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Senza peli sulla lingua…

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senza peli sulla linguaSORRENTO ALLE URNE

Fra un mese si presentano le liste e fra due si va al voto. Che cosa sta succedendo a Sorrento? Timidamente, ma insistentemente, il sito sorrentopress (seguito a ruota da altri) prospetta la candidatura a sindaco dell’attuale vice Giuseppe Stinga che, almeno fino a oggi, non si è ancora espresso e quindi le “insinuazioni” appaiono delle vere e proprie provocazioni finalizzate a scoprire le carte di Stinga che, senza troppi giri di parole, deve decidere se continuare o meno la propria carriera politica. Certamente il sindaco Giuseppe Cuomo è il più ansioso di conoscere la decisione del suo vice e lo incalza direttamente o per interposta persona!

Giuseppe Stinga
Giuseppe Stinga

Stinga dal canto suo sa bene una cosa: se anche Cuomo dovesse vincere le elezioni e lui facesse parte della sua coalizione, la prospettiva di un reincarico è praticamente inesistente, così come la nomina ad assessore visto che di posti disponibili non ce ne sono, che i pretendenti sono già in eccedenza e qualcuno rischia di restare a bocca asciutta. Il posto di vice sindaco è stato da tempo prenotato da Raffaele Apreda, ma è chiaro che la partita è tutt’altra che chiusa perchè il borsino elettorale dà Mario Gargiulo vincente su Apreda (in termini di preferenze) e non bisogna sottovalutare Massimo Coppola. Porte sbarrate in giunta per Stinga in un eventuale Cuomo-bis per cui l’imprenditore si trova a dover decidere il proprio destino in tempi strettissimi. Bene informati riferiscono che lo farà subito dopo Pasqua. Un’altra crisi riguarda le aspiranti assessore. Sono due le poltrone riservate alle donne e almeno tre le aspiranti, tutte di peso.

Maria Teresa De Angelis
Maria Teresa De Angelis

E’ vero che Mariateresa De Angelis gode della rendita di posizione dell’uscente, ma è altrettanto vero che, sempre secondo i bene informati, deve fare i conti con agguerritissime concorrenti, Elisabetta Ricca e Guglielmina Ciampa, che sono in grado di realizzare performance imprevedibili per la De Angelis il cui reincarico non è scontato, nonostante gli impegni e le promesse di Cuomo che, in questa fase, non nega davvero niente a nessuno tranne che ai suoi avversari dichiarati. Sono a rischio anche diverse posizioni di Consiglieri uscenti per l’ingombrante presenza in lista degli Assessori che riducono gli spazi di agibilità elettorale con l’aggiunta della doppia preferenza di genere in grado a sua volta di stravolgere gli equilibri anche nelle posizioni di rincalzo, quelle cioè dei primi non eletti che possono subentrare in consiglio se un eletto viene nominato assessore. Giochi praticamente bloccati, o quasi, per cui i più scaltri cominciano anche a capire che tanti candidati daranno vita a una questua elettorale senza precedenti con l’inevitabile dispersione dei voti di preferenza. Risultato: tanti delusi non eletti con in mano un pugno di voti ed eletti che conteranno molti voti in meno di quelli preventivati vedendo mortificate le aspirazioni della vigilia.

LEONE ALLE REGIONALI

Leone Gargiulo
Leone Gargiulo

Alla notizia della possibile candidatura di Leone Gargiulo alle elezioni regionali in una delle liste a sostegno del candidato sindaco del PD Vincenzo De Luca, molti si sono posti la domanda: ma dove li prende i voti Gargiulo se per primo Lello Staiano è dichiaratamente un elettore di Forza Italia? E poi: Massa Lubrense è storicamente un feudo elettorale di centro-destra. Come può passare tout court al centro-sinistra? Misteri della politica lubrense dove la contesaa per la poltrona di sindaco si va facendo sempre più serrata tra Staiano e Balduccelli. Ormai si fanno i conti dello scarto di voti che separa i due contendenti e secondo un sondaggio svolto la scorsa settimana a Massa, le quotazioni di Staiano appaiono in calo in  virtù dell’entusiasmo che la lista “Patto con la Città” sta generando nella comunità locale. A liste praticamente bloccate la partita si sposta tutta sul “porta a porta“, sulla capacità dei candidati di intercettare il consenso e di conservarlo fino al momento del voto. Visto che mancano ancora 30 giorni per al presentazione delle liste è trapelata un’indiscrezione sulla presenza di nomi ballerini tra i candidati pronti cioà a lasciare il loro posto, all’ultimo minuto, ad outsider di peso.

DI CHI E’ UN MUNICIPIO?

municipioLa domanda potrebbe apparire retorica, ma non lo è! Si dà infatti per scontato che il Sindaco e l’Amministrazione di turno diventino di fatto i proprietari dell’immobile e di tutto quanto in esso contenuto: mobili, servizi e anche personale. Secondo questa visione una volta eletto il Sindaco dispone del palazzo municipale al di fuori di ogni regola e limite. Ne detiene le chiavi, entra ed esce quando vuole a qualsiasi ora del giorno e della notte, fa uso delle dotazioni tencnico-strumentali a proprio piacimento e così via. Si sente quasi il proprietario pro-tempore di uffici, servizi e personale. Estensivamente questa percezione di proprietà si estende agli Assessori ed ai Consiglieri di maggioranza che si sentono a casa loro quando stanno in Municipio o in locali a questo riconducibile. Qual è l’effetto che ne deriva? Che Sindaco e Assessori insieme ai Consiglieri godono di privilegi concreti nell’esercizio delle proprie funzioni, potendosi avvalere al di fuori di qualsiasi controllo della struttura e dei suoi servizi ed anche del personale che, spesso trascurando la circostanza delle terzietà delle proprie funzioni pubbliche, si iscrive al partito del sindaco tizio o caio, dell’assessore tizio o caio e ne asseconda tutti i “desiderata“. Chi paga?

La cassa comunale, quella si, è davvero pubblica perchè in essa vi confluiscono le risorze finanziarie prodotte dalla città, nel senso di famiglie, imprese, professionisti, etc. Questa cassa, per magia, si trasforma nel portfolio di chi sta al comando nel Municipio e attraverso di esso, oltre che attraverso l’operato degli uffici e dei preposti, utilizza le risorse pubbliche (quelle dell’intera comunità) a proprio piacimento, spendendeo e spandendo come meglio crede e senza che nessuno, per tutta la durata della consiliatura (5 anni), possa fermarlo. Questo alimenta in modo costante ed automatico il circuito del consenso per cui chi sta al comando è privilegiato nella contesa elettorale rispetto a chi, dall’esterno, si candida con l’intento di vincere le elezioni, ma potendo contare soltanto sulle proprie forze. Questo gioco è diventato ormai perverso e rischia di alterare il meccanismo elettorale e quindi la democrazia partecipativa. Chi comanda decide, sceglie, impone, promette, assume, incarica, punisce… Inoltre utilizza il denaro pubblico per soddisfare anche i propri bisogni politico-elettorali in modo più o meno diretto, ma anche sfacciato in qualche caso. Tanto chi è preposto ai controlli spesso non lo fa o, anzi, fa tutt’altro! I Cittadini, accontentandosi del proprio orticello, giustificano l’operato di un sindaco e di assessori che concepiscono in questo modo l’esercizio del mandato elettorale lasciando che soddisfino i propri interessi alla grande. Questo si definisce sistema e lo si pratica in modo sempre più profondo, trasversale e criminale in tanti pubblici palazzi!

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