Diario Politico©Raffaele Lauro

DEF 2011: per Mastellone il Governo “sgoverna”

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Pubblichiamo questo interessante intervento del dott. Gaetano Mastellone sul Documento di Economia e Finanza 2011.

Il Documento di Economia e Finanza 2011 approvato dalla Camera e dal Senato appare già come “una manovra che non basta!”. Dopo le elezioni, quindi a giugno, ci aspetta una manovra correttiva? Vedremo. Le stime dell’ultimo bollettino economico di Bankitalia rivelano che nel 2014, per raggiungere un sostanziale pareggio di bilancio, sarà necessaria un’ulteriore correzione dei conti per circa 2,3 punti percentuali del Pil. Che dire? Siamo messi maluccio! Certamente da oggi in avanti “i politici” faranno a gara a rilasciare dichiarazioni; quelli del Pdl a favore del DEF e quelli dell’opposizione contro! Qual è la verità? Chi ci dice la verità? A mio parere la verità mai la sapremo! Noi, poveri cittadini italiani, restiamo allibiti da tutto questo valzer di numeri, molto spesso talmente “tortuosi” che sono francamente indecifrabili.
Cosa poter dire su questo DEF senza star qui a commentare “le cifre”?
Lo sforzo di risanamento indicato dal Governo è estremamente ambizioso, ma il  Piano nazionale delle riforme è deludente per quanto attiene alle azioni concrete per crescita e competitività, le misure adottate sembrano dei “paliativi”. E’ come se io avessi un dente cariato ed invece di “estirparlo” mi prendo delle pastiglie antidolorifiche! Il dente cariato sta sempre lì! Servirebbe una vera terapia d’urto ed uno scatto di orgoglio per affrontare le urgenze del Paese. Bisognerebbe invece sforzarsi e ridisegnare i meccanismi di spesa che è troppo elevata, vi è troppo sperpero di risorse pubbliche. Senza questi cambiamenti  i tagli alla spesa potrebbero rivelarsi difficili da sostenere e rischiano di tradursi nel rinvio di spese necessarie o in forme occulte di debito pubblico, come il debito verso fornitori. Anche Confindustria è preoccupata dal taglio agli investimenti pubblici, che deriva in misura importante dalla compressione della spesa primaria. Scenderebbero a 27 miliardi già nel 2012, erano 38 miliardi nel 2009. Si tratta di una diminuzione consistente che avrà effetti di lungo periodo sull’infrastrutturazione del Paese (come faremo ad innovare ed a crescere senza infrastrutture adeguate? Come farà a crescere il mezzogiorno? Ah, dimenticavo c’è la Banca del Mezzogiorno! Balle! Quello che si sta facendo, a mio modesto parere e vorrei tanto sbagliare, è in contrasto con le raccomandazioni dell’Unione Europea, che chiede di effettuare il risanamento senza penalizzare la spesa in infrastrutture. Questo DEF non fornisce quelle indicazioni che si configurerebbero come una scossa all’economia italiana, c’é un apprezzabile realismo, ma c’é sicuramente più enfasi per la stabilità che per la crescita. Il realismo è un merito del documento, ma è anche un limite consistente nella costruzione di misure per lo sviluppo. Politici ed economisti, ed anche noi cittadini, sappiamo bene che senza sviluppo non ci sarà crescita del Pil! Allora? Dove arriveremo? Per concludere ritengo che questo DEF è un documento di “puro galleggiamento” di un governo in attesa di eventi miracolosi. Si nascondono i nodi. Poi non ne parliamo proprio della pressione fiscale “ufficiale” che si è attestata al 42,39%; un dato, già molto significativo in termini comparativi con gli altri Paesi europei, che sale addirittura al 51,63% se si depura il Pil della componente di “economia sommersa”, ossia quella parte di economia che, ragionevolmente, non risulta gravata da alcun tipo di pressione fiscale. Bisogna colpire, e duramente, gli speculatori; c’è la volontà di farlo? Allora, a mio modesto parere, ci stiamo arrotolando su noi stessi. Senza crescita non ci sarà un aggiustamento dei conti pubblici, e il Documento ignora proprio il capitolo della crescita. Ho letto recentemente tanti interventi sulla questione ed anche quello di un autorevole Senatore (Raffaele Lauro) che ha così concluso la sua interessante relazione al DEF: “Ad oggi si può esprimere soltanto la speranza di un cambiamento di rotta che interrompa l’impoverimento del Paese, senza far saltare l’equilibrio dei conti pubblici”. Questa dichiarazione mi fa “paura” perché è alla fine una “dichiarazione di speranza” in un futuro che non si intravede perché non siamo stati capaci di programmare una crescita. Stiamo messi proprio male, questa è l’amara realtà. Abbiamo un Governo che Sgoverna!

Gaetano Mastellone
www.mastellonegaetano.com

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