Massalubrense

Il sindaco Lorenzo Balducelli replica all’Opposizione sull’impianto di Via Pontone

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Il consiglio comunale ha approvato il progetto dell’impianto di disassemblaggio dei rifiuti solidi presentato dalla maggioranza del sindaco Lorenzo Balducelli e fortemente contestato dall’opposizione di Azione in Comune che ha invitato i cittadini a presenziare ai lavori dell’assise cittadina contestando fortemente le decisioni della maggioranza. Una discussione tesa e che ha spinto alla fine il primo cittadino a pubblicare un post chiarificatore su tutta la vicenda e che di seguito riportiamo.

 

SINDACO BALDUCELLI: “In consiglio comunale abbiamo approvato una delibera sull’impianto di disassemblaggio degli ingombranti in località Pontone. Non è la prima delibera sull’argomento e non è la prima volta che in Consiglio comunale parliamo di quest’opera. L’abbiamo già sviscerato in tutte le sfaccettature. Ieri, però, le minoranze avevano chiamato a raccolta i cittadini perché si desse voce al dissenso contro l’impianto, contro di me e contro la nostra Amministrazione.
Ho rispetto delle opinioni altrui, soprattutto dei cittadini che magari erano stati male informati. Un po’ meno di alcuni consiglieri comunali che pur conoscendo l’argomento, strumentalmente lo hanno utilizzato, e non è la prima volta, per soffiare sul fuoco e cercare consenso.

Innanzi tutto voglio chiarire che l’impianto progettato a via Pontone è un impianto per il disassemblaggio di rifiuti ingombranti. Si tratta per il 90% di mobili non più utilizzati, che si smontano e si separa il legno, la plastica ed i metalli che si inviano ad impianti di riciclaggio. Questo è tutto. Per metà la bottega di un falegname, per l’altra metà quella di un fabbro. Nessun cattivo odore, nessuna immissione in atmosfera. Niente di niente. Per creare clamore si è detto maliziosamente che l’Amministrazione Comunale stava costruendo una discarica a Pontone. Niente di più falso. Si tratta di un impianto di poco meno di duecento metri quadrati coperti per lo “smontaggio” e di un centro per il riuso di meno di cento metri. Per intenderci, per centro del riuso parliamo di una sala espositiva di beni riutilizzabili ed in buone condizioni che possono avere nuova vita. Questo è tutto.

Un impianto di piccole dimensioni tarato sulle esigenze della sola Penisola Sorrentina e che in un giorno a pieno regime può trattare al massimo l’equivalente di un camion con rimorchio di materiale. Il traffico, il turismo compromesso, il meleto tagliato, gli inghippi formali: tutto falso. L’impianto non è visibile dalla strada, ha un tetto a verde, il recupero delle acqua piovane, i pannelli fotovoltaici. Un impianto green, innovativo e sostenibile. L’area non è alberata e di poco più di mille metri quadrati. Gli alberi di questa zona erano stati espiantati da altre amministrazioni in passato per realizzare su un lotto di terreno di 6000 metri quadrati un insediamento artigianale di assai più vaste dimensioni. Questo non si dice. Noi di alberi non ne taglieremo uno. Un impianto per cui il comune non spenderà un euro ed a totale carico della Regione. Questi i fatti. Passiamo alle considerazioni.
Ieri sera mi aspettavo centinaia di cittadini desiderosi di conoscere, di questi ce ne erano pochi. Ho visto in tutto una sessantina di persone. Perlopiù tifosi di alcune fazioni presenti in consiglio, ex candidati, futuri candidati, parenti di candidati. Di tutti mi hanno meravigliato alcuni personaggi che folgorati sulla via di Damasco sono diventati, non in tenera età, paladini dell’ambiente e della sostenibilità a “senso unico”.

Ieri sera ho visto in modo chiaro e netto il primo comizio della campagna elettorale del 2026. Con più protagonisti tra il pubblico che tra gli scranni del Consiglio Comunale. La cosa mi ha fatto riflettere ed anche un pò sorridere. La seconda considerazione è che lo sgambetto progettato non è riuscito. Anche perché i numeri in campo erano un po’ bassini. La terza considerazione è che la chiamata “alle armi” con tanto di strombazzamento sui social e di volantinaggio a tappeto servisse a nascondere una sconfitta. Avevano dichiarato sui social e sulla stampa amica, che il progetto era stato bloccato. Si erano appuntati le medaglie al petto del grande risultato ottenuto. La vendita “accompagnata” di un lotto di terreno che marginalmente interessava l’impianto, nonostante la firma di un impegno alla cessione bonaria al Comune, era stato ceduto. Questo aveva fatto gridare alla vittoria. Non è stato così. Si era poi tentato con un esposto alla Regione ed uno all’ATO3 di rimediare ma niente da fare. Abbiamo risposto punto su punto. L’ultimo tentativo disperato per rimediare alla vittoria, che non era vittoria, era quello di fare appello al popolo. Non è riuscito. Mi dispiace per loro. Io continuo a lavorare. Lascio a loro le polemiche, gli sgambetti, le mistificazioni, gli inciuci“.

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