Ospedale Unico della Penisola Sorrentina: entro 15 giorni si deciderà il suo destino
E’ imminente la scadenza dei 90 giorni per svolgere e definire la conferenza dei servizi indetta dal commissario ad acta Gennaro Sosto per la revisione del progetto dell’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina. Entro la fine di giugno la procedura di convocazione e confronto tra tutti gli attori istituzionali coinvolti nel procedimento dovrà essere completata e con essa sarà intrapresa la strada definitiva di un progetto il cui iter procedeva spedito se non fosse stato bloccato dal Comune di Sant’Agnello (dove è prevista la realizzazione della struttura) nel settembre 2023 instaurandosi un contezioso legale tuttora in corso. Lo spirito della conferenza è quello di superare le criticità sollevate per portare avanti il progetto per il quale sono stati impegnati circa 100 mln di euro, diversamente il finanziamento andrà perso. Qualcosa è cambiato nel corso di questi mesi sul fronte dell’Amministrazione santanellese? A meno di novità dell’ultim’ora, la posizione del sindaco Antonino Coppola e della sua maggioranza resta quella di un NO al progetto per cui dobbiamo attendere la conclusione della conferenza per conoscerne le determinazioni. Quello che è certo è il fatto che un’opera pubblica di tale rilevanza, che sarebbe dovuta partire entro il 30 settembre 2023, è stata bloccata fino a oggi, cioè per 21 mesi.
Lungo tutto questo periodo non c’è stato dibattito tra gli attori istituzionali coinvolti su un tema così importante per l’intera Penisola Sorrentina nonostante le crescenti ed evidenti difficoltà del servizio pubblico a soddisfare la domanda dell’utenza. C’è un altro aspetto sconcertante di questa storia ed è il fatto che non si sia mai discusso di un sito alternativo dove realizzare il nuovo ospedale come per un momento aveva prospettato proprio il sindaco di Sant’Agnello, ma senza mai dare un’indicazione concreta che potesse almeno essere valutata. Nessuna delle altre Amministrazioni coinvolte ha affrontato la questione che perciò è rimasta confinata nel confronto-scontro tra Sant’Agnello e l’Asl Napoli 3 Sud con la Regione Campania. Il fatto è uno solo: una sede alternativa non c’è, non c’è mai stata e lo sanno bene il sindaco Coppola e le altre Amministrazioni. Per questo non se ne è mai discusso, a prescindere dell’impraticabilità di traslare un progetto costruito su un determinato sito in qualunque altro! Per questo lo slogan “una buona idea, ma nel posto sbagliato” è servito soltanto a mascherare la realtà: cioè di un NO all’Ospedale e basta!
Questo è un dato oggettivo che dovrebbe farci riflettere sulle tante implicazioni connesse a una eventuale bocciatura definitiva del progetto e al diritto alla salute per i cittadini della Penisola Sorrentina e per i turisti che la visitano. La regressione di assistenza, qualitativa e quantitativa, presso le due strutture ospedaliere (Sorrento e Vico Equense) sarà inevitabile e irreversibile se si considera la crisi generale di cui soffre la sanità pubblica italiana e di risorse finanziarie come quelle oggi disponibili sicuramente non ce ne saranno più. C’è chi afferma che prima del contenitore, cioè l’ospedale, servono gli operatori, cioè medici e infermieri per garantire assistenza, ma non è chiaro che il personale sanitario ha bisogno della struttura e dei suoi servizi per operare proficuamente. Una sanità senza prospettive allontana gli operatori e degrada inesorabilmente. Se si accantona la prospettiva occorrerà accontentarsi di un esistente sempre più scarso e scadente che in materia di sanità significa cura e prestazioni inadeguate se non addirittura indisponibili, obbligo di migrazione per chi intende curarsi, sanità differenziata per chi può permettersi cure private rispetto a chi quest’opzione non ce l’ha. Sono queste le ragioni che dovrebbero prevalere nelle decisioni da assumersi sul nuovo ospedale perché non esistono alternative.