Sorrento

A Piano c’è un’emergenza istituzionale….il paradosso di una democrazia incompetente

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termometro politicoPubblichiamo un’acuta riflessione politica sul paradosso elettorale pianese comparsa su TelestreetArcobaleno.

“Mancano pochi giorni alla presentazione delle liste ed il rischio è di vedere riconfermata questa maggioranza uscente, che ha tanti voti ma nessuna capacità di governare. E’ un dramma davvero avere il consenso ma non poter schierare nei posti chiave (assessorati in primis) persone capaci di governare il paese nell’interesse di tutti. Tutti bravissimi a risolvere i propri affari personali, tutti bravi a rispondere a logiche clientelari ma incapaci di pensare in grande, al bene comune, oggetto misterioso per molti consiglieri.

Paradossalmente l’unico capace di salvare Piano era il sindaco Ruggiero che terminato però i suoi dieci anni di mandato non può ricandidarsi. Dopo di lui il vuoto assoluto. Un esercito di voti senza generali. Questo è il dramma di Piano di Sorrento. Eppure basterebbe selezionare la classe dirigente non in base al solo criterio numerico dei voti ma in base alle competenze necessarie per rimettere in moto il paese. Un comitato di garanti dovrebbe selezionare persone capaci e di specchiata onestà , autorevoli ed energici, in grado di decidere senza essere asserviti a lobby e clientele . Piano ha bisogno di risorgere: commercialmente langue, turisticamente è ancora la cenerentola della penisola, le attività edilizie sono ingessate,culturalmente non ne parliamo nemmeno.Un patrimonio comunale non valorizzato ed abbandonato (vedi Villa Fondi ma anche i giardini pubblici). Sciatteria nei lavori pubblici, periferie abbandonate. Fu un illustre filosofo Platone a dire che la democrazia assume in maniera del tutto ingiustificata l’uguaglianza degli uomini e rinuncia programmaticamente al principio di competenza. E forse un pò aveva ragione.Ma diamo la parola al prof. Franco Ferrari, docente di Storia della filosofia antica presso l’Università di Salerno”.

3 commenti

  • giovanni

    Analisi perfetta e anche disarmante per quello che si prospetta. Discorsi che, con tutto il rispetto, non possono essere compresi da certa gente. In queste ore Giovanni Iaccarino e Salvatore Cappiello stanno discutendo per tornare in campo dopo che entrambi si sono ritirati con tanto di annuncio ufficiale. Che vergogna! Dobbiamo scoprire, però, quali interessi li muovono a maltrattare tanto questo paese!

  • Pippo il fascista

    Ho personalmente definito Gianni Iaccarino un democristiano intelligente e lo credo davvero. Vorrei aggiungere che non credo che coerente com’è si mette con Cappiello. I due li conosco bene sono troppo diversi. E conoscevo anche bene il padre, era di parola e se ha detto che si ritira lo farà.Non ho stima dei domocristiani, me ne hanno fatte tante ai miei genitori quando erano al potere. ma voglio credere che almeno uno coerente e di principio ci sta e questo sarà Gianni. Altrimenti alle processioni non ci vado più.

  • Gennaro orgoglioso elettore DC

    Caro Direttore, davvero sottili le riflessioni da lei pubblicate, ma da tempo grossezza alberga nelle aule comunali a quanto mi raccontano gli impiegati addetti al servizio di registrazione e sbobinatura dei consigli comunali.
    Ho già scritto in lungo ed in largo sull’argomento dopo aver invano perorato la causa di Cappiello e vorrei solo aggiungere una breve riflessione in tal senso così sintetizzata. Ora che il gioco si fa di fioretto e non più di sciabola perchè la mia democrazia cristiana non usa l’autorevolezza di una volta e manda a casa chi non ha meritato e promuove una nuova leva di amministratori onesti e competenti ma soprattutto uniti da quei valori che solo possano essere il vero cemento di una compagine amministrativa? Mettere insieme 16 persone solo per sommare quattromila voti espressi da noi elettori solo per accondiscendenza e cortesia è solo metà del cammino che dovrebbe fare un vero partito di governo, che ora si chiama partito democratico prima aveva un aggettivo più di peso, cristiano.E di pecorelle smarrite ne ha viste tante, di figliol prodighi forse meno. Ma ora è tempo di prendere la via di una soluzione. Meglio tagliar le zavorre e gli ormeggi e volare leggeri verso futuri radiosi piuttosto che attardarsi a recriminare sul passato. Ben vengano soluzioni nuove, coraggiose, in uno spirito di comunione, di lungimiranza e prontitudine se necessario. Non si può tenere tutti sulla barca, qualcuno va alfine sacrificato, il futuro è dei guerrieri coraggiosi non di quelli che cercano troppi tatticismi mi diceva il mio maestro di scacchi. Ma che sia una soluzione generosa verso un popolo che, signori miei, merita di più. E senza rimpianti voltiamo pagina. Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia.

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