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Meta, Trapani e l’avv. Astarita si difendono dagli attacchi

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Paolo Trapani

META – Nei giorni scorsi è stato formalizzato l’incarico all’avvocato Paola Astarita in relazione all’applicazione delle linee guida per l’iter di definizione delle pratiche relative agli abusi edilizi. Nelle polemiche scoppiate nei giorni scorsi in relazione a detto incarico, l’amministrazione comunale di Meta, precisa che in nessun caso la consulenza dell’avvocato Astarita riguarda l’istruttoria di singoli procedimenti relativi ad abusi edilizi. «Dovendo individuare un professionista che potesse essere di supporto all’ufficio tecnico per affrontare la delicata questione abbiamo deciso di affidarci a chi ha redatto quelle linee guida che, tra l’altro, sono state adottate da decine di comuni in tutta la provincia di Napoli», spiega il sindaco Paolo Trapani…

Quanto al tentativo di collegare l’affidamento dell’incarico al fascicolo relativo ad un presunto abuso edilizio in un albergo che vede tra i suoi soci l’assessore Giuseppe Tito, interviene lo stesso avvocato Astarita. «Non corrisponde al vero la circostanza che io sia il legale dell’assessore Tito, atteso che quel determinato incarico mi è stato conferito dalla società Giosué a Mare, e cioè dalla sua legale rappresentante Filomena Romano, con il sig. Giuseppe Tito mero titolare di una quota minoritaria, pari a un quinto, nell’ambito di detta azienda. Inoltre, allo stato l’ordinanza comunale di demolizione è stata impugnata innanzi alle competenti sedi giurisdizionali, procedura che risulta tuttora in attesa di definizione», precisa il legale.  Inevitabile un chiarimento circa l’ordinanza di acquisizione al patrimonio comunale dell’albergo. «Neppure quanto detto e scritto sulla “ordinanza nel cassetto” corrisponde al vero, atteso che, se qualcuno si determinasse ad andare fino in fondo ed aprire quel cassetto sarebbe probabilmente travolto da una pletora di provvedimenti analoghi a quello “emigrato clandestinamente” dal Comune e balzato agli onori della cronaca. Sarebbe quindi il caso di chiedere ai soggetti deputati, per quale motivo quegli atti stiano a languire lì, da anni in attesa di istruttoria, e per quale motivo – tutto d’un tratto – ne sia stato estratto uno, ed uno solo, come un coniglio dal cilindro. Un vecchio gioco di prestigio che – ahimè – funziona ancora, a quanto sembra», conclude l’avvocato Astarita.

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