Diario Politico©Raffaele Lauro,  Piano di Sorrento

Roma e Torino: un esempio da seguire

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di Francesco Saverio Esposito*

Francesco Saverio Esposito
Francesco Saverio Esposito

La scelta dei Sindaci 5 Stelle di nominare a Roma ed, anche, a Torino, urbanisti, quali Paolo Berdini e Guido Montanari, con una visione meno tradizionale di quella solita e più attenta a salvaguardare il territorio e le sue peculiarità, induce a qualche riflessione anche in ambito locale. Dagli anni 50 ci siamo abituati in Italia e, purtroppo, anche in Penisola Sorrentina, che sviluppo economico debba coniugarsi con speculazione edilizia, distruzione del territorio ed, in definitiva, con gli interesse di palazzinari più o meno soliti. Piano di Sorrento, Sorrento e gli altri comuni della Costiera sono un esempio concreto di miopia e scelleratezza amministrativa.
Basti osservare il trend relativo all’aumento della popolazione nel Comune di Piano di Sorrento dagli anni 50 ai 90. Un aumento vertiginoso non determinato per nulla o quasi dalla crescita naturale ma bensì dalla speculazione edilizia con conseguente immigrazione di popolazione dai comuni esterni alla costiera. Si pensi che a fine anni 40 la popolazione di Piano di Sorrento era inferiore a 7.000 abitanti e che oggi supera, sia pur di poco, i 13.000 abitanti con un tasso di accrescimento ovviamente tutt’altro che naturale.
In realtà è stata la speculazione edilizia che ha comportato un accrescimento così veloce della popolazione in un arco temporale relativamente ridotto: poco più di mezzo secolo. La realizzazione di vaste lottizzazioni (il pensiero va a quelle massicce di via dei Platani e via Legittimo ma anche a tante altre) ha causato l’immigrazione nel nostro Comune di una fascia di popolazione, più facoltosa della media, da Napoli e da altri comuni della cintura napoletana. Cittadini che, legittimamente sia ben chiaro, hanno ritenuto più confacente al loro status economico e sociale vivere in Costiera.

La massiccia immigrazione ha provocato pressione sui servizi comuni, aumento del carico urbanistico, necessità di incrementare gli standards urbanistici e, in ultima analisi, depauperamento del territorio e delle sue risorse. Chi ci ha guadagnato!?
Ci hanno guadagnato le imprese di costruzione, gli speculatori e quelli che a Roma (ma anche a Piano) sono, a ragione, spregiativamente, chiamati “palazzinari”. Chi ci ha perso è ovvio: sono gli abitanti originari della Costiera ed i visitatori che pian piano si sono dovuti adattare ad un ambiente che non aveva più la valenza paesaggistica e storica di un tempo.
Gli urbanisti scelti dalla Raggi (Paolo Berdini) e dalla Appendino (Guido Montanari) hanno una visione innovativa dell’urbanistica nel senso che hanno ben chiaro come sia oggettivamente impossibile, dannoso e da suicidio collettivo continuare a costruire e consumare suolo senza porsi un limite e come possa essere maggiormente stimolante e confacente all’interesse dei residenti riqualificare il tessuto urbano esistente intervenendo su aree già trasformate, degradate e da recuperare.

La Costiera è stata completamente sfregiata e, direi, stuprata da palazzinari e tecnici dai dubbi gusti estetici. Spesso a giustificare gli scempi sono stati tirati in ballo presunti interessi collettivi. Alcune aree sono irriconoscibili se raffrontate a come si presentavano fino agli anni 50. L’ultima vicenda vergognosa e paradossale è stata quella che ha ruotato intorno alla realizzazione di innumerevoli parcheggi interrati pertinenziali che, senza risolvere i problemi di viabilità e sosta, hanno distrutto ettari di agrumeti. A Piano di Sorrento i box invenduti, edificati ovunque in barba non solo alla legislazione paesaggistica ma anche al buon senso, sono centinaia. Una legge pensata per risolvere problematiche connesse alla vivibilità dei centri ha finito per beneficiare interessi soliti e, nella sostanza, ha favorito l’ultima frontiera della speculazione edilizia.

Ed ecco che all’orizzonte già si fanno strada nuovi modelli di speculazione edilizia come la cosiddetta Housing Sociale che, nei fatti, ha ben poco di sociale. Nelle intenzioni del legislatore regionale avrebbe dovuto rappresentare un modo per recuperare aree urbanizzate degradate, nelle intenzioni di chi la invoca configura un nuovo sistema per speculare. In penisola sorrentina è null’altro che l’ennesimo tentativo per costruire e ,peraltro, su aree già individuate dai piani regolatori per soddisfare necessità di eventuali aventi diritto ad alloggi di edilizia popolare. Al contrario l’Housing Sociale finisce per appagare aspettative abitative del tutto estranee a quelle previste dal Piano Paesaggistico e, soprattutto, favorisce fasce di reddito decisamente non povere, comunque non esattamente quelle che, in teoria, potrebbero aver diritto ad alloggi di tipo economico e popolare.

Se non bastasse parte dei vani edificati con la procedura dell’Housing sociale potranno essere venduti direttamente dal costruttore, il che, come intuibile, continuerà a favorire il fenomeno immigratorio. Mi chiedo cosa abbia da dire su quest’argomento la sinistra se ancora esiste una sinistra in questo paese. Una domanda che si sono posti anche personalità del mondo dello spettacolo quali Fiorella Mannoia e Sabrina Ferilli. Non credo casualmente abbiano deciso a Roma di fare pubblico endorsement in favore di Virginia Raggi.
E’ di poche settimane fa l’allarme che ho lanciato per la possibile distruzione di una ulteriore area nel Comune di Piano di Sorrento, quella posta tra via Cavone e Ponte Orazio, al fine di realizzare circa 40 capannoni industriali e commerciali. Tralascio le considerazioni di ordine tecnico sull’operazione urbanistica caldeggiata dall’Amministrazione dell’ex Sindaco Ruggiero e pongo l’accento sulla necessità che, in comuni come quelli peninsulari, l’urbanistica debba privilegiare l’opzione di non consumare ulteriormente suolo ma di agire per riqualificare le strutture esistenti e con esse l’ambiente, il paesaggio. In tale ottica diventa prioritario procedere ad un’analisi quanto mai accurata di che cosa c’è al momento sul territorio e che cosa possa farsi per recuperarlo e valorizzarlo.

Le scelte culturali a cui si apprestano importanti amministrazioni territoriali come quelle di Roma e Torino, di altissimo valore e significato, devono indurre a profonde riflessioni anche per aree come la nostra che, ove ancora ingiustificatamente depauperata, potrebbero ricevere seri contraccolpi in settori economici trainanti quali quello turistico. Le amministrazioni non possono, come si è verificato nel passato, andare a rimorchio degli interessi dei costruttori. E’ un cordone ombelicale che và decisamente reciso.
Auspico su queste tematiche l’apertura di un confronto di idee da parte di tutti i settori della nostra società e soprattutto voglio fare un’ultima considerazione a chi in politica si fa, almeno a parole, paladino dei valori cristiani. Oggi a Roma abbiamo la fortuna di avere un Papa Francesco, rimasto l’unico, in Italia, a parlare del sociale. Ebbene Papa Francesco il 24 maggio del 2015, ha pubblicato l’enciclica “Laudato Si” con cui ha posto l’accento sulla necessità che l’uomo abbia una conversione ecologica smettendo di ferire la natura. Ecco voglio illudermi che questi cattolici nostrani facciano propri i principi del più alto Magistero della Chiesa evitando di perseguire interessi privati o di parte.

*Avvocato

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