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La convention di “Scelta Civica”: “fiducia all’Italia, al lavoro per crescere”

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di Santolo Cannavale

Una folta pattuglia di simpatizzanti da Napoli e provincia è guidata dal solerte coordinatore Michele Riggi e dall’”assistente di volo” Tiziana Adolescente. Ore 11,00. Interventi di Edoardo Nesi, Alberto Bombassei, Milena Santerini, Andrea Causin, Emanuela Baio Dossi, Lucia Livatino, Giovanni Palladino, Ilaria Borletti dell’Acqua, Mario Giro, Carlo Calenda, Mario Mauro, Andrea Olivero. Chiusura della convention da parte del Presidente Mario Monti.
I giornalisti professionisti presenti in gran numero e di diverse testate daranno conto in maniera puntuale degli interventi degli oratori in una sala piena ed abbastanza accaldata del Teatro Eliseo in Via Nazionale a Roma.

Non è opportuno togliere agli stessi il lavoro e la consueta dimostrazione di benevolenza verso i padroni di casa. Mi chiedo quanto siano convinte e convincenti – oltre le prevedibili ragioni dettate dal ruolo istituzionale svolto – le ottimistiche visioni di Mario Giro (Sottosegretario Ministeri Affari Esteri), di Carlo Calenda (Viceministro Sviluppo economico), di Mario Mauro (Ministro della Difesa).
Evidentemente il caldo, la sveglia alle cinque del mattino ed il viaggio in autobus non mi hanno consentito di cogliere negli interventi gli spunti di alta politica e di apprezzare la lungimiranza e la passione per le sorti del Paese.

Il discorso del Presidente Monti è stata un’opera d’arte se si considera la sua abilità a schivare le “zone scivolose della pista”, tenendosi alla larga da quanto sta succedendo nelle aule parlamentari romane contrassegnate dal collaudato rinvio all’autunno (ed oltre) di tutti i problemi e dei tanti dossier nazionali che attendono scelte puntuali e soluzioni coraggiose.

In ogni caso la “maggioranza” nei giorni scorsi è stata strigliata e pungolata da Scelta Civica al fine di una maggiore coerenza ed efficienza, con velato messaggio di possibile abbandono della coalizione governativa. Di fatto, è stato sottolineato e ripetuto nel corso della convention, l’appoggio convinto di Scelta Civica al Presidente del Consiglio Letta non verrà meno.

L’unica impennata di rilievo del Prof. Monti è stata la citazione ripresa da un quotidiano di una frase attribuita ad Epifani (Segretario PD) che accennava alla “polvere sotto il tappeto” depositata durante il Governo da lui guidato. Immagino che Epifani si riferisse, tra l’altro, ai cento e passa miliardi di debiti delle pubbliche amministrazioni il cui mancato o rallentato pagamento sta portando alla chiusura di migliaia di aziende italiane.

Immagino, ma sicuramente mi sbaglio, che Epifani si riferisse anche ai contatti in corso del Prof. Monti con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani esportati illegalmente e furtivamente in terra elvetica. Contatti che, diversamente da quanto registrato dalla Germania e dall’Austria con i loro conseguenti accordi sottoscritti e vigenti, per l’Italia sono rimasti semplicemente una buona intenzione ed un “pour parler”.

Chiarito il fatto che i tappeti (rossi) a suo tempo sono stati spazzati a dovere il richiamo di Monti è andato allo spread lanciato a 587 punti, nell’estate del 2011, in mano al suo predecessore: uomo di televisioni, editoria ed altro e portatore, a detta di alcuni invidiosi, di evidenti conflitti d’interesse.

Il richiamo del Prof Monti è andato poi all’impegno del suo Ministero per riguadagnare fiducia nel mondo. Ricordo a me stesso le visite ufficiali alle borse di New York e Londra ed i contatti con i Capi di governo di mezzo mondo. Ricordo anche la visita ai Paesi del Golfo arabo per richiedere ai ricchi Emiri investimenti e petrodollari per il nostro Paese. Il richiamo è andato all’opera di bonifica dei conti pubblici (eccessivi saldi di bilancio negativi) tanto da indurre la Commissione Europea a chiudere di recente l’incresciosa “procedura di infrazione”.

Evidentemente l’attenzione in questo momento è rivolto alle prossime elezioni europee ed all’opportunità di portare una bella pattuglia di parlamentari di Scelta Civica a Bruxelles. E magari alla possibilità non remota di occupare l’ambita poltrona di Barroso, attuale Presidente della Commissione europea, che va a completare i suoi due mandati.

Da statista il Presidente Monti probabilmente ritiene – è la supposizione di un elettore sognante – di poter fare di più per l’Italia sedendo sui banchi di Bruxelles, visto che i due partiti (PD – PDL) co-azionisti al Governo ed in Parlamento sono sordi agli appelli che danno l’Italia vicino al default ed anzi sono impegnati in un’azione di logoramento all’interno ed all’esterno delle rispettive compagini per problemi di bottega e di potere.
Potere e posizioni di comando che non si vogliono assolutamente consegnare in mani “estranee, incompetenti e poco collaborative”.

Monti probabilmente si è reso conto della impossibilità di correggere in diminuzione la montagna del debito pubblico italiano che viaggia senza freni verso i 2.100 miliardi di euro (sono circa 100 i miliardi da pagare quest’anno a titolo d’interessi). Stando anche ad alcune citazioni dei suoi esponenti di Governo precedentemente intervenuti, ha avuto conferma della quasi impossibilità di scardinare ed efficientare la macchinosa organizzazione burocratica dello Stato (i commessi dei Ministeri specializzati nel saluto mattutino e pomeridiano).

Non ho ascoltato in nessuno degli interventi il riferimento al debito pubblico, alla fuga silenziosa dei nostri giovani all’estero in cerca di opportunità ed alle recenti determinazioni di un’importante società di rating che toglie ulteriori punti al nostro Paese con riferimento alle valutazioni di credito internazionale ed alle prospettive di crescita non positive.

Ma – è stato detto e ripetuto – non occorre dar peso alle agenzie di rating che sono guidate da interessi privatistici ed opportunistici. Ed inoltre sono quasi tutte di estrazione non europea, quindi sicuramente poco obiettive.

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