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Azienda Speciale per i Servizi Sociali, ma la Regione non può commissariare…

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pszNella “partita” in atto tra le Amministrazioni della Penisola Sorrentina per la gestione consortile dei Servizi Sociali è ormai evidente che le difficoltà a partorire il nuovo organismo, cioè un’Azienda Speciale, hanno cause oggettive rilevate e palesate da alcuni Comuni, mentre gli altri evidentemente non hanno ancora convenuto sulla necessità di approfondire asetticamente l’argomento preferendo pigiare l’acceleratore per l’approvazione degli atti che, invece, pongono una serie di problemi ai quali occorre dare risposte adeguate. Anche perchè, è superfluo evidenziarlo, nessuno intende mortificare un settore come quello dell’assistenza sociale, anche se razionalizzarne la gestione è soltanto la prova della volontà di fare meglio e di vigilare sull’impiego di risorse finanziarie piuttosto consistenti.

Lettera regione1Lettera regione2Le perplessità tecnico-finanziarie espresse dal Comune di Vico Equense e messe nero su bianco costituiscono sicuramente un atto di responsabilità, così come lo è la decisione di ritirare dalla discussione in consiglio comunale l’argomento a Piano di Sorrento, non certo per una bizza della maggioranza, ma a seguito di un parere legale espresso dal Prof. Erik Furno (legale dell’Ente) che ha  palesato tutta una serie di incongruenze tecnico-legali che, se trascurate, darebbero vita a una società che parte col piede sbagliato. Poichè gli atti da approvarsi devono essere gli stessi da parte di tutti e sei i Comuni, è chiaro che “i distinguo” sull’articolato e l’esigenza di modificarli determina l’invalidità di quanto già approvato da parte di alcuni Consigli comunali col conseguente slittamento dei tempi.

In effetti la stessa Regione Campania con la lettera inviata ai Sindaci nell’ottobre 2016, come già abbiamo avuto modo di evidenziare, ha precisato che la soluzione proposta (cioè la costituzione dell’Azienda Speciale) non è allo stato contemplata nella vigente legislazione. Per averne conferma basta infatti rileggersi il passaggio specifico a firma dell’Assessore Lucia Fortini: “…Rinnovo pertanto l’invito a tutti voi ad adottare nuove forme associative e di gestione più evolute e più strutturate di quelle attuali attraverso la costituzione di aziende consortili per i servizi alla persona, nella speranza che sia approvata al Senato la deroga per la costituzione dei Consorzi per i servizi sociali, consentendo di fugare ogni dubbio circa tale forma associativa come è già avvenuto in tante altre Regioni….“.

A Piano di Sorrento il parere dell’avv. Furno andrebbe proprio a confermare le perplessità già espresse dalla stessa Fortini oltre a rilevare una serie di contraddizioni tecnico-legali sull’articolato dello statuto consortile. Inevitabile, quindi il dietro-front della maggioranza che ha così evitato di portare all’approvazione del Consiglio un argomento su cui erano state ufficialmente espresse forti dubbi. Una scelta quindi da elogiare piuttosto che da criticare che impone quindi un ragionamento più approfondito sugli strumenti da creare per gestire tutti questi milioni di euro per la pubblica assistenza.

Come fa allora la Regione Campania a commissariare i Comuni se essa stessa ha pregiudizialmente evidenziato i problemi che poi sono stati rilevati da alcuni enti locali interessati? E’ l’interrogativo che in queste ore molti si stanno ponendo anche per tentare di comprendere chi sta realmente tirando le fila di questa partita e con quale obiettivo!

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