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“Perchè lascio il Movimento 5 Stelle”, ce lo spiega Rinaldi da Bologna

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di Pasquale Rinaldi*

Da qualche giorno non sono più un consigliere del M5S. Ho lasciato in seguito ad un duro scontro consumatosi di recente all’interno del Movimento bolognese, ma soprattutto perché negli anni io ed il Movimento siamo cresciuti lungo due strade divergenti. Tre anni fa ho iniziato a seguire il Movimento per un motivo preciso. Perché sentivo il bisogno di un cambiamento nel Paese e avevo voglia di assumermi insieme ad altri ragazzi come me la responsabilità del nostro futuro, pensando che il Movimento volesse riconoscerci questa possibilità. Non avevo esperienza politica pregresssa ed il mio attivismo era spinto solo da principi solidi, idee concrete e da nient’altro…

Il Movimento, invece, era strutturato sulla base di un progetto politico che va oltre le 5 stelle. Un progetto politico al quale è difficile aderire consapevolmente perché non è mai stato esposto diffusamente e con la dovuta chiarezza. Un progetto che emerge gradualmente nel tempo e che si riesce a delineare con fatica rimettendo insieme frammenti di dichiarazioni pubbliche, rivelazioni private, slogan, accenni, eccessi, smentite, pensieri contraddittori, espressioni comiche e così via.
Le premesse ideologiche del M5S sono il rifiuto del sistema dei partiti, l’utilizzo della democrazia diretta e la negazione dell’autonomia nell’esercizio del potere politico. Lo sbocco logico e naturale di queste premesse è un sistema ideale che tende alla scomparsa dei partiti e alla loro sostituzione con un unico “movimento” che si fa portavoce, tramite strumenti di democrazia diretta, della volontà della gente. Questo significa che il 100% degli eletti in Parlamento, così come negli altri organi collegiali istituzionali, dovrà votare secondo quanto deliberato di volta  in volta dai cittadini e delinea un sistema ideale in cui il Parlamento e le altre istituzioni rappresentative sono organi ridondanti e quindi potenzialmente da abolire. Di conseguenza tutti i poteri possono essere accentrati su di un unico soggetto politico che governa, fa le leggi e magari giudica anche i cittadini in base alle indicazioni del popolo italiano che idealmente guida direttamente la Nazione. In sostanza si tratta di smantellare buona parte della Costituzione italiana nella quale mi riconosco pienamente.
Non è detto che Grillo pensi, speri o ritenga fattibile applicare questo sistema ideale in concreto, ma onestamente non capisco per quale motivo dovrei continuare a sostenere il M5S nella speranza che questa visione politica rimanga lettera morta. Nella speranza che Grillo non faccia sul serio. Vedo più naturale impegnarmi e battermi per delle idee che ci portano verso un maggiore progresso, piuttosto che il contrario.
La mancanza di democrazia interna al M5S non fa altro che acuire queste preoccupazioni. Gli attivisti  non possono esercitare nessun controllo sul M5S, quindi i più accorti non possono fare altro che sperare che Grillo non si lasci prendere troppo dalle proprie visioni eversive.
Nonostante tutto questo sono molto contento della mia esperienza nel Movimento 5 stelle perché mi ha permesso di approfondire molti temi che diversamente avrei continuato a trattare senza la dovuta attenzione e soprattutto perché mi ha dato la possibilità di conoscere alcune dinamiche interne ai gruppi che fanno politica con certi presupposti. E’ stato uno straordinario laboratorio politico che mi ha permesso di verificare gli effetti derivanti da alcune scelte politiche riproposte in spregio alla nostra esperienza storica.
Manterrò memoria di tutto questo nel prosieguo della mia attività politica.

* Consigliere Circoscrizionale Bologna

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