Napoli

A Castellammare il meeting dei Cattolici in Movimento con la Beneduce

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Cattolini in Movimento

Continua senza soste il movimentismo della dottoressa Flora Beneduce che, divisa tra professione e politica, si sta proponendo in pole position in vista delle prossime elezioni politiche della primavera 2012 quando sicuramente concorrerà per un posto blindato in Parlamento nelle file del PDL. Dopo aver sollevato un polverone all’Ospedale Civile di Sorrento per una questione di riorganizzazione di alcuni reparti rivolgendo precise quanto pesanti accuse alle presunte lobby medico-sindacali che ostacolerebbero questa riorganizzazione, Flora Beneduce torna ad occupare il palcoscenico della politica, questa volta con i “Cattolici in Movimento” che terranno un incontro-dibattito giovedì 27 ottobre 2011, alle ore 18.30, al Supercinema di Castellammare diStabia sul tema: “Fede e politica. Dalla crisi alla speranza”. Hanno assicurato la presenza al convegno molti rappresentanti del mondo accademico, religioso, associativo e politico istituzionale. Tra questi  Antonio Palma, presidente per Napoli del movimento “Scienza e Vita”; Monsignor Francesco Rosso, assistente ecclesiale del “Movimento cristiano lavoratori”; Luigi Cerciello, presidente nazionale dei “Cattolici in Movimento” e la stessa Beneduce in qualità di coordinatrice per Napoli e provincia. La manifestazione, moderata da Ettore Mautone giornalista de “Il Denaro”, sarà inaugurata dall’intervento del sindaco Luigi Bobbio. Le conclusioni, invece, saranno affidate a agli interventi degli onorevoli Silvano Moffa (presidente deputati gruppo Popolo e Territorio), Luisa Bossa (membro della commissione  Affari sociali della Camera) e Giuseppe De Mita (vice presisdente Giunta regionale Campania).
Il tema di questo incontro è quanto mai attuale dopo il meeting di Todi – dice Flora BeneduceI Cattolici hanno dimostrato di non voler rimanere nell’angolo a guardare una società malata che si consuma sotto lo sfregamento del relativismo, dell’individualismo autolesionista, della chiusura al prossimo.  Bisogna recuperare la dimensione della solidarietà, della condivisione, dell’impegno per la realizzazione del bene comune. È necessario ritornare a sentirsi membra di un corpo e lavorare per crescere insieme. Crediamo che la Chiesa non abbia mai smesso di operare secondo l’insegnamento di Gesù, con amore. È in questo sostantivo che si condensa l’essenza di ogni vita. È con amore e per amare che siamo stati creati. Ne siamo convinti e siamo altrettanto convinti di dover  testimoniare la necessità di trattare il nostro prossimo come fratello. Ecco che, in questa ottica, cambia la concezione della società, che non è più gruppo amorfo, ma è collettività che si determina nel vincolo della solidarietà, dell’aiuto reciproco, dell’amore. Noi cattolici abbiamo il dovere di intervenire nella vita civile. Siamo portatori di valori che non sono solo dottrinali, ma sono universali. Mi auguro che questa occasione sia una pietra, una prima pietra per la costruzione della nostra attiva partecipazione alla vita pubblica”.

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