Salvatore Cappiello: “Insieme! Siamo Piano Gaza”. Don Rito: “Percorriamo la via alta”
Piano di Sorrento è scesa in piazza per dire no al genocidio del popolo palestinese confermando con la partecipazione civica un’iniziativa assunta dal consiglio comunale che ha votato una deliberazione di condanna per la tragedia che sta sconvolgendo Gaza ad opera del governo Netanyauh.
Il sindaco Salvatore Cappiello: “Silenzio quando i bambini dormono, non quando i bambini muoiono! Noi, noi Piano di Sorrento, stasera abbiamo fatto rumore! L’immediata cessazione delle ostilità, la protezione dei civili, il rispetto dei diritti umani, il no al riarmo: sono le richieste che, insieme, come Comunità, abbiamo lanciato, uniti, dalla nostra Piazza Cota. Insieme! Siamo Piano Gaza“.
Una manifestazione pacifica e nello stesso tempo forte nell’esercizio del diritto di “prendere posizione” come ha spiegato il parroco di Mortora Don Rito Maresca che, insiene ai colleghi Don Antonio di Trinità e Don Antonino di San Michele, sono stati testimoni di un chiesa che non si volta da un’altra parte, ma che si schiera a difesa dei diritti umanitari condannando politiche di guerra che a Gaza sono quelle di un esercito contro un popolo affamato. Prendere posizione ha un costo, ha sottolineato don Rito che nella domenica del Corpus Domini ha celebrato messa indossando una casula palestinese, iniziativa che ha avuto un risalto sui media nazionali scatenando reazioni opposte tra sostenitori e detrattori per la “denuncia” del sacerdote carottese. “In piazza Cota – Città di Piano di Sorrento ho potuto spiegare il perché nel giorno del Corpus Domini ho celebrato con i colori della Palestina – ha precisato Don Rito – Insieme agli amici e fratelli parroci di Piano di Sorrento Don Antonino D’Esposito della Parrocchia di San Michele Arcangelo – Piano di Sorrento e Antonio Parlato della Parrocchia della SS. Trinità Piano di Sorrento abbiamo deciso di percorrere la “via alta” di chi corre il rischio di sporcarsi le mani, di prendere posizione perché a #Gaza non c’è più una guerra ma un #genocidio Forse non possiamo fermare le bombe ma possiamo fermare il silenzio che uccide la ricerca della verità e le coscienze Non siamo contro gli ebrei, siamo preti e dal popolo di Israele crediamo di aver ricevuto il Cristo. Non si tratta di prendere la parte tra due belligeranti, ma di dare voce a chi non ne ha più, a quanti muoiono non sotto le bombe intelligenti ma sotto bombe bastarde e sono sparati semplicemente perché cercano del cibo. Siamo scesi in piazza per percorrere la via alta anche quando costa”.
Giovanni Ruggiero, presidente del consiglio comunale: “Anche se stasera non potrò essere in Piazza Cota, il mio cuore sarà lì, unito a quello di tutti voi. Senza distintivi o tessere, senza colori o fasce, ma con un solo cuore pulsante: quello dell’ umanità che sceglie da che parte stare. Non è più accettabile ciò che sta succedendo a Gaza. Non è più sopportabile la sofferenza dei più piccoli. Non possiamo più chiudere gli occhi davanti al grido muto di un popolo massacrato.
So bene che questo vale per tutte le guerre, ma anche nel male c’è un limite e quel limite è stato superato. Questa è barbarie. Ora basta. Restiamo umani. “Siamo amanti della vita”.Mahmoud Darwish palestinese: “Noi amiamo la vita quando ne abbiamo la possibilità. Balliamo tra due martiri. Costruiamo un minareto dal detrito della nostra anima. Piantiamo speranze nei solchi della disperazione”.