Piano di Sorrento

La scomparsa di Maurizio Aiello, il ricordo di Raffaele Lauro

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LETTERA DI RAFFAELE LAURO AD UN FIGLIO PER LA SCOMPARSA DEL PADRE, MAURIZIO AIELLO, UN MAESTRO DI VITA E DI ARTE

Maurizio Aiello

Carissimo Daniele, la notizia della scomparsa del Tuo adorato papà Maurizio, che mi è stata tempestivamente partecipata da Peppino e Lucia Pane, i suoi amici del cuore, mi ha profondamente addolorato e commosso. In questo anno terribile, ho ricordato molti amici, troppi, troppi, rapiti dalla pandemia e la mia reazione alla loro immatura scomparsa è stata immediata. In questa nuova, ahimè, e triste evenienza, ho avuto bisogno di qualche giorno per acquisire piena consapevolezza di questo ennesimo grave lutto e per riprendere memoria dei nostri comuni ricordi. Non è lo stesso dolore di un padre che perde un figlio, certo, ma gli si avvicina di molto quello di un professore che deve subire ancora il trauma del distacco terreno da un proprio ex alunno. Un alunno di storia e di filosofia, come Maurizio, intelligente, profondo e riflessivo, ed insieme vivace, allegro, giocoso, sorridente, creativo, eclettico, estroso, propositivo, sempre al centro di iniziative e di scherzi affettuosi.

Mi ricordava, in questo e nell’amore totale per la musica, la vitalità del “mio” Lucio Dalla! Virtù e talenti, anche artistici, che ha confermato nelle sue attività professionali e trasmesso alla sua meravigliosa famiglia, agli amici e a quanti, nella comunità, lo hanno conosciuto e apprezzato. Un’eredità preziosissima di valori, ideali, morali, civili ed artistici, che lascia a Tua madre Mariarosaria, a Titti, ad Andrea, ai nipoti, in particolare al piccolo Maurizio, e, principalmente, a Te, che ne continui l’epopea musicale. Due ricordi: quella cena festosa a casa Pane, i duetti spassosi con Peppino, di molti anni fa e il nostro più recente abbraccio al palazzo municipale di Sorrento, in occasione di una tua performance musicale e di un mio intervento pubblico. Mi commossero le parole che mi sussurrò, in quell’incontro speciale, all’orecchio, a testimonianza che il filo rosso, che ci aveva legato, di stima, di considerazione e di affetto, fin dal liceo, dopo decenni, non si era dissolto, ma rafforzato.

E Peppino mi ha confermato che Maurizio mi ha seguito sempre, con benevola attenzione e sostegno, nei miei impegni pubblici, anche i più recenti. Mi stringo a Voi tutti di famiglia, caro Daniele, con un fraterno abbraccio, nel conforto della nostra comune fede cristiana, che in Maurizio era solida, vivida e incrollabile. E che si esprimeva anche nel rito natalizio del grande e ingegnoso presepe, che allestiva in casa e che attualizzava con la presenza delle arti e dei mestieri della sua quotidianità cittadina. Mescolava, con genialità, pazienza ed arguzia, i pastori del passato e quelli del “suo” presente! Ora Maurizio risplende nel presepe eterno della Gloria di Dio e nella Luce Rinnovatrice del Cristo Risorto, presepe che ora allieta, con il suo violino e la sua musica. Sono certo, caro Daniele, che sarai all’altezza della straordinaria vicenda, umana ed artistica, di Tuo padre Maurizio, un maestro di vita e di arte, una persona insostituibile, il cui ricordo, tuttavia, resterà indelebile, nella mente e nel cuore, della sua famiglia e del suo vecchio prof! Raffaele“.

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