Italia

Imprese in affanno…Troppe tasse sul lavoro

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di Gaetano Mastellone*

Sullo stipendio mensile di un operaio di 1.226,00 euro netti, l’azienda ne paga 2.241,00. Un impiegato con una busta paga netta di 1.621 euro costa al suo titolare 3.050,00. Recentemente Eurostat ha presentato dei dati che “ci dicono” – anzi ci confermano in quanto ne eravamo già ben al corrente – che la pressione sugli stipendi italiani è la più alta d’Europa. In pratica il prelievo fiscale supera della metà gli stipendi e i salari lordi degli italiani. Analizziamo ora l’esempio di un operaio occupato nell’industria: con uno stipendio mensile netto di 1.226 euro, costa al suo titolare ben 2.241 euro. Quest’ultimo importo è dato dalla somma della retribuzione lorda (1.672 euro) e dal prelievo a carico del datore di lavoro (pari a circa 568 euro).

Poi ci si lamenta che il numero dei disoccupati è cresciuto! Poi ci si lamenta della disoccupazione giovanile! Come fanno le aziende a “sopportare” questa mannaia di tasse? Le cose non vanno meglio nemmeno ad un ipotetico impiegato che lavora in una azienda industriale e che porta a casa 1.620 euro mensili netti.

Al suo datore di lavoro costa ben 3.050 euro. Questa cifra è data dalla somma tra la retribuzione lorda (2.312 euro) e il prelievo a carico del suo titolare (738 euro). Alla luce di questi risultati è urgentissimo che il Governo, invece di perdere ulteriore tempo, attui una immediata inversione della tendenza in quanto le imprese italiane, in particolare quelle delle costruzioni e l’intero comparto immobiliare, dell’arredamento e degli elettrodomestici “bianchi” sono quasi nel baratro. Fare presto, bisogna fare prestissimo.

Bisogna agire, e subito. Bisogna legiferare, e subito. Bisogna abbassare il carico fiscale e contributivo sui salari e gli stipendi. Qualcosina il Governo dell’ex Monti ha fatto, ma bisogna fare di più. La ricetta per cercare di svoltare, nella sua complessità, è molto molto semplice. Solo lasciando più soldi in tasca agli italiani abbiamo la possibilità di rilanciare i consumi.

Il problema è che proprio questi ultimi sono troppo bassi. La crisi è molto pesante, soprattutto dal punto di vista occupazionale, anche perché continuano a calare i consumi. La situazione generale la possiamo racchiudere con questa analisi: meno si acquista, più si sta a casa e più si sta a casa, meno si spende.

E’ un circolo vizioso da scardinare completamente, siamo già in fase di doppia repressione, non ci possiamo più permettere consumi così bassi in quanto il Debito aumenterà sempre di più semplicemente perché il PIL non cresce!
L’Italia è nel gruppo di paesi in cui il peso delle tasse rispetto al PIL è più alto: 42,3% (dati 2010) contro una media europea del 38,4% (38,9% in Eurolandia).

*Vice Presidente OBI

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