Italia,  Sorrento

Raffaele Lauro: “non so se questa promozione del “brand turistico” è da ridere o da piangere…”

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Raffaele Lauro

Il Comune investe 500mila euro per promuovere il brand della città all’estero, in particolare sui mercati internazionali di tradizionale riferimento per il turismo sorrentino: Gran Bretagna e Germania. Ma anche in Italia e in particolare a Napoli dove il “brand Sorrento” sarà promosso sui bus, sui treni proponendo suggestivi immagini della Terra delle Sirene con l’intento di sollecitare trasferte a Sorrento. Un investimento cospicuo che sarà attuato tra luglio e settembre con l’obiettivo di attrarre i turisti in Penisola. Sull’iniziativa registriamo l’intervento dello scrittore sorrentino Raffaele Lauro che ha rilasciato una polemica dichiarazione sull’iniziativa dell’amministrazione del sindaco Massimo Coppola. Dichiara Lauro: “Non so se il tutto sia da ridere o da piangere. Una campagna preistorica, vecchia, provinciale, che non fa alcun cenno a pacchetti speciali, da promuovere su piattaforme digitali mirate, new media o attraverso influencer, sponsor, testimonial e promoter di rango. Cartelloni e manifesti, anche dietro ai bus napoletani, sono roba da sancarluccio! Soldi buttati al vento! Peggio delle feste canore in piazza del passato!“.

In effetti se il progetto di promozione “modello Sorrento” partorito dagli Stati Generali del Turismo consiste in questa iniziativa, non si può non condividere la valutazione di Raffaele Lauro, ancora di più alla luce delle restrizioni imposte dal nostro Governo proprio agli Inglesi che, seppur vaccinati, all’arrivo in Italia dovranno sottoporsi a una quarantena di 5 giorni alla luce della cosiddetta “variante delta” che si sta diffondendo rapidamente nel Regno Unito con la conseguenza di bloccare proprio questo flusso turistico verso il nostro Paese. Del resto lo stesso Premier Draghi ieri ha ribadito che la lotta al Covid-19 è tutt’altro che conclusa e che non bisgona abbassare la guardia perchè bisognerà verificare in autunno quale sarà la recrudescena pandemica. Insomma una campagna promozionale vetusta nella concezione ed estemporanea che rischia di risolversi, come evidenziato da Lauro, solo in uno spreco di risorse finanziarie.

 

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