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A proposito di incidenti Eav: meno polemiche e più proposte!

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Gli ultimi due incidenti avvenuti sulla tratta ferroviaria Napoli-Sorrento (fumo nei vagoni e deragliamento di una carrozza), per fortuna senza danni alle persone, hanno riacceso le polemiche sul servizio Eav che, in coincidenza con la stagione turistica e col conseguente sovraffollamento determinato dall’utenza turistica, vede notevolmente accentuate le criticità e i disservizi che ne scaturiscono. In più questi due episodi seguono di poche settimane il disastro della funivia del Faito, anch’essa di proprietà Eav, con le quattro vittime provocate dal crollo di una navicella. Per tutti questi casi le inchieste in corso dovranno accertare le cause e le responsabilità, ma ciò non risolve il problema, in particolare quello della mobilità ferroviaria nell’area metropolitana di Napoli almeno fino a quando non saranno pienamente disponibili e attivi i nuovi elettrotreni acquistati da Eav.

Il Presidente Umberto De Gregorio ha ripetutamente illustrato lo stato dell’arte e la tempistica legata alle commesse. Quello che Eav ha fatto e sta facendo su molteplici fronti dovrebbe essere chiaro a tutti e non ci si possono aspettare miracoli da parte di nessuno. Chi è convinto del contrario e trasforma i problemi in speculazione politica-elettorale alimentando una narrazione iconoclasta dovrebbe farsi carico di spiegare cosa farebbe per far funzionare ad horas tutto se assumesse la guida di Eav! Perchè quelli che maggiormente polemizzano lo fanno strumentalmente in chiave anti De Gregorio e di riflesso anti De Luca! Piuttosto proviamo a ragionare sul problema e a suggerire qualche possibile soluzione per fronteggiare l’emergenza in attesa di tempi migliori.

Anche le Ferrovie dello Stato si trovano ad affrontare serie criticità a conferma che qualunque azienda che gestisce un servizio  tanto importante e delicato deve confrontarsi con la realtà che è fatta di imprevisti, di imperizie umane e tecniche, di malversazioni di governo e di gestione. Un tratto comune a qualunque realtà, putroppo, ma che va tenuto in debito conto anche da parte dei polemisti a  prescindere.

Gli incidenti si verificano perchè i treni camminano, cioè svolgono il servizio. La stessa cosa accade in strada, per la mobilità su gomma, dove però la stragrande maggioranza dei sinistri, anche mortali, riguardano il privato, cioè conduttori di auto e moto. Anche per questa emergenza stradale abbondano le polemiche, scarseggiano le proposte. Si tenga presente che ogni soluzione può generare altri problemi con i quali ci si dovrà confrontare.

Dato per scontato che la Circum non si può fermare, a meno che non si  voglia gettare nel caos totale l’intera realtà metropolitana di Napoli e non solo, constatiamo che non è bastato aumentare le corse direttissime sulla tratta Sorrento-Napoli-Sorrento (grazie alla battaglia condotta da Sergio Fedele di Atex) perchè l’utenza è semplicemente straripante e pertanto i vetusti convogli in servizio non sono in grado di sopportarne il peso. A questo punto, stante il parco treni disponibile, le soluzioni possono essere due: 1) accessi contingentati di viaggiatori per corsa, il che è semplice a dirsi ma non a farsi; 2) escludere dal servizio i convogli più vecchi e usurati e far circolare quelli che versano nelle migliori condizioni e ai quali è possibile garantire una più efficiente e puntuale manutenzione. Ovviamente ciò comporta una riduzione delle corse a fronte di una domanda dell’utenza che resta elevatissima.

Tutto ovviamente in nome della sacrosante invocata sicurezza che comporta molte, tante limitazioni, quelle che spesso vengono disattese con superficialità anche negli altri comportamenti quotidiani. Altre soluzioni almeno per il momento non ce ne sono o chi le ha, si faccia avanti!

Lo stesso dicasi per l’emergenza-traffico stradale, un problema che non sarà mai risolto per i molteplici e trasversali interessi che tocca e per garantire i quali non ci sono soluzioni tout court condivisibili! Anche perchè si tratta di disciplinare non solo la mobilità turistica in tutte le sue forme, ma anche quella residente il cui peso è diventato altrettanto insostenibile per questo territorio. Chi saprebbe e soprattutto sarebbe disponbile a cimentarsi in una tale impresa dagli effetti socio-economici ed elettorali potenzialmente devastanti? Quando le amministrazioni locali ci hanno provato era l’epoca di Ferdinando Pinto sindaco di Sorrento (1995-2000) e i comuni investirono circa 200 milioni di lire per realizzare un “piano traffico intercomunale” curato da tecnici dell’Università di Bologna. Quel piano rimase nei cassetti dei sindaci dell’epoca perchè accettarlo avrebbe comportato la rinuncia da parte dei comuni ad apportare qualunque modifica che ne avrebbe compromesso la validità. Di conseguenza prevalsero interessi municipali ed elettorali piuttosto che il tentativo di organizzare la mobilità urbana e interurbana in modo lungimirante per l’epoca. Da allora non se n’è fatto più nulla e difficilmente ci saranno altri tentativi visto come sono ridotte le politiche comprensoriali!

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