bacino, preposta alla preventiva tutela di cose e persone dai rischi idrogeologici, che ha espresso “parere non favorevole” al progetto ritenuto non compatibile dal punto di vista idrogeologico. Tale diniego però, inviato a mezzo fax in conferenza dei servizi, è stato considerato “non valido” dal TAR a cui è ricorso l’ente comunale promotore. Ma l’Autorità di Bacino non ci sta …  ed è ricorsa al Consiglio di Stato!!!
A gennaio si saprà se avrà la meglio l’interesse a fare le opere dell’amministrazione comunale e dei privati o la difesa dei vincoli posti a tutela delle vite umane dall’Autorità di Bacino.
Quello che appare chiaro e disdicevole e come, troppo spesso, si antepongano interessi economici alla tutela del paesaggio e della pubblica e privata incolumità, tirata in ballo, solo quando c’è da muovere altri finanziamenti o, peggio, quando c’è da commemorare pubblicamente affranti le vittime di (ormai)passate frane e smottamenti!!!

E’ accaduto nell’anniversario della tragica frana di S.Costanzo, quando politici e club locali hanno ricordato le 10 vittime spazzate via da un fiume di fango assieme alle proprie case nel febbraio del ’73. Allora l’Unità, dalle pagine di cronaca, denunciava con forza “Urge un’inchiesta che indichi le colpe della strage a Sorrento… Un altro tremendo delitto della speculazione a Sorrento … Venti anni di incuria dc e di smodata rapina hanno minato uno dei più splendidi paesaggi del mondo
Da allora, però, la montagna di S. Costanzo si è risvegliata più volte, lasciando scivolare giù rovinosamente, sulla stradina che conduce al Faro di Punta Campanella, assieme al terreno, alcuni grossi macigni calcarei. Dopo l’ultimo recente crollo, del 25 agosto 2013, mentre la polvere copriva nuovamente l’asfalto, il Sindaco di Massa Lubrense decideva di rispolverare, per l’occasione, una vecchia Ordinanza (n.326 dell’agosto’99) di fatto mai revocata reiterando, con una nuova Ordinanza (n.171), la chiusura totale, sia al transito pedonale che a quello veicolare, nel tratto di strada dove sono stati accertati dissesto ed instabilità del costone roccioso tale da costituire pericolo grave ed imminente per la sottostante strada pubblica. Quindi a tutela della pubblica e privata incolumità, poneva nuovamente il divieto di transitare in quella strada, fintantoché non fossero state eseguite le opere di messa in sicurezza necessarie. Perfetto!!!

Salvo poi emettere successivamente, alla vigilia di una passeggiata lungo la stradina organizzata da una ex-guida escursionistica locale, un’ennesima Ordinanza (n.205) in cui si dispone che il divieto è confermato solo per i veicoli a motore, mentre per i pedoni è di nuovo concesso passare sotto la montagna a rischio crollo, ma solo di giorno e prestando molta attenzione nell’attraversamento.
Il Sindaco personalmente raccomanda: “I cittadini, le persone e i gruppi dovranno procedere con attenzione adoperando tutti le comuni norme di buon senso per salvaguardare la loro e altrui incolumità.”
In sintesi, dopo aver chiuso la strada con un Ordinanza-bis, per ricordare a tutti il pericolo di frane mai cessato, dopo appena qualche giorno, il Sindaco riapre il tratto in questione al passaggio pedonale, suggerendo stavolta alle persone di prestare scrupolosa attenzione nel transitare… nel caso che la montagna decidesse di franare… ovvero… di accorgersi per tempo se si sta per essere schiacciati???
E intanto dalle pagine di Facebook qualcuno (meglio tardi che mai) si accorge dello scandalo delle auto parcheggiate direttamente sulla spiaggia della Conca del Sogno … ormai infranto.

Stavolta è la spiaggia di Recommone a finire sul quotidiano on-line Positanonews e a suscitare, dopo decenni di incuria e criminosa manomissione, l’indignazione di centinaia di lettori.
E’ sempre (e ancora) il WWF a denunciare, assieme agli abusi che hanno impunemente snaturato uno dei luoghi più pittoreschi all’interno dell’area Marina Protetta Punta Campanella, l’ennesima situazione di grave pericolo, rappresentato da una strada che percorre addirittura l’alveo cementato del rivo fino a pochi centimetri dal mare, dove le macchine ormai parcheggiano sulla spiaggia. Tutt’intorno muri, manufatti, verande, scale e camere d’albergo di servizio ad una nota attività balneare. In un’area classificata, nel piano di assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino Regionale Destra Sele, come Zona P3 a pericolosità da frana elevata, a pericolosità da colata molto elevata, nonché area inondabile a lungo termine, la strada nell’alveo del rivo rischia di costituire senza dubbio, in caso di precipitazioni meteoriche, un serio rischio per la privata e pubblica incolumità.
Qualcuno suggerirà: “basta non farlo sapere a turisti e cittadini paganti e, in tempo di crisi, è importante che l’economia continui a girare.” Il resto sono solo “chiacchiere di ambientalisti ed estremisti che sanno dire solo no”.
Ma, forse, a ben vedere non è proprio così???

*Presidente WWF Penisola Sorrentina

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