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Mastrogiacomo: difesa del suolo dalle speculazioni edilizie

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Dal geologo prof. Ettore Mastrogiacomo riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento su temi di scottante attualità con l’auspicio che possano essere d’incentivo allo sviluppo di un serio dibattito politico sul territorio anche alla luce dell’adozione da parte della Regione Campania del nuovo Piano-Casa.

Sul dissesto idrogeologico in Italia si è scritto tanto, ma di interventi specifici e duraturi si è fatto molto poco. Le frane rappresentano uno dei pericoli naturali più diffusi sul territorio della Penisola Sorrentina e sono sovente causate da interventi antropici inadeguati e sconsiderati, sono fenomeni gravitativi che provocano il distacco e conseguente spostamento veloce o lento, di masse rocciose o coltri di materiali sciolti, legati all’azione della forza di  gravità. Le frane avvenute in Penisola Sorrentina spesso hanno alterato e devastato aree ad alto valore paesaggistico e perdite di vite umane.  Le cause delle frane non sono solo fenomeni naturali, ma anche quelle provocate dall’uomo, dette frane antropiche. (La parola antropico deriva dal greco anthro-pikòs). L’estesa urbanizzazione indiscriminata, scavi sotterranei, la pavimentazione del suolo, gli incendi boschivi che distruggono la vegetazione, esponendo il suolo all’erosione, l’abbandono delle terre da parte dei contadini, che con cura e diligenza “del buon padre di famiglia” si adoperavano per sistemare i loro fondi con i terrazzamenti sostenuti dai muretti a secco, che oltre ad avere la funzione di contenimento del terreno, drenano le acque di scorrimento superficiale. Ulteriori cause non meno importanti che concorrono al dissesto del territorio sono la costruzione di strade e stradine a mezza costa che hanno sconvolto gli impluvi naturali che canalizzano le acque meteoriche verso valle, gli sbancamenti di vaste aree per realizzare opere sotterranee e costruzioni abusive di ogni genere. Tutti questi interventi producono processi di instabilità, se avvengono in un territorio antropizzato e possono avere conseguenze anche gravi. Per questo motivo, ai fini di un uso corretto del territorio, sono estremamente  importanti le informazioni sui processi  di instabilità naturale, sugli effetti morfologici e sui danni indotti, sia per individuare le aree  ancora soggette a modellazione e, quindi da dichiarare  non idonee a determinati utilizzi, attraverso vincoli, limitazioni d’uso, sia per salvaguardare l’esistente con opere  strutturali efficaci ed efficienti. Lo scopo fondamentale delle aree vincolate come quelle della Penisola Sorrentina  è di porre delle limitazioni finalizzate alla tutela di pubblici interessi, quindi i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di varie forme di utilizzazione, possono subire denudazione, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque con conseguente danno pubblico. Lo scopo fondamentale di vincolare vaste aree della Penisola Sorrentina è di prevenire  alterazioni e modifiche del territorio, che potrebbero turbare l’assetto e gli equilibri naturalmente raggiunti attraverso l’azione dei processi morfoevolutivi nel tempo. E’, di fatto, la modifica del regime delle acque superficiali e delle falde idriche, l’innesco o l’incremento di fenomenologie erosive, la variazione dei carichi e delle sollecitazioni, possono comportare, direttamente o no, danni anche irreversibili ai naturali equilibri, che si possono tradurre, in danni pubblici. E se è vero che sono sempre avvenute e tuttora avvengono alterazioni e modifiche di tipo naturale”, è anche vero che non pochi guasti, con danni a volte notevoli, sono provocati dalle cosiddette “attività antropiche”. Queste ultime, perciò,  vanno razionalmente indirizzate verso un corretto uso del territorio, tenendo conto delle sue peculiarità e dei processi che su di esso agiscono. In Penisola Sorrentina numerose attività antropiche sono intervenute come fattori alteranti a modificare i normali processi morfoevolutivi, che non tendono a preservare e migliorare le condizioni del relativo sito d’intervento. In Penisola Sorrentina la rapida  evoluzione dell’intervento dell’uomo sul territorio negli ultimi decenni non è stata  accompagnata da una pari evoluzione delle conoscenze  circa le conseguenze negative di detti processi, né da un uguale sviluppo delle capacità di governare eventuali anomalie. Si sono generati così sul territorio rischi di natura geologica, idrogeologica, morfologica, strutturale e antropica. I rischi antropici come si è detto avanti  sono legati all’azione dell’uomo che per le loro esigenze, impongono interventi in tempi estremamente brevi, provocando alterazioni improvvise delle situazioni naturali raggiunte in tempi molto lunghi. Le azioni antropiche, siano esse attive quali scavi, appesantimenti dei versanti o i disboscamenti, siano esse passive, quali l’abbandono delle terre, svolgono un ruolo di accelerazione dei processi morfogenetici, provocando reazioni alla rapida alterazione degli equilibri naturali.   Detti rischi si possono mitigare con la prevenzione e la manutenzione di opere adeguate alla tipologia di suolo. Si possono realizzare interventi più rispettosi dell’ambiente e a ridotto impatto ambientale, come le tecniche previste dall’ingegneria naturalistica, quali gabbionate, fascinate, muri a secco rinverditi, graticciate palificate, fossi drenanti, terre rinforzate, ecc. Altre tipologie di opere di prevenzione che consentono di attenuare gli effetti alteranti sono reti paramassi e barriere metalliche da situare a mezza costa, le gallerie drenanti, le gallerie paramassi, tiranti in trefoli e in barre d’acciaio,  iniezioni di malte cementizie o di resine, la costituzione o ricostituzione della vegetazione arbustiva, ecc. Gli interventi che si possono realizzare per il riassetto organizzativo e funzionale per la difesa dinamica del suolo sono tanti, ma tutto dipende dalle amministrazioni che non di rado sembrano non accorgersi dei rischi e dell’abbandono del territorio, praticando solo  piccoli interventi provvisori e incompleti che non risolvono il problema, anzi, spesso si rivelano inutili e anche dannosi. Nel corso degli anni la Penisola Sorrentina è stata sfruttata in maniera intensa e indiscriminata determinando un’alterazione dell’originario equilibrio territoriale arrecando danni rilevanti alle attività turistiche-alberghiere, ed oggi si ricorre a soluzioni provvisorie per fronteggiare l’emergenza. Purtroppo la nostra cultura è lontana dall’idea che il territorio necessita di una costante prevenzione e programmata manutenzione con adeguate opere di sistemazione, a questo si deve mirare, con l’aiuto di noi adulti far concentrare l’attenzione delle giovani generazioni verso una cultura della difesa del territorio.  Lo sviluppo economico della Penisola Sorrentina è legato quasi esclusivamente all’attività turistica-alberghiera, quindi non si può prescindere dalle problematiche ambientali, solo con un’attenta e diffusa difesa del suolo si possono controllare l’innesco e lo sviluppo di fenomeni alteranti. Le opere di bonifica che si possono realizzare per la difesa del territorio sono numerosissime e sono un’opportunità per occupare migliaia di giovani. Si pensi alle sistemazioni idrauliche dei rivi e dei valloni con arginature spondali, mediante la costruzione di gabbionate rinverdite, realizzazione di briglie nei torrenti per rallentare la velocità delle acque di scorrimento superficiale, allargamento dei restringimenti della sezione idraulica che aumentano la velocità di scorrimento, riduzione delle pendenze del corso d’acqua, dragaggio dei corsi d’acqua, ecc.Recupero delle aree degradate abbandonate, difesa dei boschi dagli incendi, messa in sicurezza delle aree di cave abbandonate, e sistemazione a verde. Risanamento idrogeologico di versanti. Gli interventi di ingegneria naturalistica come è ben noto hanno anche una componente paesaggistica ed estetica, in quanto viene prestata una cura particolare alle finiture di tutto quello che viene realizzato e il rimodellamento del piano di campagna eventualmente disturbato. 

 Vorrei spendere qualche parola relativa ai parcheggi interrati di cui pullula la Penisola Sorrentina.

I parcheggi interrati occupano notevoli superfici di suolo coltivato ad agrumi, vite e ulivi di migliaia m2 e con altezze che possono variare dai 6 ai 30 metri: quindi sono dei corpi del tutto impermeabili in cemento armato e calcestruzzo, vere e proprie dighe sepolte laddove intercettino la locale falda acquifera. Le escursioni idriche previste, pur con notevoli differenze fra varie zone della Penisola Sorrentina, sono dell’ordine di 6-30 metri: per esempio una misura della profondità della falda relativa alla zona via dei Platani, via Gennaro Maresca, hanno fornito un valore di -15 metri dal piano campagna nel periodo estivo e un valore di -9 metri dal p.c. nel periodo invernale. In periodi di siccità i livelli piezometrici a tergo delle opere di contenimento sono localizzati in corrispondenza  della parte basale di tali strutture, determinando una relativamente facile filtrazione delle falde verso l’abitato più a valle (Corso Italia). Invece in condizioni meteorologiche critiche, risalendo i livelli di falda la struttura  di contenimento  rende più difficoltosa la dissipazione delle pressioni interstiziali (effetto diga) con conseguente accentuazione delle risalite delle falde e migrazione del livello piezometrico verso monte. Nella costruzione di un parcheggio interrato, la prima operazione è quella di realizzare un perimetro di paratie di pali, finalizzate a contrastare la spinta del terreno. Nel caso in cui le paratie  intercettino la falda acquifera, si eseguono le operazioni  di aggottamento necessarie ad impedire l’ingresso dell’acqua nell’area di lavoro e di rendere asciutto il fondo dello scavo. Man mano  che si realizza il sistema delle paratie perimetrali e la “struttura scatolare”, si viene a formare un “effetto diga”, che modifica gli equilibri  idrogeologici esistenti, con elevati probabili aumenti delle escursioni positive delle falde. Infatti facendo affidamento sulla situazione idrogeologica locale e sulle esperienze maturate in numerose situazioni simili a quelle della Penisola Sorrentina, si verifica la modifica delle linee di deflusso sotterraneo, ossia un rigonfiamento” della falda idrica a monte dell’ostacolo rappresentato dal parcheggio ed una depressione della stessa falda a valle dell’ostacolo (il cosiddetto cono d’ombra). Per effetto del detto innalzamento della falda, le acque sotterranee vanno a saturare i terreni di fondazione dei fabbricati situati ai bordi del parcheggio. Merita evidenziare che di solito i fabbricati limitrofi ai parcheggi interrati in Penisola Sorrentina sono di epoca antica e comunque con fondazioni poco profonde, che raggiungono la falda idrica, neanche quella più superficiale situata nei riporti, quindi in caso di sollevamento artificiale della falda, l’acqua impregna i terreni di fondazione esercitando una spinta idrostatica sul fabbricato. In fase di cantiere e/o in quella di esercizio del parcheggio, in ragione della geometria locale della falda, viene effettuato un abbassamento artificiale  della falda per tenere asciutta la struttura scatolare, ossia si esegue il dewatering (prelievo di acqua dal sottosuolo tramite pozzi: la falda si abbassa e intorno al pozzo si forma un cono di depressione). In conseguenza dei due modi di operare, innalzamento o viceversa abbassamento della falda, gli effetti prevedibili a medio termine sono:

• allagamenti di scantinati e in genere di ambienti interrati e seminterrati dei fabbricati contigui, progettati e costruiti senza prevedere di essere un giorno immersi nella falda acquifera;

• modificazioni delle pressioni interstiziali in terreni eterogenei: in questo secondo caso può verificarsi :

a) con l’effetto diga citato, la falda si solleva e va ad impegnare terreni fino ad allora asciutti, per cui si desta una distribuzione piezometrica molto differenziata artificiale che modifica lo stato delle tensioni efficaci (pressione cui sono sottoposti i granuli nei fabbricati soprastanti; 

b) con l’abbattimento della falda (dewatering) per tenere all’asciutto la struttura scatolare, anche in questo caso ne deriva una variazione dello stato tensionale efficace, fenomeno che, al variare del battente idraulico, può determinare cedimenti differenziali delle pilastrature, con conseguenti fessurazioni negli elementi fragili delle strutture, in funzione dei valori di distorsione angolare impressi alle strutture stesse. Per quanto si sa, nei progetti dei parcheggi dell’area della Penisola Sorrentina e dei relativi studi di Impatto Ambientale, la problematica non è stata presa in considerazione in modo esaustivo ed efficace. I danni al patrimonio edilizio e in genere ambientali derivanti dalla costruzione di tali opere si verificheranno a medio termine, è solo questione temporale. Pesante è anche l’impatto sociale che si ha con la realizzazione dei parcheggi: i lavori dei cantieri sovente si prolungano per molto tempo, determinando forti disagi ai cittadini residenti, problematiche ai negozianti e disservizi generali, causando inoltre un deprezzamento dei valori degli immobilie la chiusura delle attività commerciali.  E’ ridicolo l’esiguo strato di terreno sulle coperture dei parcheggi interrati, minimo bisogna effettuare un apporto di terreno di  metri 2,00, essendo l’apparato radicale fascicolato delle alberature profondo e esteso in ampiezza pari alla chioma (agrumi, ulivi ed essenze autoctone). Bisogna considerare con particolare attenzione il problema delle alberature, che nelle aree più densamente abitate rappresentano spesso l’unico elemento verde presente (con  importanti funzioni di ombreggiamento e raffrescamento, nonché di stepping stones all’interno di una rete ecologica minimale, come all’interno di un contesto urbano consolidato). Si tratta di piantumare alberature mature, di molti anni e dal consistente portamento. (agrumi) La realizzazione dei parcheggi interrati ha comportato l’eliminazione in fase di cantiere di tali alberature. Sebbene si può pensare di procedere a nuove piantumazioni, non si potranno inserire sicuramente alberature con la consistenza analoga a quelle preesistenti. Un albero di età adulta non può essere facilmente rimpiazzato, con significativi problemi  sulla qualità della vivibilità. Le alberature che vengono eliminate in superficie  per costruire un parcheggio interrato, spesso fanno parte  di un patrimonio di valore inestimabile, sia dal punto di vista dell’arredo urbano che della capacità di catturare l’anidride carbonica e risanare l’aria attraverso il processo di fotosintesi. Difatti le piante hanno la funzione di azione filtrante delle polveri,difesa acustica, barriera frangivento, ombreggiatura, alimentazione della fauna urbana, valenza estetica, paesaggistica e storica. 

Il verde della Penisola Sorrentina è un patrimonio notevole che ha impiegato molte generazioni a formarsi e che in molti casi è storico, e che a buon diritto appartiene ai cittadini e all’identità della Penisola Sorrentina. Il verde appartiene al sottosuolo. Appartenente si tratta di una questione legata all’arredo di una superficie, ma basta avvicinarsi d’estate a giardini per percepire un forte calo di temperatura legato non solo all’ombreggiatura, ma allo scambio termico col terreno. Una costruzione sotterranea con la sua estesa copertura impermeabilizzata (V.parcheggio di via Correale) impedisce tutto questo, anche se si può provvedere esteticamente a creare un giardino in superficie, poiché il verde non è solo un problema estetico, ma di sostanza. Nei mesi estivi i piccoli alberi piantati sopra i box sotterranei (si veda via Bagnulo, via delle Rose a Piano di Sorrento, via Iommella Grande a Sant’Agnello, ecc.) mostrano evidente carenza d’acqua, perché se pure è vero che le radici attive si sviluppano nel primo metro di profondità, la massa di terreno è troppo esigua per comportarsi da “volano” nei periodi aridi, non potendo richiamare umidità per capillarità. Si vuole infine sottolineare che dopo anni dall’ultimazione, tanti parcheggi interrati risultano invenduti, questo dimostra la scarsa utilità sociale di queste opere e la sola esigenza di business legati alle concessioni. Inoltre bisognerebbe prevedere anche dei sistemi di sorveglianza e di illuminazione adeguata dei parcheggi che verranno realizzati, questo perché spesso questi luoghi costituiscono degli ambienti in cui la microcriminalità  trova terreno fertile, determinando problemi di sicurezza per i cittadini che ne usufruiscono.

Radon

Tra l’altro bisogna valutare anche il problema radon nelle costruzioni nella loro progettazione è necessario valutare attentamente anche questo aspetto, essendo il gas radon  una sostanza radioattiva che si diffonde attraverso le rocce e il terreno. Di qui la necessità di prevedere adeguate misure di sicurezza contro le esalazioni di questo gas, che sono pericolose per l’uomo, anche in edifici sottoquota (parcheggi). La radioattività è misurata in “Béquerel” (Bq); per il radon la massima concentrazione ammissibile è di circa 200 Bq/mc. Il radon  proviene principalmente dal sottosuolo, ed è presente in tutte quelle rocce e terreni contenenti uranio. In quanto gas, può propagarsi molto bene nei terreni incoerenti come quelli della Penisola Sorrentina (coperture piroclastiche) costituiti da sabbie, lapilli, ceneri, limi, ecc, o rocce fratturate (calcari della Penisola Sorrentina), ma trova una barriera quasi impenetrabile negli strati argillosi impermeabili. Inoltre il tenore di radon varia in funzione delle variazioni stagionali e giornaliere della temperatura e della pressione atmosferica. Il radon penetra essenzialmente internamente ai locali attraverso il terreno, ma anche attraverso fessure nei pavimenti e nei muri, passaggi di cavi o tubazioni, ecc. E’ necessario quindi utilizzare materiali specifici in grado di funzionare correttamente da barriera contro la penetrazione del radon, e consentire una buona aerazione con ricambio d’aria all’interno degli edifici”.

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