Sorrento

Ceps e Consiglio di Stato: “anche oggi la giustizia ha fallito!”

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Nino Esposito
Nino Esposito

di Nino Esposito*

Oggi hanno vinto per l’ennesima volta gli speculatori edilizi e i grandi uomini della retorica ambientale della Penisola Sorrentina. Sconfitti, ma non domi, la gente onesta, come noi, come me, che ha voluto rimboccarsi le maniche e cercare di costruirsi una casa in cooperativa a costi equi e sostenibili nel rispetto dell’ambiente e delle leggi esistenti. Questo il risultato del rigetto del ricorso al Consiglio di Stato sul blocco del permesso a costruire del cosiddetto Piano Casa progettato e proposto dalla Cooperativa Edilizia Penisola Sorrentina (CEPS), su un proprio suolo in località Atigliana, per la costruzione di 48 appartamenti.
Un suolo pagato a peso d’oro nel lontano 1992 con il miraggio -alimentato dalle solite sirene della speculazione edilizia sorrentina- di far costruire dal comune una 167 da lì a poco. Case di edilizia popolare dignitose, usufruendo della Legge pubblica a cura dell’Ente pubblico e da destinare agli iscritti alle cooperative sorrentine.
Tutto questo non è avvenuto e tutti i Sindaci che si sono avvicendati in questi anni poco hanno fatto per costruire lì o da qualche altra parte, le case che tanti sorrentini attendono.
Così nel 2010, come Cooperativa CEPS ci siamo fatti parte attiva e abbiamo proposto al Comune se si potesse applicare in quell’area l’art.7 della Legge 19/2010, il Piano Casa, e costruire una serie di appartamenti a nostre spese e rispettando un rigido protocollo d’intesa, che prevedeva financo la realizzazione di una strada interpoderale e dei marciapiedi adeguati, a norma di legge, per il Palazzetto dello Sport. Dopo ben 10, e ripeto DIECI ANNI, riusciamo ad avere il Permesso a costruire per 48 alloggi in tre fabbricati limitrofi.

Da qui si scatena per bieca ripicca, un vero e proprio fuoco di fila lanciato da solerti ambientalisti, di primo e di secondo pelo, spalleggiando di fatto il proprietario di un fondo attiguo, noto speculatore edilizio Massimo Fiorentino, uomo di chiesa e illustre imprenditore turistico, con l’unico obiettivo di bloccarci la costruzione delle case e gettare nel terrore amministratori e dipendenti pubblici. Motivo della ripicca l’averlo denunciato alle autorità giudiziarie nel mentre si accingeva a speculare nel suo terreno spalleggiato da dipendenti pubblici compiacenti e amministratori atterriti dal potere del sorrentino timorato di Dio, il Priore Massimo Fiorentino.
Il mio “torto” e di tutti i soci della cooperativa, sarebbe stato quello di denunciarlo, come presidente del CEPS, nel lontano Febbraio 2008, per abuso edilizio, per “lesa maestà”, come confermata della successiva sentenza del Tribunale di Torre Annunziata, per lavori abusivi al suo ex maneggio diventato d’amblè una “villetta”.
Anche il Comune esce sconfitto da questa sentenza. Il Tar prima ed il Consiglio di Stato poi, hanno bocciato gli atti predisposti dai dirigenti e funzionari del Comune. Non una bella cosa!

Il Ceps ha sempre agito in maniera propulsiva con la convinzione di rispettare tutte le leggi. E ci siamo affidati alla Giustizia proprio in virtù del fatto che, in un paese completamente martoriato da abusi edilizi e distruzione del verde, (in cui ogni stalla è diventata una villa), con il nostro progetto abbiamo cercato di salvaguardare l’ambiente e il territorio, progettando grandi zone di verde ad impatto zero. Il tanto chiacchierato “agrumeto” sarebbe solo stato numerato e riposizionato. Guardiamoci intorno per capire che in altri siti non è proprio così!!! In conclusione, in un momento già tanto ricco di apprensione per il nostro paese, è triste vedere venir meno anche quegli ideali di una giustizia equa, ed uguale per tutti.

* Presidente Ceps

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