L’Italia di cui si parla poco: un italiano su quattro a rischio povertà o esclusione sociale
di Gaetano Mastellone
L’Istat nel suo recente Rapporto sancisce un’Italia spaccata con il Sud più povero e famiglie numerose più fragili! E l’argomento principe di discussione sono Trump e Putin o i fondi per armarci!
Dall’indagine “Condizioni di vita e reddito delle famiglie” emerge anche che un lavoratore su dieci è a rischio indigenza. Peggiore la situazione di chi ha figli a carico. Si riducono le entrate in termini reali.
Vi sono enormi disuguaglianze territoriali, perdita di potere d’acquisto e condizioni critiche per famiglie numerose e mono genitoriali. Crescono le disparità e il disagio economico.
I dati dell’Istat sulle “condizioni di vita e reddito delle famiglie” negli anni 2023-2024 mostrano un bilancio purtroppo assai negativo. Il quadro è tanto più preoccupante se si tiene conto che il periodo considerato non computa ancora gli effetti delle convulsioni politico-economiche dell’inizio del 2025.
Nel 2024 il 23,1% della popolazione risulta a rischio di povertà o esclusione sociale. Nel 2023 era il 22,8%. Poi vale la pena ricordare anche i dati del recentissimo rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro, dal quale emerge che i salari reali in Italia sono inferiori dell’8,7% rispetto a quelli del 2008. E’ il dato peggiore tra i Paesi del G20.
Non vorrei che con la nostra distrazione di massa che ci auto produciamo o che ci immettono i media nei nostri cervelli ci dimentichiamo dei nostri due o tre reali problemi che attanagliano milioni di italiani. Rischio povertà, povertà assoluta, caro vita e caro bollette per l’energia. La situazione economica in Italia quindi continua a presentare negatività e sfide significative da dover affrontare… e subito!
Il fatto che il 23,1% della popolazione affronti questo rischio mette in luce la gravità della crisi socioeconomica che sta colpendo diversi strati della popolazione.
Le disuguaglianze territoriali, in particolare, suggeriscono che alcune aree della nazione sono colpite più duramente di altre, il che può dipendere da una serie di fattori, inclusi l’accesso a opportunità lavorative, servizi pubblici e infrastrutture. Le famiglie numerose e monogenitoriali sono spesso le più vulnerabili, poiché devono gestire costi elevati con risorse limitate, aumentando così il rischio di povertà.
Inoltre, la perdita di potere d’acquisto comporta che anche le famiglie che non erano precedentemente in difficoltà possano trovarsi in una situazione precaria, soprattutto in un contesto di inflazione e di aumento dei costi della vita.
Questo scenario richiede, e subito, un’intervento deciso da parte delle istituzioni per promuovere politiche di sostegno e inclusione sociale, e per creare opportunità di lavoro fisso, non precario, che possano alleviare le disparità economiche esistenti.