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Concordia, è il caso di spegnere i riflettori mediatici aspettando l’esito delle inchieste

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Per quanto tempo ancora resteranno accesi i riflettori dei media internazionali sulla tragedia della Concordia non è dato saperlo, ma appare evidente che, al di là di colpe oggettive imputabili al Comandante Schettino e che solo l’inchiesta potrà accertare, l’accanimento mediatico su questo caso sta mettendo a dura prova la resistenza di una famiglia e di una comunità fortemente “stressate” da questo fulmine a ciel sereno che le ha colpite. Passare dalle “stelle alle stalle“, per la persona e per la marineria orgoglio della Costiera, è sicuramente sproporzionato perchè dimostra quanto sia corta la memoria collettiva  e come, anche nelle tragedie, non si tenga in considerazione il tributo, anche di vite umane, che nella storia passata e recente la marineria peninsulare ha pagato e continua pagare. Senza risalire alle tante tagedie del mare basta pensare solo alle vittime dei sequestri da parte dei pirati che vedono sempre la Penisola Sorrentina coinvolta con la propria gente a soffrire. La marineria sorrentina e l’imprenditoria ad essa legata, insieme alle istituzioni locali, hanno l’obbligo di riscattarsi agli occhi del mondo che deve conoscere e apprezzare storia, tradizioni e valori che non possono essere cancellati per colpa di questo naufragio. E Schettino, per quanto responsabile, non può essere trasformato in un mostro alla Parolisi, tanto per intendersi, cancellando una carriera sulla quale, fino a oggi, nessuno ha avuto da ridire almeno a quanto risulta sempre dalle cronache. Ha sbagliato e sicuramente pagherà, come è giusto che si individuino eventuali altre responsabilità e che ciascuno paghi per colpe od omissioni. Si, perchè spesso le omissioni possono essere più gravi delle colpe e su questa storia ci sono sicuramente molte omissioni che non assolveranno Schettino, ma serviranno a inquadrare in un contesto più generale le responsabilità. Infine come non ricordare che appena qualche anno fa, nel 2008, la famiglia del Comandante Schettino è stata duramente colpita negli affetti più cari da una grave tragedia consumatasi ancora una volta a bordo di una nave. E’ ancora fresco il ricordo del barbaro assassinio del comandante Mario Castaldi di Piano di Sorrento a bordo della nave Paxi-C (Italtrag di Napoli), da parte del primo ufficiale Andrea Della Rosa di Gaeta. Una vicenda tragica nella sua imprevedibilità le cui ferite sono insanabili per tutta la famiglia. Castaldi, comandante della Costiera Sorrentina, era un cognato di Schettino. Su queste famiglie, così duramente provate da queste tragedie che confermano come l’imponderabile sia sempre in agguato pronto a mietere vittime di ogni tipo, è forse il momento di spegnere i riflettori da parte di tutti per non causare ulteriori, ingiusti e più devastanti danni di cui non ci saranno sicuramente un Vespa o una Venier ad occuparsene!

2 commenti

  • Salvatore Mare

    Finalmente un articolo serio. Hanno azzannato come le iene la carcassa della notizia, senza tener conto della famiglia Schettino. Infarcito di mezze verità e altrettante menzogne, omissioni importanti come nella telefonata: “Quando ho visto la nave inclinarsi, sono sceso”, tralasciando la prima parte: “Sono salito sul ponte, quando ho visto la nave inclinarsi, sono sceso”. Poi ci sorprendiamo che i tedeschi ci definiscano vigliacchi, quando siamo noi i primi a darne esempio.

  • claudio d'esposito

    i rifletori sicuramente si spegneranno,questa tragedia umana resterà comunque nelle nostre menti il dispiacere per gli uomini di mare é profondo,é un brutto momento per sorrento per l’italia e per la gente di mare che vive su questo pianeta,credo che gli uomini di mare e i comandanti negli anni passati della marineria erno diversi le situazioni erano diverse e l’uomo si immergeva in una dimensione piu’ valida e piu’ umana.che dio ci aiuti.

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