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Frutta estiva in crisi, la cooperazione chiede ad Amendolara di intervenire a Bruxelles

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NAPOLI – Le Centrali cooperative – Agci, Confcooperative e Legacoop  – hanno scritto all’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Vito Amendolara, per denunciare la drammatica situazione che sta vivendo il settore della frutta estiva, con particolare riferimento al gravissimo andamento commerciale delle produzioni di pesche, di nettarine e di susine, chiedendo di supportare in tutte le sedi istituzionali la richiesta urgente di intervento.

Ass. Vito Amendolara

Si tratta di una corsa contro il tempo, dal momento che il 19 luglio 2011 si riunirà il Consiglio Agricolo a Bruxelles, l’ultimo prima dell’estate. In particolare i Presidenti Vanda Spoto e Gian Luigi De Gregorio e il Commissario Carlo Mitra, hanno messo in evidenza che “a causa della sovrapposizione, dei calendari di maturazione fra Nord e Sud nelle aree italiane e anche di altre aree produttive dell’Europa, che hanno creato un’eccedenza dell’offerta, nonché della riduzione della domanda, determinata in parte per il condizionamento psicologico indotto dallo scandalo Escherichia Coli, verificatosi in Germana sugli ortaggi, ed in parte per l’esistente crisi economica, i prezzi nelle transazioni dei prodotti ortofrutticoli estivi non consentono di coprire minimamente i costi di produzione sostenuti dalle aziende agricole”.
Nella nota si legge che “il ripetersi di queste situazioni di mercato negativo per i produttori, come già verificatosi 5 volte negli ultimi 8 anni, possono pregiudicare per il futuro, la continuità delle aziende agricole produttrici, la tenuta del sistema organizzato cooperativo, il futuro di innumerevoli realtà produttive che operano nell’indotto del comparto ortofrutticolo, oltre a compromettere importanti livelli occupazionali impegnati nello stesso comparto”.
Purtroppo – proseguono i Responsabili regionali delle tre Centrali – gli strumenti nazionali e comunitari che oggi sono in possesso delle Organizzazioni Produttori Cooperative sono assolutamente inadeguati per la gestione della crisi ed è estremamente difficoltoso instaurare un confronto costruttivo con la GDO organizzata teso alla definizione di azioni condivise per ridurre l’impatto drammatico sul sistema del pesantissimo mercato dei prodotti ortofrutticoli”. “Fin dall’inizio il Coordinamento nazionale della cooperazione italiana dell’ortofrutta ha cercato di intervenire sul Ministero dell’Agricoltura per ampliare il più possibile il regolamento approvato per fronteggiare la crisi del batterio killer in termini di calendario e di prodotti ammissibili. Per ora non ci è riuscito, ma il perdurare della crisi ci ha spinto a incrementare le azioni in tal senso coordinandoci a livello europei con francesi e spagnoli e naturalmente a livello di Copa – Cogeca”.
Secondo Spoto, De Gregorio e Mitra, assieme all’aspetto emergenza è necessaria anche un’azione tesa a modificare alcuni aspetti dell’OCM che porterebbero dei miglioramenti nella gestione della crisi, come hanno illustrato in un documento che hanno allegato alla lettera indirizzata all’Assessore Amendolara.
 
CRISI ORTOFRUTTA LUGLIO 2011 – RICHIESTE COOPERAZIONE – MISURE PER L’EMERGENZA
Il mercato della frutta estiva – ed in particolare per pesche e nettarine – è interessato da una pesante crisi che rischia di mettere a repentaglio molti posti di lavoro nell’ambito della produzione primaria e dell’intero l’indotto.
I motivi di questa grave situazione vanno ricercati in:
1) sovrapposizione, per anomalie climatiche, dei calendari di maturazione fra Nord e Sud nelle aree italiane e anche con la Spagna;
2) riduzione della domanda a seguito dell’allarme Escherichia Coli, unitamente alla perdita di potere d’acquisto delle famiglie e contrazione dei consumi in Europa.
La crisi attuale, in relazione alle citate anomalie, è da considerarsi congiunturale e necessita di provvedimenti capaci di riportare il mercato in equilibrio in tempi rapidi. Gli attuali strumenti di intervento, basati sui ritiri da parte delle OP (Organizzazioni dei Produttori), non sono in grado di incidere sul mercato in modo rilevante a causa, soprattutto, dei prezzi troppo bassi riconosciuti ai produttori; inoltre queste misure, per essere effettivamente efficaci, dovrebbero interessare l’intera produzione e non solo quella organizzata in OP.
Si ritiene quindi necessario, come nel recente intervento straordinario autorizzato per fronteggiare l’emergenza provocata dai casi di intossicazione da E.coli, proporre e sostenere uno strumento di intervento in grado di agire sul mercato in modo trasversale. Nell’immediato si chiede di avanzare all’Unione europea la richiesta di destinare risorse specifiche ad un intervento straordinario per pesche, nettarine e susine valido per tutti i produttori dell’Unione europea e di adeguare i prezzi di intervento con le medesime modalità adottate in occasione dell’intervento per la crisi E. Coli.
 
MISURE NEL MEDIO PERIODO
In previsione della revisione dell’OCM, si chiede di sostenere la riforma delle attuali misure di prevenzione e gestione delle crisi che si sono dimostrate inadeguate.
In particolare noi sosteniamo le seguenti proposte di modifica dell’OCM:
– prevedere, per i pochi prodotti frutticoli fortemente deperibili come pesche, nettarine e susine, meccanismi collettivi, applicabili a livello europeo, per la gestione dei ritiri;
– aumentare al 10% la percentuale massima dei prodotti ritirabili per singola specie, incentivando la destinazione del prodotto ritirato ad uso energetico;
– adeguare i massimali di aiuto previsti dalla normativa comunitaria per i ritiri dal mercato lasciando agli Stati Membri, per i prodotti altamente deperibili, la definizione dei valori da applicare;
– incentivare la destinazione dei prodotti alla distribuzione gratuita a favore di indigenti creando un capitolo di spesa al di fuori dell’aiuto previsto per la prevenzione e gestione delle crisi;
– istituire un fondo destinato ad assicurare crediti derivanti da esportazioni verso Paesi terzi in quanto, ad oggi, le imprese non dispongono di alcun strumento a salvaguardia dei mancati pagamenti derivanti dall’insolvenza di aziende importatrici;
– favorire la costituzione di fondi mutualistici, cofinanziati dalla UE e gestibili direttamente dalle OP o dalle AOP, utilizzabili per integrare i produttori nel caso di crisi dei prezzi di mercato;
– valutare nuove forme assicurative in grado di garantire una salvaguardia del reddito ai produttori che continuano a rappresentare l’anello debole di tutta la filiera.

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