Napoli

Spasmodicamente attaccati alle poltrone…La Provincia ci tenta!

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Luigi Cesaro (PdL)

Se non dovesse essere ridotta a 60 giorni, rispetto agli attuali 180, la data entro cui un sindaco o un presidente di Provincia che intende candidarsi al Parlamento deve dimettersi, pena l’incandidabilità, allora è prossima la stagione dei commissariamenti di questi enti per le dimissioni del vertice. E’ il caso dell’On. Luigi Cesaro (PdL), presidente della Provincia di Napoli, deciso a ricandidarsi al Parlamento e che quindi dovrà dimettersi non appena scatta l’ora fatidica. Ne conseguirebbe lo scioglimento del Consiglio provinciale con la decadenza di tutti gli amminsitratori, assessori e consiglieri che resterebbero così senza poltrone e senza privilegi!…

A questo punto la maggioranza, e in particolare il gruppo dell’UDC, vorrebbe ricorrere all’escamotage di convocare un urgente consiglio provinciale in cui formalizzare l’incompatibilità di Cesaro a ricoprire la carica di Deputato e Presidente in modo da bloccare lo scioglimento del consiglio, ma svincolando Cesaro rispetto all’obbligo di dimissioni per sottoscrivere la candidatura. Il Consiglio e la Giunta resterebbero in piedi nelle mani del vice presidente e tutti sarebbero felici e contenti! Un uso così spregiudicato della legge per tutelare gli interessi della Casta non può che essere denunciato e perseguito. Cesaro avrebbe dovuto dimettersi per incompatibilità al doppio mandato, come previsto dalla legge, da tempo, ma si è sempre appellato a una carenza legislativa che impedisce al presidente della provincia di candidarsi al Parlamento restando in carica, ma non a un parlamentare di candidarsi alla presidenza della provincia conservando entrambe le cariche. Ne è nato, non solo a Napoli, un contenzioso irrisolto sul piano giuridico oltre che politico, per cui Cesaro ha continuato indifferentemente a fare il doppio lavoro con altrettanta doppia retribuzione e i Consiglieri della sua maggioranza si son ben guardati dal decretarne l’incompatibilità che alla fine avrebbe prodotto la decadenza del Consiglio. Ora invece intenderebbero decretarla questa incompatibilità che permetterebbe a Cesaro di candidarsi al Parlamento e a loro di restare in sella fino alla scadenza del mandato conservando tutti i privilegi della casta che non si rassegna a cedere di un millimetro su questo fronte. Inoltre nei 180 giorni che precedono le consultazioni elettorali gli enti interessati sono inibiti dal deliberare spese che abbiano un evidente finalità politico-elettorale-clientelare. Se guardiamo all’operato della Provincia di Napoli in questi ultimi dieci anni c’è da mettersi letteralmente le mani nei capelli per la disinvoltura di spesa e di clientele operate da questo ceto politico resistente e spasmodicamente attaccato alle poltrone!

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