Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Si ruba a più non posso nella pubblica amministrazione…tanto nessuno controlla!

Stampa

bandoOggi rubare nella pubblica amministrazione o distrarre risorse per finalità diverse da quelle apparenti, dichiarate o che si leggono sugli atti è un esercizio molto semplice e diffusamente praticato da parte della burocrazia municipale e della politica (tanto per restare a livello locale) consapevoli dell’assoluta inesistenza di controlli sia da parte degli organi preposti (istituzionali e tecnici) sia della Magistratura e delle Forze dell’Ordine che dovrebbero sovrintendere ai controlli in materia. Per impugnare un atto che si giudica illegittimo o illegale un Consigliere di opposizione dovrebbe sostenere una spesa considerevole innanzi al competente TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). Non esiste organismo terzo che eserciti un’asettica vigilanza, nonostante gli Enti siano dotati di Nuclei di Valutazione, Revisori dei Conti e Dirigenti specificamente preposti a sovrintendere all’anticorruzione.

banda2Rivolgersi all’Autorità Giudiziaria, direttamente o per tramite le Forze dell’Ordine, è nella maggior parte dei casi infruttuoso e inutile, senza parlare della Magistratura che indaga e scopre solo la punta dell’iceberg. Così nelle migliaia di amministrazioni pubbliche si ruba a più non forza con il conforto di atti apparentemente corretti, ma che, a un’analisi non sprovveduta e anche superficiale, si confermano essere dei veri e propri latrocini. Una volta gli Amministratori locali avevano la possibilità di impugnare gli atti prodotti dalla P.A. innanzi ai Comitati Regionali di Controllo che, ancorchè organismi di nomina politica, esercitavano una fuzione censoria e di garanzia in materia di legittimità e quindi anche di trasparenza. La cancellazione (che risale all’entrata in vigore della L. Cost. 18 ottobre N.3) dei controlli da parte dei CoReCo sugli atti degli enti territoriali è scaturita dalla modifica del Titolo V della Costituzione e dalla conseguente abrogazione dell’art. 130 Cost. previgente.

Così è venuta a mancare la norma costituzionale che consentiva questa forma di “ingerenza” nella vita e nelle attività di Comuni e Province. Così è cominciata la pacchia per tutti coloro che avevano mani in pasta e il Paese è praticamente finito in mano a vere e proprie bande bassotti travestite da Sindaci, Assessori, Consiglieri Comunali e Provinciali tanto per restare a questo livello. Gradualmente una classe dirigente è stata accantonata fino ad essere letteralmente esclusa da tutti i giochi da parte di un Ceto Politico corrotto e connivente con i poteri delinquenziali e financo criminali. I risultati stanno sotto gli occhi di tutti e ormai solo frange di irriducibili cercano di contrastare, con i pochi mezzi che hanno a disposizione, il malaffare eretto a sistema di governo della cosa pubblica. Prezioso è, o meglio è stato, il ruolo dell’informazione. Anche questa, però, si è vista ridurre progressivamente gli spazi di agibilità con tutti i modi possibili: sul piano delle leggi che mortificano sempre di più l’esercizio del controllo affidato all’informazione che dovrebbe essere il cane da guardia contro il potere politico, sul piano delle connivenze attraverso una vera e propria corruzione degli addetti ai lavori, giornalisti ed editori, per omologare la conoscenza e tacitare gli oppositori.

Escludendo sempre più ampie fasce di cittadini dalla partecipazione attiva alla vita pubblica, questo Ceto politico è riuscito a consolidarsi erigendo solide difese mascherate nelle vesti di riforme, per conservare il potere sine die tenendosi al riparo da qualsiasi controllo o interferenza. Una corruzione civica oltre che etica e morale che ha contaminato anche ampie fasce di quanti sono preposti ai controlli e alla pubblica sicurezza. Oggi il cittadino è davvero indifeso contro questa mafia dei colletti bianchi cui è riuscito pure il miracolo di rendere insensibile, indifferente la Gente verso il malcostume e la malagestione pubblica. Oggi ispirarsi o richiamarsi in pensieri e in fatti a principi di legalità significa soltanto essere estemporaneo rispetto a un comune sentimento che è stato contaminato dalla mala erba della corruzione.

 

Un commento

  • giovanni

    sono d’accordo col direttore, nei comuni “si ruba a più non posso” e il vero problema è che chi vuole denunciare non è tutelato. anzi rischia di passare guai. questa si chiama camorra…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*