Italia

Palagiano (IdV): istituire un registro nazionale sulle protesi

Stampa

ROMA – L’ultimo allarme sui rischi per la salute derivanti dall’impianto di protesi che rilasciano sostanze tossiche nell’organismo l’ha dato la popolare trasmissione televisiva “Striscia la Notizia” qualche giorno fa in riferimento a protesi per l’anca che possono procurare gravi danni alla salute e financo malattie tumorali. Solo prima di Natale è rimbalzata dalla Francia la notizia delle protesi al silicone utilizzate per gli interventi di mastoplastica con migliaia di donne, francesco ma anche italiane, costrette a rivolgersi ai propri medici per capire che tipologia di protesi abbiano installato nei propri seni. L’iniziativa assunta dal parlamentare sorrentino dell’Italia dei Valori, Antonio Palagiano, medico e responsabile sanità del partito di Di Pietro, riguarda appunto l’istituzione di un registro nazionale per tutti i tipi di impianti protesici. “I casi di protesi cardiache difettose e protesi mammarie cancerogene e quello più recente delle protesi d’anca che rilascerebbero cobalto nell’organismo, impongono la necessità di un Registro che garantisca la tracciabilità degli impianti”, evidenzia Palagiano che chiede al Ministro della Salute Balduzzi “…di valutare la nostra proposta di legge e di attivarsi in tal senso, affinché possa al più presto istituirsi un registro Nazionale di tali materiali attraverso l’informatizzazione di tutti gli impianti e dei materiali estranei utilizzati di cui non si conoscono gli effetti. Ogni giorno vengono impiantate protesi mammarie, ortopediche, articolari, vascolari, cardiache, di cui non si conosce la provenienza e di conseguenza non si possono prevedere i possibili effetti sull’organismo. È, invece, fondamentale valutare in tempo reale l’efficacia e la durata di questi dispositivi. Secondo diverse ed autorevoli fonti, ad esempio, le protesi d’anca fabbricate dall’azienda DePuy, vicenda sulla quale ho presentato un’interrogazione al ministro della Salute, potrebbero danneggiarsi e rilasciare nell’organismo particelle di cobalto” aggiunge Palagiano. “I pazienti, dunque, oltre alla beffa per una protesi comunque difettosa, corrono il rischio di essere contaminati da una sostanza tossica quale è il cobalto, che, è bene ricordarlo, è stata inserita dall’Iarc tra gli agenti che possono essere cancerogeni per gli esseri umani. L’azienda DePuy è riuscita ad individuare le criticità del proprio prodotto proprio grazie alla consultazione dei Registri nazionali di protesi esistenti nei diversi Paesi del mondo”, conclude Palagiano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*