Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia,  Piano di Sorrento

Fabrizio d’Esposito, lettera aperta a Leo Gullotta: “non sia complice di una doppia morale…”

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Fabrizio d'Espositodi Fabrizio d’Esposito*

Caro Leo Gullotta,

leo gullottami permetta di rivolgerle questa lettera aperta. Dalle cronache locali della mia regione natìa, la Campania, apprendo che tra qualche giorno riceverà il premio intitolato a un poeta sorrentino, una delle tante manifestazioni che costituiscono spreco di denaro pubblico e quasi mai traino per l’economia, una di quelle iniziative che hanno reso l’Italia un premificio (vogliamo dire marchettificio?) proficuo solo per gli organizzatori. Ma le ragioni di questa lettera sono altre.

Viviamo un tempo cupo, in cui la crisi costringe a un egoismo chiuso verso gli altri, una sorta di lotta tra poveri dove raramente ha posto la solidarietà. Nel Comune dove lei è annunciato come premiato, Piano di Sorrento, che è anche il paese in cui sono nato e cresciuto, c’è una confraternita che da decenni opera nel sociale, oltre che curare le tradizionali processioni di incappucciati neri della Settimana Santa. La confraternita si chiama Arciconfraternita della Morte e Orazione (a Roma, la città dove io e lei viviamo, caro Gullotta, c’è la sede primaria nella bellissima chiesa di via Giulia) ed è anche la mia confraternità, dove ogni Venerdì Santo torno per indossare il mio saio nero della processione. Il priore del sodalizio, Michele Gargiulo, da tempo vorrebbe aprire centro di ascolto per le famiglie della parrocchia in uno degli appartamenti di proprietà dell’ente. Un progetto ambizioso, in linea con la storia plurisecolare della confraternita della Morte, nata nel Medioevo per raccogliere i morti per strada e dar loro sepoltura.

Oggi l’impegno nel sociale, lei lo sa meglio di me in quanto vicino ad Amnesty ed Emercency, è un’emergenza continua. Sono tanti drammi che si fondono in un doloroso racconto: i migranti, le ragazze madri, i disagiati per vari motivi, i poveri e gli ultimi. E qui arrivano i problemi, purtroppo. Nel condominio dove infatti si trova il nostro appartamento c’è una signora che si oppone e ha chiamato a raccolta gli altri condomini. Tipico dei tempi, lei dirà. Tipico, aggiungo io, di una borghesia egoista e simile a quel fariseo dei Vangeli che si batte il petto pubblicamente e pensa esclusivamente alla sua salvezza. Quante volte abbiamo sentito Gesù, nella lettura domenicale della Buona Novella, condannare quel fariseo. Ecco il punto, caro Gullotta. Perché la signora di cui sto parlando è la mamma dell’organizzatore del premio che lei riceverà, Mario Esposito. Ed ecco perché le chiedo di rinunciare, per non rendersi complice di una doppia morale nociva per chi davvero vuole cristianamente aiutare gli altri. Confido nella sua attenzione

*inviato del Fatto Quotidiano

Un commento

  • Giosuè

    L’intento dell’articolo è volutamente provocatorio e anche piuttosto di parte dato che non si conoscono le ragioni della signora che quanto meno andrebbero esplicitate.
    Ecco io rivolgo una domanda altrettanto provocatoria all’autore dell’articolo.
    Caro Fabrizio, perché invece di mettere su un’iniziativa così interessante quanto dalla dubbia utilità nel nostro territorio (viste esperienze fallimentari negli anni di progetti affini) non si destina quell’appartamento a chi ha bisogno di un alloggio e versa in situazioni di indigenza? Purtroppo anche nella nostra ricca penisola si moltiplicano le situazioni di disagio; e quindi, caro Fabrizio, quale modo migliore per mettere in pratica la “fraternitas” alla base del vostro sodalizio?

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