Provincia di Napoli

Castellammare di Stabia, la riflessione di Gaetano Amato sul riscatto della città

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gaetano-amatodi Gaetano Amato

A leggere le notizie vien da temere che per Castellammare una nuova alba sia lontana. Contrariamente agli anni addietro, fino ad ora, mi sono tenuto fuori da commenti sull’attività amministrativa della giunta a cui i cittadini hanno dato fiducia, però quello che leggo da da pensare. Dalle indagini sono venuti fuori nomi che da anni decidono chi debba governare la città. Nomi pesanti, che di volta in volta sono stati sponsor di questo o quel candidato. Viene fuori il nome di Casillo, il potente politico del pd che ha fatto e disfatto accordi, ha dettato la linea e fatto da paciere tra correnti avverse all’interno di quello che fu un partito di sinistra, da cui sono poi nati nel tempo sindaci di centro o di destra, come l’attuale.

Pd che ha candidato a sindaco Massimo de Angelis, lo storico candidato di cdx di Castellammare, già creatore del primo circolo di Forza Italia nonché solo per un soffio non parlamentare di fratelli d’Italia. Pd in cui ha sempre avuto notevole peso elettorale la famiglia Iovino, prima con papà Gennaro e poi con Francesco, il figlio. Ma com’è che Massimo De Angelis non è stato candidato a sindaco da quella parte che è sempre stata la sua collocazione politica ? Qualcuno mi dice, ma non posso affermarlo con certezza, per contrasti con Antonio Pentangelo e Luigi Cesaro, esponenti di peso del cdx di livello nazionale, e che questi abbiano indicato come candidato l’attuale sindaco, già segretario e consigliere comunale in passato per il pd. Ora, leggendo i giornali, mi ritrovo con tutti questi nomi nella stessa inchiesta. Ci sono Casillo, Iovino padre, Pentangelo e Cesaro. Praticamente quelli che hanno deciso negli ultimi anni chi e con chi doveva governare. Credo che i politici locali, direttamente o indirettamente legati ai personaggi indagati, debbano immediatamente prendere pubblicamente e decisamente le distanze dagli indagati, se vogliono avere un minimo di credibilità. Sarebbe alquanto grave e compromettente se tacessero sull’argomento, e soprattutto dichiarare, per dissipare qualsiasi dubbio, che l’opera per la quale pare complottassero gli indagati, mai vedrà la luce.

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