Campania

Il futuro della pesca in Campania, le proposte di Lega Pesca

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NAPOLI – Legacoop Campania-Settore Pesca e Acquacoltura, rappresentato da Maria Grazia Gargiulo, ha affrontato, alla presenza di operatori ed esperti, tra cui Antonio Carotenuto, Responsabile Autorità di Gestione del FEP della Regione Campania, Alberico Simioli, Coordinatore AT FEP Campania e Sergio Lubrano, Federcoopesca Campania, le problematiche relative alla fase di emergenza e crisi del settore ittico che richiedono risposte strategiche e non soluzioni tampone. Critiche sono emerse nei confronti del governo nazionale che, in poco tempo, ha insediato tre ministri alla guida del MIPAF, non agevolando una guida politica coerente, tanto più necessaria perché sono entrate in vigore nuove normative comunitarie, quali la scadenza delle deroghe del regolamento sulla pesca nel Mediterraneo; i gravosi adempimenti dei regolamenti sui controlli sulla pesca illegale (IUU); i complessi obblighi derivanti dalla normativa igienico-sanitaria del Pacchetto Igiene. Secondo Gargiulo, con cui concorda Lubrano, una soluzione, praticabile nel breve periodo è “l’implementazione dei Piani di Gestione Locale (PLG) per alcune aree e per taluni sistemi di pesca: un’ottima palestra, per rafforzare la sinergia tra il mondo produttivo della pesca e la filiera. Si potrebbe partire dalla piccola pesca, nel compartimento di Castellammare di Stabia”. Secondo Carotenuto, tra le azioni messe in campo dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, “l’approvazione e la pubblicazione del bando per i piani di gestione locale previsti dal FEP 2007–2013, è la più convincente e stimolante per il settore, in quanto rappresenta per i pescatori, coinvolti in prima persona, la prima vera sfida per dare equilibrio alla propria attività”. Sono 10 i PLG previsti dal bando e 23 Meuro le risorse disponibili.
Per avviare un processo di rafforzamento e ristrutturazione in un quadro di sviluppo sostenibile, Lega Pesca in Campania ritiene, in sintesi, necessario:
·         attrezzaggio dei punti di sbarco e spazi per la vendita diretta del prodotto da parte degli organismi competenti;
·         favorire un ruolo nuovo per le imprese di pesca nella filiera ittica, turistica ed ambientale: in particolare, sarebbe auspicabile la stipula di un Accordo con l’Assessorato ai Trasporti  e con i Comuni, in cui sono in corso o saranno realizzate opere portuali, prevedendo la possibilità di rilasciare alle imprese di pesca concessioni demaniali per attività di raccolta e vendita del pescato, per servizi di ormeggio,  per gestione di aree da adibire a punti di ristoro, per attività di meeting point per il pesca turismo;
·         lotta agli abusi i termini di vendita abusiva del prodotto (caso tonno rosso, totani, polpi, occhialoni);
·         riavviare l’iter di approvazione urgente delle Legge Regionale per la Pesca e l’Acquacoltura: la mancanza di una Legge Regionale di programmazione per il settore, già fortemente in deficit produttivo, contribuisce ad aggravare la situazione di crisi di comparto, non consentendo, tra l’altro, l’adozione di misure per fronteggiare situazioni di emergenza.

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