Campania,  Piano di Sorrento,  Sant'Agnello

Vallone San Giuseppe tra emergenza ambientale e rischio idrogeologico…

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Carcassa di cane
Carcassa di cane foto©ViC

Se, come minaccia e come annunciano le previsioni meteo, dovesse piovere, nel mare della spiaggia di Caterina e in quella di Cassano, cioè tra Sant’Agnello e Piano di Sorrento si riverseranno una mole enorme di detriti, tanta immondizia, i liquami dell’overflow e due carcasse animali: un topone e un cane che abbiamo rinvenuto nell’escursione pomeridiana nel ventre del Vallone che separa i due Comuni. Lì dove sono stati ultimati dei lavori di restyling del tratto di condotta fognaria che versava in precarie condizioni e dove, qualche tempo fa, si è verificata un’enorme frana che ha sotterrato la condotta costringendo la Gori a realizzare una nuova incanalatura delle acque provenienti dal pozzo a vortice realizzato in Piazza della Repubblica.

Carcassa di topo foto©ViC
Carcassa di topo foto©ViC

Il fetore nauseabondo delle carcasse in decomposizione combinato con quello dei liquami fognari trasforma quello che dovrebbe essere un angolo di paradiso in una fognario maleodorante, disgustosa. La situazione generale, anche all’occhio profano, appare piuttosto critica perchè allo smottamento delle rocce tufacee potrebbe seguire il collassamento della parte di costone trafitta dalle radici di alberi cresciuti sui margini e le cui radici si sono sviluppate – e continuano a crescere – spaccando le pareti che rischiano perciò di venire giù da un momento all’altro.

Alberi visti dal vallone
Alberi visti dal vallone foto©ViC

Ci sono due alberi che, ben visibili dal ponte che unisce i due versanti di Piano di Sorrento e Sant’Agnello, rappresentano una seria minaccia per la tenuta del costone. Lasciarli in quel posto senza consolidare la parte (già franata) significa aspettare che si compia il disastro perchè le radici continuano a fare danno e l’area appare evidentemente a rischio crollo. E’ risaputo come le radici di una pianta svolgono un preziosa funzione nel trattenere il terreno circostante per evitare eventi franosi, quando però penetrano nella roccia alla ricerca di acqua si trasformano in veri e propri trapani-killer che mettono seriamente in pericolo la stabilità del costone.

Alberi visti dal ponte
Alberi visti dal ponte foto©ViC

Genio Civile e Protezione Civile regionale dovrebbero essere allertate per predisporre un intervento tempestivo che può rivelarsi utile a scongiurare un disastro i cui effetti, a ben vedere, non sono del tutto prevedibili. Se il Comune di Piano di Sorrento si è mobilitato da tempo per cercare di fronteggiare quest’emergenza che non è più semplicemente di natura ambientale, ma di assetto idrogeologico del territorio, quello di Sant’Agnello non sembra ancora aver fatto altrettanto!

Frana nel Vallone
Frana nel Vallone foto©ViC

Il problema dev’essere affrontato congiuntamente anche perchè per quanto riguarda Sant’Agnello resta tutt’ora aperta la questione dell’effettiva portata delle condotte nera e bianca, ma soprattutto di quella meteorica capaci di trasformarsi in una bomba di liquami che, insieme ai detriti e all’immondizia che si continua a sversare nel Vallone, si riversano nel borgo marinaro e sulle spiagge ancor prima di finire nel mare. Insomma se esiste una logica di priorità e urgenza di certi tipi interventi sul territorio, allora la Regione Campania col Presidente De Luca che ben conosce lo stato dell’arte si decida a stanziare le risorse necessarie per correre urgentemente ai ripari.

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