Piano di Sorrento

I Giovani Democratici della P.S. “siamo sbalorditi per lo spreco di soldi per il Premio…”

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luminarie premioPIANO DI SORRENTO – Alla fine lo sdegno per il Premio Penisola Sorrentina ha preso il sopravvento e ci hanno pensato i Giovani Democratici della Penisola Sorrentina a vergare una dura presa di posizione sull’evento che da settimane, ormai, riempie le cronache online e i social. “…Siamo sbalorditi per lo spreco di risorse destinate al Premio Arturo Esposito e giovedì 24 ottobre saremo presenti sul luogo della rassegna per informare i cittadini sull’argomento“. Domani sarà la giornata di Vittorio Sgarbi a Villa Fondi e questa sera a Piano di Sorrento si sono accese le luminarie suscitando stupore tra i cittadini che si sono interrogati sulle ragioni di questa illuminazione fuori stagione e fuori evento (festa patronale o natale). Invece Piano di Sorrento si illumina per la festa con Sgarbi e, sabato, per la serata di gala al Delle Rose dove si consumerà l’ultimo atto di questa storia che non finisce di sorprendere.

Antonio D'Aniello
Antonio D’Aniello

Continuano i G.D.: “Il finanziamento regionale, con cui è stata sovvenzionata la manifestazione, proviene da uno specifico fondo destinato alla promozione della Campania. La domanda sorge spontanea: invitare personaggi dello spettacolo, che poco hanno a che fare con il nostro territorio, apporta beneficio all’immagine della Campania? Noi riteniamo di no e questo è il motivo della nostra contestazione. Mentre, la giunta Caldoro, sostiene il contrario finanziando (grazie ad appositi fondi europei) per € 190.000 il Premio Esposito e per € 340.000 il Premio Caruso, con la collaborazione anche monetaria dei nostri Comuni della Penisola. Spendere queste cifre, considerando la crisi e i tagli che attanagliano settori vitali della nostra Regione come l’istruzione, la sanità e i trasporti, è una mancanza di rispetto verso i cittadini e i contribuenti. I nostri Comuni, invece di cofinanziare attività di promozione di dubbia efficacia, potrebbero investire nella partecipazione alle numerose Borse e Fiere del Turismo, proponendo il prodotto penisola sorrentina agli occhi degli investitori internazionali“. Sul tema del giorno interviene anche Antonio D’Aniello, consigliere comunale di Piano di Sorrento, che dichiara: “E’ il terzo anno che in consiglio comunale faccio notare le storture di un premio avulso dal nostro territorio. Se realmente si volesse promuovere la Campania, il programma con i vari ospiti non sarebbe uscito ad un mese dalla manifestazione, ma un anno prima per consentire la naturale promozione dell’evento fuori dalla Regione. Il nostro no resterà netto finché il premio resterà la solita passerella di volti più o meno noti. Rispetto ai fondi europei, riteniamo che la spesa debba essere maggiormente qualificata e consentire interventi sostenibili a lungo termine e non una tantum“.

Un commento

  • Gennaro

    Inorridisco…le luminarie per il sig. Sgarbi, quello cacciato dalla TV per le parolacce e le schifezze che ha detto??????? Un pregiudicato per reato di assenteismo e truffa allo Stato festeggiato con le luminarie ed i nostri soldi????? Ma al comune sono letteralmente impazziti??????? Ma leggete cosa ho trovato sul web: Piano di Sorrento sarà ricordata, nei secoli dei secoli, per aver dato 5 mila euro, dunque soldi pubblici ed onori ad un discusso critico d’arte,tra l’altro pregiudicato per falso e assenteismo, che ora si scopre anche complice di mafiosi!

    Nell’ambito del “Premio penisola sorrentina” infatti terrà una conferenza al Museo Vallet presso Villa Fondi e presenterà un suo libro in cambio di un lauto compenso che lo stesso ha preteso a fine serata….deliberato dall’Amministrazione comunale di Piano.Con una determina, la N°518 dell’8 ottobre, il settore cultura e turismo del Comune impegna infatti ingenti risorse per Sgarbi mettendo nero su bianco valutazioni di tipo artistico-culturale che suonano piuttosto discutibili per un critico d’arte che realizzò la sua prima pubblicazione assemblando materiali altrui, mentre faceva l’assenteista sul posto di lavoro con certificati medici falsi di un medico compiacente…E , non contento, successivamente nel 2008 ha pubblicato una prefazione di una decina di pagine per un libro su Botticelli edito dalla casa Skira e venduto in edicola insieme al quotidiano “La Repubblica”, copiando da un testo precedente della prof.ssa Mina Bacci del 1964.

    Ecco il link che riporta quest’ultima notizia, con i due testi a confronto,praticamente identici : http://milano.repubblica.it/dettaglio/sgarbi-e-quella-prefazione-copiata/1555273

    Leggiamo anche le motivazioni inserite nella Determina dirigenziale dell’Amministrazione comunale di Piano di Sorrento per giustificare il sostanzioso contributo di 5 mila euro a favore di Sgarbi : “….valutato che il progetto prevede un momento dedicato all’arte visiva e la presenza del Prof. Vittorio Sgarbi all’interno del Museo archeologico della penisola Sorrentina Gorges Vallet può costituire una grande occasione di rilancio dei beni culturali dell’area interessata dal premio; il prof. Vittorio Sgarbi costituisce un’eccellenza esclusiva nel settore artistico in considerazione della sua grandissima fama e notorietà di carattere internazionali. Ritenuto per le motivazioni esposte di conferire l’incarico di prestazione artistica per visita al Museo archeologico Gorges Vallet in Villa Fondi e conferenza sull’arte contemporanea e classica…Delibera…..etc etc”.

    “Pagare Sgarbi per il rilancio culturale della Villa Fondi -ha affermato Vincenzo Califano direttore di Politica in Penisola-sembra un non senso visto che per privatizzarla si sta facendo di tutto per sloggiare il Museo Vallet considerato un ostacolo alle potenzialità della struttura come ristorante o centro congressuale”.

    Nel 1996, con sentenza definitiva della Pretura di Venezia, il tanto decantato Vittorio Sgarbi è stato condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, per produzione di documenti falsi (per la richiesta di aspettativa per motivi di salute) e assenteismo nel periodo 1989-1990, mentre era dipendente del Ministero dei Beni culturali, con la qualifica di funzionario ai Beni artistici e culturali del Veneto. E’ stato condannato a pagare anche un indennizzo di 700 000 lire.Una provvidenziale amnistia gli ha evitato una pena peggiore che comprendeva anche il licenziamento in tronco.

    Lui stesso, spavaldamente, ha spiegato i retroscena della truffa, vantandosi di essere un raccomandato di ferro e tracciando un edificante quadretto dell’illegalità che regnava al ministero dei Beni culturali: “Il ministero non si è mai doluto per il mio lavoro; nessuno si è mai lamentato che non facessi il mio lavoro, pur assente […]. Quale fosse la mia attività durante il periodo di aspettativa, i ministri lo hanno oscuramente intuito […]. Avevo una intrinsichezza [sic] continua con i ministri Facchiano e Bono Parrino […]. Ero d’accordo col Direttore generale per far apparire come motivi di famiglia le successive aspettative, perchè erano esauriti i tempi dell’aspettativa per motivi di salute […]. Le causali delle mie aspettative erano suggerite dalla mia segreteria […]. Devo ad Andreotti, che, a quel
    tempo, era ministro ad interim dei Beni culturali, se non sono stato licenziato, e alla fine lo stesso mi da un mese di sospensione che fosse in qualche modo conclusivo di tutta la vicenda”.

    E questo signore,cari Amministratori, dovrebbe rilanciare proprio l’immagine del Museo Vallet?

    Successivamente sono emerse chiare responsabilità di Sgarbi in merito alle infiltrazioni mafiose al comune di Salemi,di cui ricopriva la carica di Sindaco,fino al recente scioglimento con decreto del Ministro degli Interni Cancellieri.

    La relazione sullo scioglimento del comune siciliano, firmata dal ministro Cancellieri, accusa il critico-politico con lapidarie parole che non danno adito ad equivoci: “Non ha arginato le interferenze dell’onorevole Giammarinaro”, già sorvegliato speciale. Sottolineati i “vincoli criminali” del vicesindaco Favuzza. Si legge inoltre che l’amministrazione del polemista televisivo faceva soltanto “antimafia di facciata”. E giù con l’elencazione di una sequela di episodi criminogeni giustamente stigmatizzati dagli ispettori del Ministero.

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