Campania,  Italia,  Piano di Sorrento

Denuncia del WWF sul crollo del muro di Villa Irbicella a Piano di Sorrento

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Il muro crollato di Villa Irbicella – foto WWF

PIANO DI SORRENTO – Non è stato un semplice incidente nè un crollo dovuto al logorio del tempo quello del muro di Villa Irbicella a via Gennaro Maresca verificatosi il 25 dicembre scorso. Ne è convinto il WWF della Penisola Sorrentina che con nota inviata alla Procura di Torre Annunziata, alla Soprintendenza Paesistica ed Archeologica e alle Forze dell’Ordine ha denunciato quanto acaduto nel pomeriggio del giorno di Natale, quando il muro di Villa Irbicella, posto immediatamente sotto il ceppo radicale del grosso pino secolare eliminato, è crollato rovinosamente invadendo la strada e scalzando violentemente il muro della scalinata sottostante, con un impeto e una dinamica difficili e improbabili da immaginare!…

Le operazioni di taglio del Pino – Foto WWF

In strada si sono riversati molti detriti e le stesse lastre di piperno di grosso spessore e peso, che ornavano il bordo del muro della scalinata, sono state scalzate in avanti per alcuni metri.
“Le cause del crollo del vasto muro non appaiono note – scrive nella nota il WWF – ma di certo non sono legate ad eventi metereologici in quanto, nella zona, non pioveva da giorni e il terreno appariva assolutamente asciutto, né possono essere imputate alla presenza del grosso Pino secolare, già eliminato il 31 gennaio (in violazione dell’art.146 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio – D.lgs. 22/01/04 n.42) ma, tutt’al più, probabilmente proprio alla sua assenza!!!”
Fu il WWF Penisola Sorrentina a documentare e denunciare la mattinata del 31.01.12 le operazioni in corso di taglio dello storico e secolare Pino domestico (Pinus pinea) che vegetava robusto, diritto e maestoso nel fondo agricolo della Villa Irbicella a Piano di Sorrento. Le operazioni erano state autorizzate dal Responsabile dell’UTC ing. Graziano Maresca, a seguito della presentazione di una sintetica perizia di parte che ne aveva accertato un precario stato di salute e una condizione di pericolo per cose e persone. Di qui la richiesta con urgenza di abbattimento, essendo “impossibilitati i richiedenti ad interdire alla fruizione la pubblica via sottostante”.

caduto a tronchi del Pino – foto WWF

“L’esemplare arboreo – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – era già stato sottoposto a scriteriate potature negli anni passati ma, nonostante una ferita alla base dell’albero ed alcune decorticazioni localizzate appariva in buono stato vegetazionale. La relazione agronomica di parte presentata per ottenere l’abbattimento della pianta, a firma Dott. Agr. Vincenzo Topa, oltre a non essere supportata da reali indagini strumentali, scientifiche, dendrocronologiche, con gli strumenti e la tecnologia che la scienza attuale possiede, indispensabili a meglio comprendere i meccanismi di crescita e di stabilità dell’esemplare arboreo, si limitava a trarre conclusioni da una semplice decorticazione (operata a mano) e successiva introduzione di un ferro nel tronco a dimostrarne una anomalia del legno, inoltre riguardava solo ed esclusivamente la valutazione della salute della pianta escludendo eventuali interventi di messa in sicurezza (aiuti meccanici, protesi, sostegni, ecc). Proprio per la posizione in cui vegetava il grosso Pino e per la sua importanza sarebbe stato di fatto possibile prendere in considerazione tutta una serie di accorgimenti tecnici che andavano nella direzione della salvaguardia dell’albero.”
Destò allora perplessità anche il fatto che l’Ufficio Tecnico, nonostante il nulla osta al taglio (all’insaputa del sindaco???), nelle more dell’esecuzione dell’intervento, non provvide affatto ad interdire alla fruizione la pubblica via sottostante e il passaggio di persone e cose sotto l’albero di cui se ne decretava l’abbattimento proprio per il “pericolo latente” in esso riconosciuto. E ancora: l’autorizzazione rilasciata dall’ing. Maresca poneva come unica prescrizione il reimpianto entro 3 mesidi altra essenza arborea tipica della macchia mediterranea” che, nonostante la vastità del fondo e l’imponenza dell’albero monumentale oggetto dell’abbattimento, veniva però specificatamente e stranamente prescritta “di medie dimensioni”!!!

Claudio D’Esposito – Presidente WWF P.S.

“Il Pinus pinea della Villa Irbicella – aggiunge Claudio d’Esposito – è bene ricordarlo, con i suoi oltre 15 metri di altezza e un’età stimata di circa 200 anni, era uno degli ultimi esemplari superstiti presenti nella città e costituiva senza ombra di dubbio, un elemento indiscutibile del paesaggio e della geografia dei luoghi. Il suo abbattimento oltre ad apparire ingiustificato ha costituito di certo un grave depauperamento del Patrimonio Arboreo Storico e del Paesaggio della Città di Piano Sorrento. Facemmo di tutto quella mattina del 31 gennaio per impedirne il taglio e per ottenere l’intervento immediato della Polizia Municipale (i cui uffici sono solo a pochi metri da Villa Irbicella), ma ci fu risposto, come spesso accade, che non c’era personale preposto al controllo.  Il nostro territorio è stato dichiarato di notevole interesse paesaggistico ai sensi della legge 1497/39 e ricade nell’ambito di efficacia del PUT per l’Area Sorrentino-Amalfitana, per cui oltre gli specifici vincoli previsti, ai sensi dell’art.146 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio – D.lgs. 22/01/04 n.42, ogni intervento che modifichi il paesaggio necessita del parere preventivo della Soprintendenza ai BB.AA.AA. parere MAI richiesto per il Pino di Villa Irbicella!!! Sono troppi i misteri… e ora che il muro è crollato vogliamo vederci chiaro!!!”
Nel dettagliato esposto il WWF, oltre a sollecitare l’immediata ricostruzione del muro e della monumentale scala della Villa Irbicella, ha chiesto di verificare la legittimità del taglio dell’esemplare arboreo secolare, l’ottemperanza alla Prescrizione dell’Autorizzazione al taglio del Pino rilasciata dall’UTC, le cause e la dinamica del  crollo del muro, l’eventuale correlazione tra l’eliminazione dell’albero, in quanto pericolo latente per la pubblica e privata incolumità, e il successivo crollo del muro e, infine, vista la pregressa richiesta del Proprietario del fondo di eliminare l’albero per mettere in sicurezza dell’area, di valutare se la proprietà, in relazione ai fatti accaduti, abbia adottato tutte le misure e le cautele idonee a salvaguardare il bene dell’incolumità pubblica o se invece non sussistano, alla luce degli accadimenti attuali, eventuali responsabilità civili del proprietario della costruzione per la sua rovina, e penali in relazione al pericolo procurato per la vita o l’incolumità delle persone”. “Appare plausibile che proprio il disseccamento dell’enorme massa radicale abbia potuto costituire la causa dell’evento verificatosi – aggiungono gli esperti del WWF –  infatti le radici del secolare pino costituivano da vive un importante e complesso reticolo vegetale, che contribuiva a “tenere insieme” il terreno e agiva come una sorta di pompa idraulica, eliminando per osmosi centinaia di litri di acqua evitando, al contempo, pericolosi ruscellamenti e smottamenti sotterranei. A ciò va aggiunto che le radici una volta morte sono soggette ad un inevitabile processo di disgregazione e decomposizione organica, che può aver contribuito a creare cavità nel terreno e una modifica della situazione di “equilibrio” che da secoli si era stabilita tra radici, sottosuolo e opere murarie, causando il distacco dei blocchi  tufacei e il loro successivo crollo”.

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