Campania,  Italia,  Sant'Agnello

Coppola, etichette sugli alimenti di origine animale

Stampa

Giusepep Coppola '71, assessore

Lo avevo anticipato nell’articolo del 20 Gennaio scorso, che la tanto sbandierata legge sull’etichetta di origine degli alimenti avrebbe avuto vita breve. Questa volta, a differenza  di come avvenne per la Legge 204/2004, l’intervento europeo è stato a dir poco fulmineo, visto che non ha dato il tempo ai nostri politici di finire il brindisi bipartisan  e i festeggiamenti per la nascita della nuova normativa, emanata in barba all’Europa e alle sue direttive. Nel momento in cui il Ministro delle Politiche Agricole era pronto a tradurre in pratica la nuova legge sull’indicazione di origine dei prodotti alimentari, è arrivata la doccia fredda  da Bruxelles, che con toni diplomatici ha fatto capire all’Italia che non può permettersi di adottare in materia di etichettatura degli alimenti, regole ulteriori rispetto a quelle comuni. La lettera, pervenuta al Ministro Galan il 1° Febbraio e firmata dai Commissari europei per la Salute e Tutela del Consumatore John Dalli e per l’Agricoltura Dacian Ciolos, è in pratica un ultimatum vero e proprio, foriero di sicure sanzioni se il nostro Governo non si adeguerà. Questa sonora bocciatura è l’ennesima prova del decadimento della nostra politica, troppo presa dai gossip e dal potere fine a se stesso, ormai incapace di lavorare nell’interesse dei cittadini. Come scrivevo nel precedente articolo, la battaglia per l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine degli alimenti, doveva e deve essere fatta in Europa,  attraverso i politici eletti al parlamento europeo; per fare questo i nostri Partiti avrebbero dovuto candidare persone scelte per la loro capacità, preparazione e caparbia e non per l’aspetto fisico, per la popolarità in quanto vip o per gli altri discutibili criteri che abbiamo letto in questi giorni sulla stampa. I nostri politici non hanno ancora capito che la battaglia per la salute degli italiani passa per l’Europa, visto che è a Bruxelles che si decide, nel bene e nel male, il destino di tutti.
Lasciare un ruolo così importante nelle mani di persone incapaci di intervenire per impreparazione, menefreghismo o altro, è una condanna non scritta per tutti noi in tutti i settori della vita sociale  ed economica. Di questa vicenda, che ha fatto fare una pessima figura al nostro Paese e ai nostri politici, stupisce l’ingenuità con la quale i nostri governanti, le organizzazioni di categoria e tutti quelli che contano in campo agricolo e alimentare, si erano illusi di raggirare e di imporre le proprie decisioni all’Unione Europea, nonostante che già nella fase iniziale del disegno di legge, Bruxelles avesse già  espresso un parere contrario. In pratica si è ripetuto un copione già visto  con la legge 204/2004, quando il legislatore italiano provò a introdurre l’obbligo di citare l’origine delle materie prime sulle etichette di tutti i prodotti alimentari. All’epoca, come si ricorderà. la Commissione europea rilevò l’incompatibilità della norma con quella comunitaria e diffidò l’Italia dall’applicarla.
Si dice che la persona saggia “fa tesoro delle proprie esperienze”; questo antico detto non è sicuramente applicabile alla nostra classe politica!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*