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Vico Equense: sull’Istituto SS. Trinità e Paradiso il Sen. Lauro interpella la Gelmini

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Sen. Raffaele Lauro (PdL)

ROMA –  In merito alla destinazione dell’Istituto SS. Trinità e Paradiso di Vico Equense, il sen. Raffaele Lauro (PdL), con un’interrogazione urgente al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, ha chiesto un’immediata ispezione ministeriale, presso l’Istituto, volta ad accertare, in poche settimane, eventuali responsabilità (penali, civili ed amministrative). Ha chiesto, inoltre, in base anche alle risultanze ispettive, di provvedere urgentemente, con decreto ministeriale, per sancire l’estinzione dell’Istituto e per trasferirne, senza indugio, il patrimonio, mobiliare e immobiliare, al Comune di Vico Equense, vincolando, in maniera inderogabile, l’utilizzo del patrimonio dell’Istituto a scopi di istruzione, culturali e, comunque, a finalità esclusivamente pubbliche, al servizio della comunità di Vico Equense, preservandone così le finalità originarie.

RAFFAELE LAURO – Interrogazione al  Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Premesso che:

–  la comunità locale di Vico Equense mantiene estremamente vivo l’interesse per il destino del complesso monumentale dell’Istituto “SS. Trinità e Paradiso”, manifestando forte preoccupazione per l’inarrestabile declino dello stesso e temendo, altresì, che esso possa essere utilizzato in futuro per qualche uso improprio, tale da deturparne l’inestimabile valore storico-culturale;
– recentemente è sorto, per iniziativa spontanea, un comitato civico locale che ha raccolto migliaia di adesioni a una petizione popolare mirata a salvaguardare il predetto complesso dal degrado e dall’abbandono, oltre che a tutelarlo da possibili disegni speculativi;
– di tale esplicita volontà popolare si è reso interprete il consiglio comunale di Vico Equense che, nella seduta dell’8 luglio 2010, ha deliberato con larghissima maggioranza (con soli tre voti di astensione e con nessun voto contrario) di «richiedere ai competenti Ministeri il trasferimento nel patrimonio del comune di Vico Equense, anche alla luce dell’evoluzione normativa in essere ed in particolare del decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85, con il vincolo di garantirne la massima valorizzazione funzionale, del complesso monumentale SS. Trinità e Paradiso» (delibera consiliare n. 28 dell’8 luglio 2010);
– l’Istituto “SS. Trinità e Paradiso” nasce nel 1677 per volontà di Monsignor Giambattista Repucci, già Vescovo della città di Vico Equense. Il presule, infatti, con atto pubblico del 26 maggio 1677, rogato Cioffi, diede vita al Conservatorio femminile detto, appunto, della «SS. Trinità e Paradiso», il cui fine primario era quello di provvedere alla educazione ed istruzione di fanciulle appartenenti a famiglie di civile condizione;
– l’Istituto “SS. Trinità e Paradiso” è uno degli Istituti della Campania che, insieme agli educandati, ai collegi di Maria e ad alcuni altri istituti, costituiscono il complesso degli istituti pubblici di educazione femminile esistenti in Italia;
– tali istituti erano stati ordinati dal regio decreto 23 dicembre 1929, n. 2392, e dal regio decreto 1° ottobre 1931, n. 1312 (ora abrogati). Di conseguenza, l’Istituto «SS. Trinità e Paradiso», come tutti gli altri compresi nella tabella 4 allegata al citato regio decreto n. 1312 del 1931, è da considerare pubblico non statale e, come tale, soggetto alla normativa degli enti pubblici, anche sotto il profilo patrimoniale;
– esso è amministrato da un consiglio di amministrazione, composto da un presidente e da due consiglieri, nominato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. L’articolo 6 del regio decreto n. 2392 del 1929 prevedeva che il consiglio poteva essere sciolto e, in tal caso, il governo dell’ente affidato a un commissario straordinario per la durata massima di un anno;
– nel corso degli anni si sono succeduti molteplici consigli di amministrazione e gestioni commissariali, senza che siano stati conseguiti i risultati previsti dallo statuto, con una proficua ed efficiente gestione del patrimonio immobiliare;
– del cospicuo patrimonio immobiliare dell’ente risultano disponibili, a tutt’oggi, solamente il fabbricato nel quale ha sede l’ente (peraltro, in precario stato di conservazione) e l’annessa Chiesa, non agibile a seguito del sisma del 1980. I numerosissimi fondi agricoli di proprietà dell’ente sono stati negli anni ceduti con contratti di enfiteusi; parte di tali contratti si sono risolti con l’affranco e la definitiva perdita di proprietà; altri forniscono rendite irrilevanti;
– il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2009 rileva un disavanzo accertato di oltre 840.000 euro;
– con delibera n. 11 del 23 novembre 2002, il consiglio di amministrazione all’epoca in carica, accertò e dichiarò l’esaurimento dello scopo statutario (le istituzioni scolastiche avevano cessato di operare dall’anno scolastico 2000/2001) e richiese la «trasformazione» dell’ente al Ministero della pubblica istruzione;
– nel 2004 lo stesso Ministero, inopinatamente, nominò un nuovo consiglio di amministrazione che, dopo qualche tempo, si dimise per la gravità della situazione finanziaria e la conseguente ingestibilità dell’ente;
– a seguito di tali dimissioni, il Ministero, nell’agosto del 2008, procedette alla nomina di un commissario straordinario e, successivamente, con decreto ministeriale del 26 ottobre 2009, alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione, attribuendo la funzione di presidente al suddetto commissario straordinario;
– l’Istituto, ad oggi, non svolge e non è in grado di svolgere più alcuna attività e non si vede quale prospettiva si possa prevedere per esso, se resta nell’attuale, gravissima condizione. Peraltro, esso si trova in uno stato di conservazione assolutamente precario e necessita di urgenti lavori di ristrutturazione e restauro;
– risulta inevitabile, come già avvenuto per casi analoghi (ad esempio, con la legge 5 febbraio 1992, n. 176, che dispose l’estinzione del conservatorio delle Montalve alla Quiete di Firenze e il trasferimento del relativo patrimonio all’università degli studi di Firenze), procedere all’estinzione dell’Istituto pubblico di educazione femminile «SS. Trinità e Paradiso» e prevederne il trasferimento, con tutto il suo patrimonio, al comune di Vico Equense, salvaguardandone in tal modo l’immenso valore artistico e storico e rispettando, altresì, la volontà e gli orientamenti dei fondatori, nonché l’unanime sollecitazione della pubblica opinione locale che desidera fortemente che l’Istituto «SS. Trinità e Paradiso» possa continuare ad assolvere la sua funzione educativa e culturale e sia sottratto ad ogni tentazione di speculazione affaristica,

si chiede di sapere:
– se non sia opportuno procedere, con estrema urgenza, ad un’ispezione ministeriale, presso l’Istituto, volta ad accertare eventuali responsabilità (penali, civili e amministrative);
– se, in relazione anche alle risultanze ispettive e indipendentemente da ogni iniziativa legislativa in merito, si intenda provvedere, con decreto ministeriale o con atto di altra natura, all’estinzione dell’Istituto e a trasferire il suo patrimonio mobiliare e immobiliare al comune di Vico Equense, vincolando, in maniera inderogabile, l’utilizzo del patrimonio dell’Istituto a scopi di istruzione e culturali, e, comunque, a finalità esclusivamente pubbliche al servizio della comunità di Vico Equense, preservandone così le finalità originarie.

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