Diario Politico©Raffaele Lauro

Proteste e paralisi, code ai distributori in un Paese che non funziona!

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protesta a napoli

Già da ieri sera gli automobilisti  sono in fila presso i distributori di carburanti per non rimanere a secco a causa del blocco dei trasporti provocato dalla protesta dei camionisti che, praticamente insieme ai tassisti, tengono in ostaggio l’Italia, la settima potenza più industrializzata del mondo. Anche in Penisola si ripete l’estenuante rito dell’accodarsi con le inevitabili ripercussioni che ne conseguono sulla mobilità interna. Si ferma tutto e si continua a subire l’onta di una protesta che non si comprende perchè debba sempre mortificare il cittadino costretto a subire le ritorsioni di categorie imprenditoriali e professionali che contestano provvedimenti del governo senza minimamente preoccupari di tanti altri cittadini, spesso vessati anche di più, ma che non hanno gli strumenti per bloccare e ricattare il Paese intero. La protesta di camionisti e tassisti avrebbe avuto lo stesso effetto se i mezzi sarebbero rimasti fermi nei garage o nei depositi, col risultato di non rifornire la GDO, i distributori, le farmacie, di cancellare il trasporto pubblico. Ci sarebbero state città e autostrade visibilmente più deserte, un’efficacia della protesta con la necessità da parte del Governo di confrontarsi con chi protesta, ma si sarebbero evitati blocchi con effetti a catena devastanti per tutto il paese e per l’economia. Quanti dei super evasori fiscali scovati dalla GdF fra gli ultimi 7500 registrati con un’evasione che si aggira sui 50 miliardi di euro, sono datori di lavoro anche di aziende di trasporto e affini? Quanta camorra, l’abbiamo visto ieri nei servizi di Striscia la Notizia, condiziona i lavoratori e agita le acque in un momento così delicato per la vita nazionale? Può la politica dividersi per assecondare meri calcoli elettorali invece di dare risposte unitarie importanti a tutti quanti sono chiamati a dare il proprio contributo per la ripresa economica dell’Italia? Si preparano a scioperare farmacisti e avvocati cui le liberalizzazioni non sono mai andata a genio! Eppure votavano in tanti per un centro-destra liberista e libertario! Chiunque si ritenga leso in un diritto, foss’anche un privilegio, si ritiene legittimato a protestare e a danneggiare indifferentemente chiunque debba usufruire di un servizio o di un’assistenza, da quella medica-farmaceutica a quella legale. Nessuno, neanche i sindacati riescono a dimostrare una capacità di aggiornarsi ai mutati contesti socio-economici individuando anche forme di protesta diverse, alternative al blocco dei servizi e della mobilità. Gli interrogativi che ci poniamo tutti sono tanti e preoccupati, anche per una realtà come quella peninsulare dove i problemi sembrano manifestarsi, in generale, con notevole ritardo rispetto al Paese che ci circonda. Non sempre è un bene visto che un’estemporaneità la mette fuori gioco rispetto a fenomeni che si manifestano e si consumano prima, ma a volte si risolvono anche prima! Questa volta però il problema è chiaramente di diversa natura e investe la generalità delle categorie e di ogni angolo di questo Paese che non si rende purtroppo conto che lo scatto per uscire dalla crisi e dalla subordinazione dalla malapolitica lo deve fare da solo e definitivamente se non vuole soccombere!

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