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L’impatto della Tares su famiglie e imprese. Occorre puntare sulla riduzione dei rifiuti…

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di Alessandro Schisano*

Alessandro Schisano (PD)

L’introduzione della TARES e l’impatto che ha questo tributo su famiglie e imprese meritano certamente qualche considerazione. Il non spiegare come stanno le cose rischia di avere un effetto pericoloso del tipo “faccio la raccolta differenziata, ma alla fine pago di più, per cui non mi conviene farla“. Ma la situazione non sta in questo modo e vale la pena ribadirlo, cosa che non sembrano aver compreso tutti gli amministratori. Innanzitutto va detto che già i meccanismi di calcolo e la copertura di altri servizi fanno incrementare l’ammontare di questo nuovo tributo rispetto alla vecchia TARSU. Ad ogni modo la TARES serve sempre a coprire i costi della gestione dei rifiuti. Costi che nel caso dei Comuni della Campania lievitano perché frutto di un’emergenza che viene dal passato, ma che non ha per nulla trovato le soluzioni adeguate e definitive nemmeno nel presente, nonostante le favole che ci sono state raccontate in questi ultimi anni. Vogliamo fare un esempio per capirci? La Provincia di Napoli nel dicembre 2009 ha costituito una società a totale capitale pubblico che si occupa della gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Gli oneri che questa società sostiene rappresentano il costo di competenza provinciale che è poi suddiviso in quota parte ai Comuni di tutta la provincia che pagano un importo a tonnellata per il trattamento e smaltimento dei rifiuti prodotti (essenzialmente il sacchetto nero per intenderci).
Ebbene questo importo è già passato dai 99 euro circa a tonnellata di inizio 2010, ai 150 euro circa a tonnellata del 2013. E potrebbe subire ancora degli ulteriori incrementi. Ad esempio, è di questi giorni una delibera di Giunta Provinciale che ha trasferito ai Comuni della Provincia di Napoli dei maggiori oneri che si riferiscono all’anno 2012 (il totale del conguaglio dei Comuni peninsulari ammonta ad oltre 330.000 euro, 103.000 euro circa solo per Sorrento). Le ragioni di questi costi sono legate innanzitutto alla strutturale carenza, mai risolta, di impianti in Regione. Tanto per fare un esempio molti Comuni, obbligati per legge a raccogliere la frazione organica, sono poi costretti a trasportarla fuori Regione perché non ci sono impianti sufficienti. Volendo continuare, va rilevato il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata (indicati dalla legge) da parte di diversi Comuni. A questi vanno aggiunti anche i costi che occorrono per portare fuori Regione (anche in Olanda) i nostri rifiuti (non solo quindi la frazione organica). I costi di competenza provinciale incidono non poco sulla “bolletta” che pagano i sorrentini per la gestione dei rifiuti. Essi rappresentano, infatti, circa il 15% dei costi totali a carico dei cittadini, mentre un altro 14% circa è il costo del conferimento e trasporto dell’organico, inclusi gli sfalci di potature. E allora alla domanda da 1.000.000 di euro su cosa sia possibile fare, la risposta è scontata. Innanzitutto, se qualcuno ancora ha qualche dubbio, prendere atto del fallimento di un’intera classe politica di qualsiasi colore essa sia. E poi continuare a lavorare sulla riduzione dei rifiuti (meno ne produciamo e meno paghiamo), aumentare le percentuali di raccolta differenziata (tanto per dirne una la “virtuosa” Sorrento nel 2012 non ha nemmeno raggiunto la percentuale di raccolta differenziata del 65% stabilita dalla legge), tutte azioni che potrebbero, in parte, ridurre i costi a carico dei cittadini. Inoltre, bisognerebbe, insieme agli altri Comuni virtuosi della Campania, “far rete” per spingere la Regione a realizzare gli impianti per il trattamento della frazione organica dei rifiuti, e sulla Provincia perché siano ridotti i costi di competenza provinciale. Ma per fare questo ci vorrebbe la Politica, quella con la “P” maiuscola. Da noi invece si è più impegnati a spendere fondi per manifestazioni ed eventi spesso inutili e a pensare interventi assurdi (leggasi strada dei cimiteri ora ribattezzata strada degli ulivi perché è più “fico”) più che individuare e perseguire le azioni necessarie a diminuire il carico fiscale che grava su cittadini e imprese.
* Consigliere Comunale PD Sorrento

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