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Movimento 5 Stelle, oggi Luigi Di Maio si dimette da leader

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Luigi Di Maio

Tanto tuonò che piovve! L’assedio interno ed esterno alla leadership di Luigi Di Maio alla fine ha ottenuto il risultato di indurlo a rassegnare le dimissioni da capo politico del Movimento 5 Stelle. Il tentativo di interrompere l’emorragia interna ai gruppi parlamentari che sta dissanguando il Movimento e l’obiettivo di aprire una nuova fase stanno alla base di una decisione che vede cadere nello spazio di poco tempo un altro giovane leader politico in una stagione nella quale le leadership nascono, cresco e muoiano nell’arco di due, tre anni: per volontà degli elettori o per decisione interne alle forze stesse.

Matteo Renzi
Matteo Renzi

L’esempio più eclatante e più recente è stato quello del tramonto di Matteo Renzi ridottosi oggi a guidare una minuscola formazione denominata Italia Viva con cui tentare di conservare un ruolo parlamentare, di restare al tavolo delle trattative e anche di difendersi dalle troppe inchieste che riguardano il suo entourage e anche i suoi familiari. Di Maio è vittima di un Movimento senza identità e della sua inesperienza che l’hanno indotto da un lato a sopravvalutarsi e a sopravvalutare il sistema-5 Stelle, dall’altro ad accentrare poteri e cariche difficili da gestire. Cià soprattutto per la peculiarità dei Pentastellati che stanno dimostrando la loro inadeguatezza a essere classe dirigente del Paese, al di là di alcuni importanti provvedimenti legislativi approvati proprio grazie alla determinazione di Di Maio. Si apre una fase politica nuova che, probabilmente, ridimensionerà fortemente la rappresentanza istituzionale dei 5 Stelle.

Matteo Salvini
Matteo Salvini

Un’occasione perduta per il Paese di rinnovare un sistema molto corrotto e nel quale l’informazione ha rinunciato a giocare il proprio ruolo di baluardo a tutela degli interessi dei cittadini, nma si è schierata nella stragrande maggioranza dei casi contro il Movimento e in difesa della casta e del sistema politico più corrotto dell’Europa. Resta in campo, per il momento, il Matteo Salvini leader leghista che resiste proprio in virtù della natura del suo partito totalmente acritico e asservito al voler del Capitano che sta dimostrando quanto il populismo e la demogagia possono fare del male al Paese e agli Italiani che sembrano in gran parte aver smarrito il senno e la decenza!

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