Sant'Agnello

Sagristani punta a diventare leader del centro-destra peninsulare!

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di Ivan Moscovicci*

Dopo aver letto il programma della lista “Sant’Agnello prima di tutto”, la prima cosa a cui ho pensato è stata quella che invece di trattarsi di un programma sullo sviluppo futuro fosse più rivolto al passato, una elencazione di occasioni perdute e omissioni, di un passato neanche così remoto. Anche dal tono e  dalle argomentazioni usate nella lettera introduttiva al programma ho avuto l’impressione come se Piergiorgio solo oggi si fosse accorto di alcune cose che non vanno e, finalmente, adesso, è pronto a darvi rimedio.  Trovo questo modo di porsi non onesto intellettualmente e apertamente in disaccordo con una schietta analisi, anche storica, degli ultimi quindici anni di amministrazione. Forse sbaglierò, ma Sagristani è stato Sindaco fino al 2008?…
E’ stata la sua l’amministrazione che ha lasciato una pesante eredità in ordine al patto di stabilità? E per altro verso, mi chiedo, molte cose elencate nel programma perché non sono state realizzate da lui quando aveva  tutti i numeri e le possibilità per farlo? Sulla trasparenza e l’anagrafe degli eletti “tratto qualificante della lista” si enuncia l’obbligo della rendicontazione finanziaria e patrimoniale di ogni eletto, Sindaco compreso.

Vorrei solo ricordare che già nel 1999, quando sedevo in Consiglio comunale, con l’allora consigliera Maria Fiorentino chiedemmo che ciò fosse attuato dall’amministrazione in carica, ricevendo tuttavia come risposta la totale indifferenza. Niente di fatto. Oggi, evidentemente, con il vento dell’antipolitica, il “nuovo” Sagristani lo ritiene un “tratto qualificante”. Ed ancora, se è vero  che “la politica è un servizio per la comunità” e che i costi non devono gravare eccessivamente sulle casse comunali, è altrettanto vero che nel programma non c’è alcun riferimento alla rinuncia all’indennità, o quanto meno, ad una sua significativa riduzione.

Ma anche il turn-over dei dirigenti, la vendita degli immobili comunali, l’esame delle pratiche di condono pendenti da vent’anni o più, non sono punti che potevano essere affrontati e risolti nei dieci anni in cui Piergiorgio è stato saldamente in carica? Della vendita degli immobili a d uso abitativo, la cd. dismissione immobiliare, me ne sono occupato negli anni tra il 2000 ed il 2002. Ma oggi, a distanza di oltre dieci anni, leggo che si “propone di modificare  le delibere di consiglio comunale…per dare una più ampia opportunità (quale?) di scelte agli attuali inquilini”, e mi viene da pensare, ma forse mi sbaglio, che di questa delicata vicenda si voglia fare “merce di scambio” elettorale.

E’ buffo poi pensare che la riqualificazione del Piazzale della Libertà, ultimato recentemente, passi per l’apposizione di un chiosco-bar, come se ciò fosse necessario, senza pensare che nel raggio di un centinaio di metri ci sono già 5 bar…e mi chiedo cosa ne pensino i loro gestori.

Sull’asilo nido, poi, si arriva all’assurdo. Si parla senza mezzi termini di una “conquista importante”, non c’è dubbio. Peccato, però, che a realizzarlo ci abbia pensato l’Amministrazione uscente…tuttavia, senza voler entrare nella diatriba dei meriti e delle medaglie da assegnare, come ben detto, la struttura è stata realizzata con i fondi del Patto Territoriale per una diversa destinazione, la quale se mutata, porterebbe con sé il rischio della revoca del finanziamento, con gravi ripercussioni sulle casse dell’ente. Ma  di questo, nel programma non se ne fa parola.

Così come un’amministrazione che si pone l’obiettivo “rifiuti zero” dovrebbe porsi anche l’obiettivo “cemento zero”.  Ma così non pare. Se, infatti, l’edificazione della nuova scuola media e delle case comunali è auspicabile, seppur in pieno centro in una zona già satura e congestionata, la vera “ciliegina”, come qualcuno l’ha già definita, è il Palaexpò, “la principale proposta per rilanciare il commercio” a Sant’Agnello.

Dal momento che proprio a Sant’Agnello se ne sentiva tanto la mancanza e che i commercianti lo aspettano come “manna dal cielo”, alle prese  con una crisi dei consumi senza precedenti, ecco che ci ha pensato Sagristani.  Prima ancora di dire però con quali fondi pubblici  si intenda, ancora una volta, sfigurare il territorio comunale, già drammaticamente compromesso,  si sarebbe dovuto dire come farlo diventare  – nell’era della globalizzazione e delle vendite in rete – il fulcro del rilancio, anziché l’ennesima “cattedrale nel deserto”.

E poi, per assurdo, pur volendo riconoscere a questa opera una priorità per il commercio, il programma sembra smentire se stesso,  sul tema della comprensorialità. Infatti, se da un lato si afferma “la centralità di una programmazione strategica in chiave comprensoriale” dall’altro si propone la realizzazione di un’opera – che di certo rientra in questo ambito – così ambiziosa,  quanto inutile e dannosa, senza aver coinvolto almeno i comuni limitrofi.

Ho l’impressione, forse più fondata di quanto io stesso pensi, che Piergiorgio Sagristani con l’elezione a Sindaco di Sant’Agnello sia alla ricerca spasmodica di una “posizione” leaderistica dell’intero centrodestra peninsulare, cosa che gli sarebbe preclusa senza un ruolo attivo di direzione politico-amministrativo. In ogni caso, tuttavia, bisognerebbe sapere se tutti i suoi “amici” la pensino così. Ma questa è altra storia. Ma se così fosse, allora, bisognerebbe dire “l’ambizione personale e il potere politico, prima di tutto”…altro che Sant’Agnello!

* Avvocato, Coordinatore PD – S. Agnello

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