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Referendum, Sinistra Riformista: “Il Pd lasci libertà di voto per non lacerare il Paese”

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Guglielmo Epifani
Guglielmo Epifani

NAPOLI – “Al referendum Sinistra riformista invita a votare No perché, oltre ad alcune parti della riforma che non ci convincono, riteniamo che il testo elaborato dalla commissione interna del Pd per la riforma dell’Italicum non solo non sia impegnativo, ma sia anche ambiguo, con alcuni punti che vengono contraddetti da altri”. Ad affermarlo è il presidente della Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, Guglielmo Epifani, nel corso della riunione di Sinistra riformista che si è tenuta oggi pomeriggio a Napoli all’Hotel Ramada. Epifani ha poi aggiunto che Renzi ha sbagliato a personalizzare la battaglia referendaria: “Un referendum sulla Costituzione perché deve generare paura nel Paese? Non è giusto. Un grande partito deve avere un orientamento, ma deve lasciare liberi su un tema così importante quale la Costituzione.

Gianluca Daniele
Gianluca Daniele

Ci sono tanti soggetti importanti della sinistra, Libera, l’Anpi, l’Arci, la Cgil, che si sono schierati per il no. I sondaggi dicono che i giovani stanno sul no, e anche nel Mezzogiorno pare si preferisca il no. Questo significa – ha concluso l’ex segretario del Pd – che questo referendum non solo divide le culture politiche, ma rischia di dividere il Paese e le generazioni. Se non si cambia atteggiamento, usciremo con un Paese lacerato”.

Nel corso dell’incontro, il consigliere regionale Gianluca Daniele ha sottolineato l’esigenza di mettere in campo una nuova strategia per rilanciare il Sud. “La proposta del presidente De Luca di prevedere assunzioni nella pubblica amministrazione per far fronte alla carenza di profili professionali necessari è giusta, e non clientelare, perché ha l’obiettivo di rendere più efficiente e moderna la macchina pubblica. Ma questo non basta, è fondamentale – ha aggiunto – che la Regione e il governo nazionale mettano in campo tutte le risorse disponibili per investimenti produttivi in Campania e nel Mezzogiorno: solo così sarà possibile creare, anche nel privato, occupazione stabile e di qualità in maniera strutturale, stimolando anche gli investimenti delle imprese, soprattutto nell’innovazione e nella ricerca”.

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