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De Angelis: la Costiera investe poco nel welfare

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META – “E’ necessario in un momento di serio crisi economica che le pubbliche amministrazioni della penisola sorrentina investano di più e meglio  nelle politiche sociali  per raggiungere obiettivi di coesione, di inclusione, di sicurezza, salute, di promozione della legalità e della qualità della vita della comunità e  per un rilancio concreto del welfare”. Michele De Angelis, presidente della cooperativa sociale “Prisma” e promotore a livello locale del Comitato il “Welfare non è un lusso”, rilancia la mobilitazione a sostegno di maggiori investimenti per le politiche sociali. Nei comuni della costiera c’è uno scarso investimento che tradotto in termici economici  corrisponde (fatta eccezione per  Sorrento) ad una spesa pro-capite  di meno di trenta euro a cittadino” ha ribadito De Angelis. Il Comitato locale “Il Welfare non è un lusso”, costituitosi il 23 dicembre a Meta presso l’aula magna di MonteMare, chiede a Governo, Regione Campania e Comuni di rivalutare il settore dell’assistenza attraverso:    un più forte investimento di risorse e servizi per garantire la qualità degli stessi; maggiori tutele per i lavoratori del settore; una più puntuale ed efficace programmazione per il reale sviluppo di un sistema integrato di servizi e prestazioni sociali; più certezza nei tempi e nelle modalità di pagamento; di evitare qualsiasi taglio alla spesa sociale. Il  comitato “il welfare non è un lusso” si incontra giovedì 13 gennaio alle 18.30 nell’aula magna di momtemare a Meta, in vico ruggiero 7-9. “Da circa un decennio assistiamo ad una paralisi della crescita del meridione, con tassi di disoccupazione in Campania  doppi rispetto a quelli nazionali”.  Sostiene in una nota il Comitato che si è costituito a livello regionale . “Nella nostra regione più del 28% delle famiglie è al di sotto della soglia di povertà e circa una famiglia su quattro non riesce a pagare nemmeno le spese mediche, il 6,9% non ha avuto i soldi per le spese alimentari, e il 42,1% non riesce a far fronte ad una spesa imprevista di 700 euro. Nonostante questo, la spesa sociale pro-capite ha il valore in assoluto più basso tra le regioni di Italia: circa 33 euro a fronte di una media di 65 euro del Mezzogiorno e dei 344 euro della Valle d’Aosta”. Prosegue il comunicato. “La scelta attuale delle politiche regionali è stata di procedere con tagli indiscriminati: in Campania chiudono servizi per migliaia di utenti, sofferenti psichici, disabili, anziani e tossicodipendenti, chiudono decine di case-famiglia, di centri diurni e di strutture residenziali, luoghi d’accoglienza per persone, bambini e adulti, segnate dall’abbandono, dall’abuso e dal maltrattamento; tutte Persone la cui assistenza, nella migliore delle ipotesi, ricadrà sulle famiglie o spingerà unicamente al ricorso a nuove e vecchie istituzioni totali.  A Napoli sono stati tagliati oltre cento servizi territoriali e quasi mille posti di lavoro per operatori sociali. È per questo che circa 150 organizzazioni sociali (associazioni, cooperative e varie altre realtà di autogestione), si sono riunite nel comitato Il welfare non è un lusso in rappresentanza di migliaia di operatori sociali e di centinaia di migliaia di cittadini su tutto il territorio regionale per ottenere dalle amministrazioni risposte concrete ai bisogni delle persone. Dal 9 dicembre 300 operatori e familiari degli utenti dei servizi aderenti al comitato Il welfare non è un lusso, come forma di protesta hanno occupato l’ex ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi di Napoli, punto reale di partenza nella storia della cooperazione campana, e restano in stato di agitazione a causa del pesante ridimensionamento del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari costruito in questi venti anni”.

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