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Covid, appello a Governo e Quirinale: “con le riaperture c’è il rischio di ripiombare nelle tenebre”

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Mario Draghi

Sergio Mattarella

SIENA – “Allo stato attuale dei numeri di decessi, ricoverati in condizioni di emergenza e portatori sani del virus, l’ipotesi che di qui a pochi giorni si possa decretare il liberi tutti, appare insensata”. Inizia così un appello alla cautela promosso dal professor Francesco Domenico Capizzi e dallo storico Adriano Prosperi, sottoscritto da una cinquantina tra docenti, accademici, scienziati fra cui il filologo Alfredo Stussi , la scrittrice Giancarla Codrignani, Roberto Barzanti ex vice presidente Parlamento Europeo, Giovanni Falaschi professore di letteratura italiana all’università di Perugia e scrittore. Nella lettera, indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Mario Draghi, si spiega il timore per come le riaperture rischierebbero di “farci ripiombare nelle tenebre di una situazione di tipo brasiliano, data anche la capacità del virus di modificarsi continuamente con varianti invadenti e micidiali specialmente nel contesto dell’intensificarsi delle vaccinazioni coi relativi affollamenti“.

Pur rispettando il dramma di tanti lavoratori – prosegue l’appello – dobbiamo ricordare quanto accaduto meno di un anno fa quando nell’estate del 2020 la riapertura indiscriminata di discoteche e locali pubblici annullò di colpo i risultati positivi raggiunti grazie alla spontanea adesione di singoli e istituzioni alle regole severe del distanziamento e del lockdown“. “Davanti all’euforia collettiva che si è diffusa, e che ha travolto le cautele contenute nella promessa di apertura del Presidente Draghi – spiegano ancora i firmatarici sentiamo in dovere di sottolineare i dati di realtà che purtroppo rischiano, se ignorati, di riportarci alla brusca caduta nella tragica ripresa dell’epidemia. Senza tenere conto che non si muore solo di Covid-19 perché, in una fase in cui gli ospedali sono impegnati quasi per intero nell’emergenza virus, altre malattie e altri interventi, pur urgenti e per malattie gravi – conclude la lettera – sono rimandati con risultati facilmente immaginabili“.

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