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Lauro lancia l’allarme: il business delle sale giochi serve a riciclare denaro sporco in Costiera

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Qualche giorno fa a Sorrento, in occasione della cerimonia in onore dell’ex redattore capo de Il Mattino Antonino Pane, il Sen. Raffaele Lauro, componente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha voluto richiamare in modo energico l’attenzione di una platea prevalentemente composta da giornalisti, sull’emergenza criminalità e sulla sua penetrazione nell’area della costiera sorrentina per il riciclaggio di denaro sporco in particolare attraverso le sale gioco.

Sen. Raffaele Lauro

L’investimento della criminalità organizzata in questo settore “legalizzato” dallo Stato e che ha portato a una proliferazione di locali in ogni angolo del Paese è ormai un dato assodato su cui la stessa Commissione Antimafia sta lavorando per contrastare la contaminazione del sistema produttivo, oltre che sociale, dalle mafie che tirano le fila del nuovo business. Lauro da tempo è in prima linea su questo fronte e se non perde occasione per rilanciare l’allarme dal suo osservatorio istituzionale privilegiato una ragione deve pur esserci e sicuramente spetta alle autorità amministrative locali, oltre che agli organi di Polizia, effettuare più approfonditi controlli su questo tipo di attività.

Sorrento - L'intervento del Sen. Raffaele Lauro (PdL)

Stamattina si può leggere su “Il Mattino” dei controlli a tappeto che gli inquirenti hanno messo in atto nell’area flegrea passando al setaccio ogni locale e attività per la verifica della regolarità della documentazione amministrativa e di quella antimafia. E’ chiaro che la capillare presenza sul territorio di centri scommesse, sale giochi e altri centri di pseudo intrattenimenti richiede un impego che non si esaurisce in un bliz o nella chiusura di qualche esercizio: piuttosto nel costante monitoraggio del territorio e delle attività, ma anche della rete dove sono pienamente operativi i casinò online che consentono di effettuare giocate restandosene comodamente sedutio in casa davanti al pc. Insomma per fare cassa, e le entrate per lo Stato sono considerevoli, dilaga il fenomeno di apertura di queste sale, a scapito di altre attività economiche, che gestiscono milioni di euro ripulendoli e reimmettendoli nel sistema legale. L’allarme di Lauro – che, ricordiamolo, si è sempre dichiarato contrario all’isituzione del Casinò a Sorrento non senza “inimicarsi” quella parte politico-imprenditoriale più suggestionata da questa eventualità – non può e non deve passare inosservato perchè rappresenta un campanello d’allarme cui non bisogna restare sordi anche per le gravissime ripercussioni che da questo business ne derivano sulle famiglie sempre più prostrate dalla smania da gioco di tanti padri e madri. Appena venerdì scorso nel programma TV7 su RAI1 Lauro è stato intervistato per l’ennesima volta su questo problema evidenziandone la gravità e soprattutto la pericolosità per la nostra società. E’ chiaro che attorno a questo business ruotano forti “interessi legali”, oltre a quelli scontati illegali…Non a caso la battaglia per contrastare questa vera e propria piaga dove anche la politica attinge a piene mani (basti ricordare una delle ultime puntate di Report di Milena Galbanelli che intervistò lo stesso Lauro) ha bisogno di un sostegno dal basso, partire dalle amministrazioni locali il cui impegno per contrastare il dilagare di queste attività sul proprio territorio dovrebbe essere assunto quale indice di valutazione positivo in termini di “rating socio-economico” applicato alle municipalità. Fino a oggi, in Penisola Sorrentina, solo il Comune di Sant’Agnello ha adottato un’ordinanza che cerca di disciplinare con rigore il settore e di monitorarlo costantemente. Moltoperò dipende dalle forze in campo e dalle sinergie che si attivano con le altre forze di polizia. Sorrento, che qualche mese fa si è fatta promotrice di un patto per la legalità voluto dall’assessore Mariano Pontecorvo, sicuramente deve fare di più su questo fronte per passare dalla stagione degli annunci a quella dei fatti. Su questo fronte auspichiamo che il Sindaco Giuseppe Cuomo porti il problema all’esame del coordinamento dei sindaci peninsulari per varare un’azione sinergica di controlli su tutte le attività che, al riparo dell’ombrello statale, non possono essere assolutamente assimilate a ordinarie attività produttive proprio per il loro carattere parassitario, privo cioè di qualsivoglia imprenditorialità. Solo così l’appello di Lauro può tradursi in azione concreta da parte di chi ha il maggior interesse a salvaguardare il territorio dagli affari del crimine organizzato.

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