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Nel PD è resa dei conti: Peppe Tito chiede la testa della Tartaglione e di Massimo Costa

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Giuseppe Tito
Giuseppe Tito

Finito lo spoglio elettorale che certifica il collasso del PD campano scatta la resa dei conti nel partito e a compiere la prima mossa è Giuseppe Tito, sindaco di Meta e consigliere metropolitano tradizionalmente legato all’area di Enza Amato, che ha chiesto la testa del segreterio regionale Assunta Tartaglione e di quello provinciale di Napoli Massimo Costa.  Dichiara Tito a Il Mattino: “La scelta dei candidati è stata completamente sbagliata. Con altri nomi avremmo perso ugualmente, ma senza distruggere il nostro patrimonio di voti. Queste sono le conseguenze di una sinistra troppo radical-chic e sempre meno abituata a stare tra la gente“.

Una ripresa della lotta intestina consumatasi già in occasione del congresso provinciale di Napoli nel quale l’area Amato sosteneva Nicola Oddati e conclusasi con la vittoria dell’area che fa capo a Mario Casillo e a Lello Topo (quest’ultimo eletto al Parlamento) e di cui Costa è espressione. Del resto Tito ambiva a una candidatura nel collegio uninominale per il quale Casillo gli ha preferito Franco Manniello, circostanza per la quale Tito ha incrociato le braccia in campagna elettorale. Questo fino all’ultima settimana pre voto quando Casillo e Tito si sono incontrati a Piano di Sorrento insieme anche all’assessore sorrentino Mario Gargiulo per cercare di ricomporre la frattura interna, magari con la promessa di una candidatura per Tito alle prossime elezioni regionali. Operazione che poteva considerarsi riuscita  visto che Tito e Paolo Trapani (segretario Pd Meta) hanno organizzato l’evento clou della campagna elettorale PD in Penisola Sorrentina con ospiti Manniello, Silvana Somma e Assunta Tartaglione all’Hotel Alimuri.

Una tregua che è durata solo qualche giorno, il tempo cioè di incassare la dura sconfitta con la “mortificazione” aggiuntiva di un Movimento 5 Stelle che proprio a Meta ha ottenuto la percentuale di consensi più alta di tutta la Penisola Sorrentina. L’offensiva scatenata da Tito, si presume, d’intesa con il resto del partito che invoca le dimissioni dei vertici PD campani e provinciali riapre anche la contrapposizione interna al Circolo PD di Meta che sostiene Costa e Casillo. A un anno dalle prossime elezioni amministrative a Meta è ormai evidente che si comincia a ragionare di candidature e ricandidature ed è probabile che la debacle elettorale del 4 febbraio allontani definitivamente la prospettiva di costituire un gruppo consiliare del PD da sempre invocato da Trapani e mai realizzato, determinandosi così un’ulteriore frammentazione interna che potrebbe tradursi anche in una contrapposizione elettorale l’anno venturo tra le due componenti interne al PD, in linea cioè con quanto già verificatosi quattro anni orsono. Intanto nelle quinte Tito sta sondando amici e avversari in vista del 2019 per garantirsi una ricandidatura a sindaco anche alla luce della crisi del PD che allontana definitivamente la prospettiva di una possibile elezione alla Regione.

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