Diario Politico©Raffaele Lauro,  Sant'Agnello

Sant’Agnello, la sfiducia a Salvati e l’esempio di Ruggiero a Piano

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SANT’AGNELLO – Alla fine della serata questa seduta del consiglio comunale che ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni, forze dell’ordine e addirittura il sindaco di Meta Paolo Trapani con l’assessore Giuseppe Tito in veste di spettatori, è destinata a restare negli “annali” della storia politica di Sant’Agnello e non solo! E più che una cronaca di quanto accaduto ci induce una riflessione e qualche suggerimento per chi riesce a coglierne lo spirito.

Cabina elettorale per il voto di sfiducia

Dopo quasi tre ore di dibattito Gianni Salvati non è più presidente del consiglio comunale grazie al voto di sfiducia espresso da nove consiglieri della maggioranza (assente ingiustificato il solo consigliere Attilio Massa) e un’astensone (quella dello stesso Salvati). Eppure la minoranza che ha pronunciato una difesa dura, Antonio Coppola, o appassionata Mario Coppola del Presidente Salvati, allontanandosi tatticamente e ingiustificatamente dall’aula prima del voto non ha consegnato alla storia di questa sfiducia i proprio formali voti contrari alla destituzione di Salvati. In fondo tradendo sè stessa e svuotando di significato anche le proprie dichiarazioni. Forse mal consigliata in questa occasione! Per di più commettendo il consigliere Rocco D’Esposito, nominato scrutatore, una palese scorretteza nei confronti dell’obbligo che aveva assunto di assolvere all’incarico di componente del seggio. Circostanza che si commenta da sè e che rende inaffidabile chi si allontana dal “campo di battaglia” senza addurre motivazioni! Altrettantio significativi sono stati i silenzi del consigliere Nello Marone e i timidi accenni contrari di Antonino Castellano: potevano essere molto più incisivi e utili nell’economia di questo scontro politico, ma così non è stato!

L’intervento del vice sindaco Gnarra

Alla fine il sindaco Gianmichele Orlando e la sua maggioranza hanno avuto ragione coi numeri e hanno contrapposto alla difesa di Salvati una serie di contestazioni portando a termine la seduta con l’approvazione degli altri argomenti all’ordine del giorno. Come dicevamo all’inzio, visto quanto accaduto è praticamente impossibile ricostruire, pur con tutta la buona volontà, quanto detto, dichiarato, urlato e minacciato in aula!  Ce la consenta, però, Salvati una riflessione! Stasera ha forse perduto un’occasione più unica che rara per impartire una lezione politico-istituzionale all’intera assemblea civica, dimostrando di avere titoli e meriti per continuare a presiedere il consiglio e a nostro avviso riuscendo addirittura a sovvertire il pronostico (cioè il voto di sfiducia) se soltanto avesse adottato una strategia più adeguata e funzionale al contesto e ai fatti. In primo luogo rinunciando a giocare col piglio del mattatore una partita di cui doveva restare fino all’ultimo soltanto spettatore, affidando agli altri consiglieri il compito di montare (la maggioranza) e di smontare (l’opposizione) le contestazioni mossegli. Invece ha preferito fare tutto da solo e gli interventi di Antonio Coppola e di Mario Coppola poveri di

Mario Coppola

valide argomentazioni, non gli hanno permesso di concludere il dibattito con un intervento sicuro, di più alto profilo, di cui sarebbe stato capace e che avrebbe potuto anche cambiare le carte in tavola! Ciò facendo leva su un elemento che non avrebbe dovuto trascurare, preso dall’ira, e cioè il carattere del Primo Cittadino! In questo scontro portato all’ennesima potenza Salvati ha perduto la partita, in questo sicuramente mal consigliato se, alla fine dei giochi, i più hanno tirato un sospiro di sollievo perchè da oggi il consiglio comunale potrà proseguire più speditamente i propri lavori. Indipendentemente da quelli che saranno gli esiti di eventuali ricorsidenunce, quel che manca a questa opposizione è l’esatta consapevolezza del proprio ruolo e della propria mission: se intende proporsi forza di governo alternativa a Orlando, essa deve essere capace di confrontarsi ed anche scontrarsi sui contenuti seri dell’azione amministrativa, sui grandi temi. Ma soprattutto deve imparare a crescere nell’opinione pubblica, nella percezione della gente e tra la gente, nel Paese dove invece è del tutto assente. Soltanto così può sperare di proporsi credibilmente come forza alternativa, con o senza Sagristani alla testa della lista e sempre che Egli davvero lo voglia. Fare il consigliere di opposizione oggi e farlo bene non significa ingaggiare ogni giorno una lotta mortale con chi ha responsabilità di governo! Piuttosto significa saper elaborare un progetto e saper proporre una visione dello sviluppo del Paese diversa e sulla quale cercare il consenso degli elettori. Un consenso che, attenzione, non lo si improvvisa, nè lo si riceve per interposta persona o per eredità. Valga ad esempio quanto è stato fatto dal sindaco di Piano di Sorrento, Giovanni Ruggiero che, a fine mandato e dopo 5 anni di accuse che gli sono piovute dai banchi dell’opposizione (che oggi è più o meno schierata con l’UDC),  se li ritrova tutti o quasi in fila a “elemosinare un posto nella sua lista” che quasi scoppia! Eppure neanche un mese fa e a giochi aperti Ruggiero ha presentato un mega progetto per la Piano del Futuro (Piano Futura) che sarà pure il regno dei sogni come sostengono i suoi residui oppositori o critici (pochi), ma dal canto loro non solo non hanno avuto nè hanno altro da dire o da proprore, ma non sanno neanche quale candidato opporgli contro! Questo è il risultato di 5 anni di opposizione giocata nel consiglio comunale invece che nel Paese…o sui giornali. Chi perde le elezioni deve capire che se ambisce a volerle vincere al prossimo giro, deve impegnarsi non solo a cercare di intralciare il lavoro di chi amministra, ma deve piuttosto imparare a confrontarsi e a proporre qualcosa di suo e di diverso ai concittadini. Anche per Sant’Agnello questi cinque anni segnano una svolta di cui politici accorti e intelligenti non possono non tener conto se non vogliono rischiare illusioni e delusioni! Per questo ci permettiamo di suggerire a Salvati&Co di non perdere tempo pensando di dare, così, un senso alla lotta politica-amministrativa inseguendo improbabili vendette giudiziarie, ma di impegnare energie, intelligenze e risorse nella costruzione di una credibile alternativa a Orlando da proporre alla città alla fine del mandato. Tutto il resto fa scena, ma non produce consensi!

Un commento

  • ivan moscovicci

    Ho letto con attenzione la riflessione del Direttore sulla vicenda Salvati e la sfiducia del Consiglio. Senza entrare nel merito delle argomentazioni dell’una e dell’altra parte, comunque, credo siamo di fronte ad una pagina triste per le istituzioni di S.Agnello, per lo spreco di “energie” intorno ad una vicenda che, a tratti, è sembrata, a dir poco grottesca, essendo stato l’ultimo atto di una farsa che si trascina da più di un anno. Forse, si può capire e giustificare la caparbietà di Salvati, tesa ad affermare un “principio” più che la poltrona, ma se Orlando voleva, dal canto suo, dare una prova di forza, ho l’impressione che non ne sia uscito bene, al di là del risultato, tra l’ltro, scontato.Una maggiornaza che vuol definirsi tale, non avrebbe dovuto dar luogo ad uno scontro così acceso, mostrando, a mio parere, una evidente difficoltà a gestire un normale rapporto istituzionale. E pensare che in un comune come S.Agnello la figura del Presidente del Consiglio è facoltativa, e come, ribadito da più parti non se ne avverte nenache l’estrema utilità. Magari il Sindaco, in vista del prossimo annunciato restyling istituzionale, anzichè scervellarsi sul successore, pensi piuttosto di risolvere la questione alla radice…

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